La Via Vandelli, un’antica strada tracciata nel XVIII secolo per volere del duca di Modena Francesco III d’Este, rappresenta oggi un affascinante itinerario storico e naturalistico che collega Modena a Massa attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. Questo percorso, lungo circa 170 km, si snoda tra paesaggi mozzafiato, borghi medievali e testimonianze storiche, offrendo un’esperienza unica a chiunque voglia mettersi in cammino. La Via Vandelli non è solo un percorso pedonale, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, che permette di scoprire le vestigia di un’opera ingegneristica grandiosa, concepita per facilitare i collegamenti tra il ducato di Modena e il mare. Lungo il cammino, si possono ammirare ponti in pietra, tratti di strada lastricata originali, antichi e borghi che hanno conservato intatto il loro fascino.
Ma la Via Vandelli è anche un’immersione nella natura, un’occasione per ammirare la bellezza selvaggia dell’Appennino, con le sue foreste, le valli profonde e le cime maestose. Il percorso attraversa il territorio del Frignano, la Garfagnana e le Alpi Apuane, un’area di grande valore naturalistico. Questo itinerario è adatto a escursionisti di esperienza, dotati di un buon allenamento e di un equipaggiamento adeguato. Il percorso è ben segnalato e offre diverse possibilità di alloggio e ristoro lungo il cammino. La Via Vandelli è un’esperienza che arricchisce sia dal punto di vista culturale che umano. Camminare lungo questa antica strada significa ripercorrere la storia, scoprire le tradizioni locali e vivere un’avventura indimenticabile a contatto con la natura.
Il punto di partenza della Via Vandelli: Palazzo Ducale
La prima tappa del tuo viaggio lungo la Via Vandelli è un percorso relativamente semplice, nonostante la sua lunghezza. Il dislivello è minimo e il sentiero ben segnalato. Partendo dalla stazione ferroviaria di Modena, una breve passeggiata nel centro storico ti condurrà al Palazzo Ducale, punto di partenza ufficiale della Via Vandelli. Da qui, attraverserai Vaciglio e, tramite un ponte pedonale, ti immetterai sulla via ciclabile che costeggia il Torrente Tiepido. Dopo alcuni chilometri di cammino lungo il torrente, raggiungerai Torre Maina, dove devierai dal corso d’acqua per seguire un sentiero che serpeggia tra i suggestivi calanchi rocciosi, offrendo panorami mozzafiato.
Il sentiero ti condurrà infine a Puianello, meta di questa prima tappa. Lungo il tragitto, assicurati di portare con te una scorta d’acqua sufficiente, poiché non sono presenti fontane lungo il percorso. Tuttavia, avrai la possibilità di rifornirti di cibo e bevande nei bar e ristoranti dei paesi che attraverserai. A Puianello, troverai diverse strutture ricettive, come B&B e agriturismi, dove potrai pernottare. In alternativa, se preferisci un’esperienza più avventurosa, potrai montare la tenda in un luogo appartato, avendo cura di smontarla al mattino e di rispettare l’ambiente circostante.
Una suggestiva veduta della Valle del Panaro
La seconda tappa della Via Vandelli è un’esperienza intensa, un viaggio che inizia con la scoperta delle Salse di Puianello, piccoli vulcani di fango freddo, un fenomeno naturale raro e affascinante. Il percorso prosegue lungo l’antico tracciato settecentesco, tra asfalto e sentieri, offrendo panorami mozzafiato sulla Valle del Tiepido e sulla Valle del Panaro.La salita al Monte Calvario e al Monte Pizzicano è impegnativa, ma la vista dalla cima ripaga ogni sforzo: un panorama sconfinato, un mosaico di colline, valli e borghi, dove lo sguardo si perde in un turbinio di colori e sensazioni.
Dopo la fatica, San Dalmazio rappresenta una gradita oasi di ristoro, un luogo dove rifocillarsi e dissetarsi, prima di riprendere il cammino. Il sentiero continua tra crinali e valli, con qualche tratto in salita, attraversando campi coltivati e superando viadotti imponenti. Si giunge così a Cà Bosi, il punto più elevato della tappa, un luogo che invita alla sosta e alla riflessione, prima di affrontare l’ultima discesa verso Pavullo. Un sentiero sinuoso, che serpeggia tra le colline, conduce infine alla meta, accolti dal verde rigoglioso del parco e dall’imponente Palazzo Ducale, simboli di una storia millenaria. Pavullo, con le sue fontane e i suoi vicoli accoglienti, offre il meritato riposo e la possibilità di celebrare la conquista di questa seconda tappa, un tassello importante nel mosaico di emozioni che la Via Vandelli regala.
il borgo medievale di Montecuccolo
La terza tappa della Via Vandelli, simile alla precedente per varietà di paesaggi, offre nuovi spunti di interesse storico e naturalistico. Si parte da Pavullo e, attraversando l’aeroporto, si imbocca una ciclabile che conduce a un borgo caratteristico. Dopo una salita nel bosco, si raggiunge Montecuccolo, borgo medievale con un castello e una fontana con una scultura di gufo, ideale per una sosta. Si prosegue tra boschi e valli, fino a raggiungere il punto più basso della tappa, per poi affrontare una ripida salita verso Monzone.
Da qui, una strada panoramica conduce al suggestivo Ponte del Diavolo, un luogo ricco di storia e leggenda. Il cammino continua tra rocce e sabbia, con una ripida salita verso il Colle Montese, che sovrasta Lama Mocogno, dove è possibile trovare bar e negozi per rifornirsi di acqua e cibo. Attraversata La Serra, si sale tra prati fino a Borra, da cui un sentiero conduce a Cà Don Carlo e poi, attraverso la pineta ducale, al lastricato originale della Via Vandelli del XVIII secolo. Infine, si arriva a La Santona, meta della tappa, con fontane, ristoranti e alberghi per la cena e il pernottamento. Per chi preferisce dormire in tenda, è disponibile un campeggio non lontano dal centro, oppure è possibile cercare un luogo adatto lungo il percorso, avendo cura di rispettare l’ambiente circostante.
Durante il sentiero ci accompagnerà il Monte Cimone in lontananza
La tappa intermedia della Via Vandelli, prevalentemente in quota, regala panorami mozzafiato. Il percorso segue fedelmente l’antico tracciato settecentesco, con dislivelli contenuti, ad eccezione degli ultimi chilometri. Da La Santona, si raggiunge Le Lezze e il prato della Via Inferno, per poi immergersi nei boschi di faggi e castagni. A 1.350 metri di altitudine, nei pressi di Monte all’Albero, inizia la discesa verso il Passo Cento Croci, punto di metà percorso tra Modena e Massa. Il sentiero, ampio e pianeggiante, offre una splendida vista sulla capanna di Cà Guerri, con l’albero solitario e il Monte Cimone sullo sfondo. Si prosegue tra boschi, guadi e muretti a secco, tra i 1.250 e i 1.350 metri di altitudine, fino al Sasso Tignoso.
Il bellissimo borgo di Castelnuovo di Garfagnana
La quinta tappa della Via Vandelli, pur essendo lunga, offre un respiro di sollievo per le gambe grazie al dislivello in salita minimo. L’elemento dominante di questa giornata è l’acqua, compagna di viaggio lungo torrenti che guidano prima al Lago di Prà di Lama, poi ai ponti di Castelnuovo di Garfagnana e infine al Lago di Pontecosi. Da San Pellegrino in Alpe, il sentiero si snoda vicino al crinale, regalando viste panoramiche sulla valle e sulle vette circostanti. In pochi chilometri, tra sentieri boscosi e tratti asfaltati, si scende di circa 1.000 metri, attraversando borghi come Bettola e Pellizzana.
Raggiunta Campori, il percorso diventa pianeggiante, seguendo il Torrente di Castiglione fino a Pieve Fosciana. Qui, il tracciato originale, oggi sotto l’asfalto, lascia spazio a un sentiero che collega Pieve a Castelnuovo. Una deviazione conduce al Lago Prà di Lama, alimentato da sorgenti termali, prima di entrare nelle mura medievali di Castelnuovo di Garfagnana, ideale per una sosta e un rifornimento d’acqua.Si prosegue lungo il Fiume Serchio, costeggiando il Lago di Pontecosi, fino a Poggio, meta della tappa. A Poggio, diverse opzioni di ristoro e alloggio attendono i viandanti.
È consigliabile essere autosufficienti con le provviste, soprattutto nella prima parte del cammino, poiché le possibilità di rifornimento lungo il percorso sono limitate, ad eccezione di Castelnuovo.
Il Magnifico Lago Vagli che oncontreremo nel nostro percorso
La penultima tappa della Via Vandelli, seppur breve, richiede un certo impegno a causa del notevole dislivello in salita. La fatica, però, è ampiamente ripagata dalla bellezza dei panorami e dall’atmosfera unica dell’alta montagna. Il Lago di Vagli, il maestoso Passo della Tambura e la suggestiva Finestra Vandelli sono i punti salienti di questa tappa, forse dell’intero percorso. Si parte da Poggio, risalendo il corso del torrente Edron, tra boschi e mulini, fino a raggiungere la diga del Lago di Vagli, sotto cui si trova il paese sommerso di Fabbriche di Careggine.
La salita verso Vagli Sopra conduce alla selvaggia Valle d’Arnetola, tra cave di marmo e antichi casolari. La strada si fa ripida, mettendo a dura prova le gambe, ma la soddisfazione di raggiungere i 1.620 metri del Passo della Tambura è immensa. La vista che si apre è spettacolare: le Alpi Apuane, Massa, i promontori della Liguria e il Mar Tirreno fino alle isole. Dopo un assaggio della discesa a tornanti, si arriva alla Finestra Vandelli, ai Campaniletti, con il Rifugio Nello Conti, meta di questa tappa, poco distante.
Lungo il percorso, soprattutto nella prima metà, si trovano punti di ristoro per rifornirsi di acqua e cibo, ma è consigliabile essere autosufficienti per la seconda parte. Il Rifugio Nello Conti offre ospitalità per la notte, ma è necessario prenotare in anticipo.
La fine della Via Vandelli: Piazza Aranci a Massa
L’ultima tappa della Via Vandelli, dai Campaniletti a Massa, segna il culmine di questa avventura, dalle vette delle Alpi Apuane al Palazzo Ducale e al mare. Questa tappa, tra le più brevi, presenta un dislivello in discesa significativo, ma minimo in salita. Il percorso offre uno degli scenari più spettacolari della Via: i tornanti di pietra settecenteschi che superano le ripide pareti montuose. Partendo dal Rifugio Nello Conti, si scende lungo il sentiero, seguendo la serpentina di pietra che disegna il fianco delle montagne. Durante la discesa, si possono ammirare panorami mozzafiato. Lungo il percorso, si passa per Le Teste, luogo di esecuzione di briganti, come testimonia una lapide.
Raggiunta Resceto, la discesa si fa più dolce, tra sentieri e strade lungo il canale. Attraversati i paesi di Gronda e Guadine, al bivio per Forno, si imbocca il sentiero del Bizzarro, tra mulattiere e miniere, costeggiando il Frigido fino a Massa. In questa fase finale, non mancano punti di ristoro per acqua e cibo, soprattutto dopo Resceto, con l’aumento della popolazione e dei servizi. La tappa si conclude in Piazza Aranci, di fronte al Palazzo Ducale. Per raggiungere la stazione ferroviaria, si prosegue lungo Via Roma. E per chi volesse concludere il viaggio con un tuffo al mare, basta seguire il parco fluviale del Frigido fino al Mar Tirreno.
Receptionist e Guida escursionistica: amo la montagna, la bici e tutto ciò che è esplorazione, lenta e autentica.
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