Un luogo una volta abbandonato, con tutto il suo fascino e mistero, rinasce come una fenice il cui autoritratto si trova nel lago su cui si butta a capofitto. Scopriamo la magica e misteriosa Isola Santa.
Per arrivare ad Isola Santa, da Castelnuovo Garfagnana seguiamo in auto le indicazioni per giungere ad Arni e Seravezza seguendo la SP13 per 13 km. Possiamo arrivare anche in autobus da Castelnuovo Garfagnana, oppure da Querceta o Pietrasanta, tramite la linea VAIBUS Q35.
In quanto ai sentieri da percorrere, già solo il giro del lago sarà una scoperta rigenerante, ma possiamo percorrere il giro ad anello che dall’isola ci porterà a scoprire la meraviglia delle Alpi Apuane delicatamente dipinte sull’umida tela del Lago Santo. Facendo un pezzo di giro del lago giungiamo poi su una strada asfaltata per poi prendere il sentiero CAI 9, a partire dalla diga di quel meraviglioso dipinto acquatico sul quale si affaccia l’isola. Seguendo lo stesso sentiero arriviamo, da una costante salita, al Colle di Favilla, dal quale poi prendiamo un sentiero a destra (CAI 11) che ci accompagna fino all’alpeggio di Puntato.
Siamo ad un punto panoramico da dove lo sguardo si apre ammaliato sulle cime di Pizzo delle Saette, Sumbra, Freddone e Corchia. Il sentiero prosegue fino ad arrivare al Rifugio “Il Robbio”, dal quale seguiamo poi un sentiero segnato da dei bolli rossi, seguendo le indicazioni per via di cava. Arriviamo alla cava di Gufonaglia raggiungendo il letto della Turrite Secca per salire leggermente ricongiungendoci ad un pezzo di strada fatto all’andata e completare il giro.
Girare il borgo è davvero questione di 15 minuti, se non meno, poiché è veramente piccolissimo. Il lago artificiale è alimentato dal torrente Turrite Secca. Il paesino sorge ai piedi delle rovine di un antico hospitale, punto di ristoro e di sosta per i pellegrini che attraversavano le Alpi Apuane.
In tali antichi tempi il borgo si specchiava nel torrente che oggi alimenta il lago artificiale. Tuttavia, negli anni ’50 venne costruita una diga per lo sfruttamento della corrente idroelettrica, sommergendo parte del vecchio paese, il quale iniziò a diventare un borgo fantasma.
La speranza, però, è sempre l’ultima a morire: negli anni 2000 un progetto di ristrutturazione risollevò il paese dalle sue rovine come una fenice dalle proprie ceneri, trasformandolo in una gettonata attrazione turistica e dunque in un paese-albergo.
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