L’autunno è una stagione che incanta: le foglie degli alberi si colorano di colori caldi, meravigliosi. Vanno dal rosso, al giallo, all’arancione…ma ci siamo mai chiesti come mai questo accade? Ecco che se andiamo a scavare nel profondo, il magico mondo delle piante ci sorprende ancora una volta. Perché gli alberi cambiano colore? Dare una risposta a questa domanda potrebbe portarci a scoprire un intero mondo all’interno di questo pianeta miracoloso che abbiamo l’onore di chiamare Casa.
Una prima cosa da annotare è che questo fenomeno non accade a tutti gli alberi e non a tutte le latitudini. Il cambiamento fa parte della vita, per qualunque essere vivente, cosa che abbiamo già accertato che le piante sono (clicca qui per scoprirne di più). Tuttavia, quando gli alberi cambiano è perché vogliono lanciare un messaggio: hanno talmente tanta energia che possono permettersi di colorarsi. In passato, si diceva invece che il loro colore in autunno fosse dato dal riassorbimento della clorofilla. Ciò veniva spiegato col fatto che la produzione di questa sostanza è particolarmente faticosa. Dunque, qualche settimana prima di perdere le foglie gli alberi comincerebbero a riassorbire questa molecola così preziosa, mostrandoci quei colori che erano già all’interno della foglia, ma che non si potevano notare poiché coperti dal verde. Questa teoria è stata ufficialmente adottata come corretta per molti anni…finché la sorpresa non è arrivata.
Questa teoria non includeva una potenziale necessità, addirittura una potenziale scelta. Invece, le cose stanno molto diversamente. Gli alberi cambiano colore perché sono essi stessi che producono tali sfumature. Ma come mai una pianta dovrebbe sfoggiare dei colori così meravigliosi, utilizzando energia per colorarsi, quando poi perderanno le foglie entro poche settimane? Ebbene, siamo di fronte ad un segnale. Le piante comunicano spesso e molto efficacemente. Si scambiano informazioni di continuo. Proprio perché esse sono sessili (immobili) hanno una forte necessità di comunicare con le piante vicine. Generalmente questo accade tramite la produzione di molecole chimiche, volatili. Il colorarsi delle foglie è un messaggio diverso: è diretto agli animali. Si chiama segnale onesto. Similmente, le gazzelle saltano di fronte ad un leone per dimostrare la loro energia e convincerlo di non essere una buona preda, perché gli sfuggirebbero. È come se gli dicessero: non vedi come sono forte, quanta energia ho? Vai a cercarti un’altra preda. Allo stesso modo, prendiamo l’esempio degli aceri. Essi mandano un messaggio agli afidi, dicendo loro di deporre le loro uova altrove. Si dimostrano forti, cambiando colore e comunicando agli afidi che avrebbero la meglio anche sulle loro uova.
Da qui scaturisce una riflessione che potrebbe davvero aprire la nostra mente e il nostro cuore. Nel corso di questa serie di approfondimenti sul magico mondo delle piante, abbiamo riscoperto come ogni essere vivente nella natura sia connesso con l’ambiente circostante. Noi non abbiamo questa capacità. Per capire perché gli alberi cambiano colore abbiamo dovuto sbagliare, studiare e riflettere. Un leone che vede saltare una gazzella sa già istintivamente che perderebbe solo tempo a provare a cacciare quelle che saltano più in alto. Gli afidi sanno già che quell’acero con le foglie dalle cinquanta sfumature di rosso sta comunicando con loro. Sanno già quello che viene detto loro. Ciò è una dimostrazione di quanto dovremmo studiare molto di più sul mondo vegetale che ci circonda. Entrare in un contatto più profondo con le piante, comprendendole di più, non sarà che un beneficio per la nostra società. Non dobbiamo semplicemente studiare. Dopo aver appreso come funziona il mondo delle piante, dovremmo cercare di creare un’interconnessione costruttiva e proficua con loro. Ciò accadrà lasciando spazio nella nostra vita ad una sensibilità di fondo e ad una gratitudine per ciò che gli alberi fanno per noi: tenerci in vita.
Scopri di più su questo argomento ascoltando l’intervista di Stefano Mancuso dalla quale ho preso le informazioni per questo articolo. Clicca qui.
Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.
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