Lago di Place Moulin, trekking sullo specchio turchese della Valpelline

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 15 Mag 2023

Al fondo della Valpelline si trova il Lago di Place Moulin, questo ampio bacino idrico dalle acque azzurre incassate tra ripide pareti che rendono il paesaggio simile ad un fiordo norvegese. A fianco di esso si snoda una strada sterrata che fa percorrere agevolmente tutta la riva, tra boschi ed isolati edifici caratteristici, per arrivare alla spianata dove sorge un accogliente rifugio.

Una escursione di alta quota, poiché si arriva quasi a duemila metri di altitudine, ma di facile accesso e adatta a tutti, anche a chi si muove con la famiglia.

Lo sbarramento risale al 1965 ed è il bacino più grande della Valle d’Aosta con una imponente diga annoverata tra le più grandi d’Europa. Prenotando, tra maggio e settembre è possibile visitarne l’interno.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 3 ore totali
  • Distanza: 10 Km totali
  • Dislivello: 250 md+ totali
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: rifugio Prarayer
  • Segnavia percorso: 9-Prarayer; 8A; 8
  • Periodo adatto: Da giugno a ottobre
  • Dove parcheggiare: diga di Place Moulin

Itinerario

Lago di Place Moulin

L’ampio parcheggio (1980 metri di altitudine) offre una vista sull’impressionante parete della diga (panchine). Dal fondo di questo si imbocca la sterrata che prosegue oltre una sbarra. Ci si tiene sempre lungo l’ampia sterrata graduale, ignorando i pochi sentieri e le rade strade che si staccano verso sinistra per tenersi lungo le rive del bacino che si rivela con colori straordinari mentre le pareti montane lo abbracciano creando similitudini con i più bei fiordi norvegesi. A tratti si incontrano cascatelle rinfrescanti, molto apprezzate nelle giornate calde.

Meraviglioso il passaggio su ponte che permette di attraversare il torrente d’Oren, qui incassato in una stretta gola ruggente. Poco oltre si raggiunge la cappella di Novailloz, cui fa compagnia un isolato rascard di legno in posizione invidiabile sul lago.

Un breve tratto di ripida selciata porta ai pascoli dell’alpeggio La Lè, mentre lo sguardo corre alla fine del lago e alle cime che lo sovrastano, imbiancate dal ghiacciaio Grandes Murailles. Un ultimo, graduale, tratto porta ai prati che declinano verso le acque e agli edifici di Prarayer tra cui sorge il rifugio omonimo (fontana, 2005 metri di altitudine).

Da Prarayer si torna ora indietro lungo la sterrata di arrivo fino tornare all’alpeggio La Lè. Da qui si prende la sterrata a destra (cartello rifugio Colle Nacamuli 8A) che con salita ripida porta all’alpeggio Pra Mondzou (2088 metri di altitudine).

Si prende a sinistra passando su un ponte l’impressionante gola in cui ruggisce il torrente d’Oren. Appena oltre, si tiene il sentiero a sinistra (numero 8) che procede parallelo alla strada fatta all’andata ma a quota superiore. Alternando tratti pianeggianti a strappetti in salita si arriva ai ruderi dell’alpeggio Bas Oren (2194 metri di altitudine) da cui si apre la vista più bella che abbraccia l’intero bacino.

Si continua sempre dritti (cartello Place Moulin 8) alternando tratti di pascoli a lariceti e pietraie, ormai in discesa. Il sentiero confluisce su una sterrata inerbita passando per l’alpeggio Arpeysau (2114 metri di altitudine) dal fontanile scolpito. La sterrata ormai è in discesa continua. Appena dopo l’alpeggio il sentiero numero 8 si stacca verso sinistra, scendendo con un traverso fino a raccordare sulla sterrata dell’andata.

La torre di Oyace e l’Orrido di Betenda

Lago di Place Moulin

Risalendo la Valpelline salta all’occhio questa torre che fa capolino sopra la cima degli alberi, issata su un promontorio sopra la borgata di Oyace. Detta anche La Tornalla, fu citata come castello già nel 1197, fatto poi smantellare tra il 1233 ed il 1253 da Amedeo IV conte di Savoia per punire i signori di Oyace e rimase la sola torre che presenta una interessante pianta ottagonale. Forse proprio per questa forma, una leggenda la vuole fatta costruire da un gruppo di saraceni qui rifugiatosi attorno all’anno Mille.

Ai piedi della rupe su cui sorge la torre scorre il torrente Buthier che in un punto si stringe tanto da creare un orrido, l’Orrido di Betenda, attraversato da un ponte di pietra. Un sentiero che parte dalla frazione Vernosse porta sia all’orrido che alla torre (2 ore circa).

Narra la leggenda che un infuriato signore di Oyace fece inseguire due corteggiatori della castellana. Giunti all’orrido, solo uno, di nome Béteind, ebbe il coraggio di saltare oltre. L’altro venne catturato, cosparso di sale e dato in balia di un gregge di pecore che lo leccarono fino alla morte. Nel punto in cui l’altro giovane si salvò fu costruito il Ponte della Betenda.

Una leggenda

Lago di Place Moulin

Narra una leggenda che a Prarayer vivesse un vecchio in totale isolamento. Si mormorava ch’egli pregasse ogni giorno ma mai nessuno l’aveva visto scendere in paese, nemmeno nel giorno di Pasqua per comunicarsi. Il parroco lo fece allora chiamare perché si confessasse ed il vecchio, ubbidiente, scese a Valpelline. Il parroco si aspettava una lunga confessione poiché mai il vecchio si era presentato in chiesa, ed essendo una tiepida giornata lo invitò a levarsi il mantello. Il vecchio ubbidì, si tolse il mantello, lo piegò e lo appoggiò ai raggi di sole che entravano di sbieco dalla finestra della chiesa. Ed il mantello rimase lì sospeso. Il parroco, stupito, capì di avere di fronte un santo. Si dice che a Prarayer, sulle pietre dove il santo era solito inginocchiarsi, siano rimaste impresse le orme delle sua ginocchia.

Informazioni utili

Ampi parcheggi al termine della strada, presso la diga, a pagamento da maggio a ottobre.
Data la quota necessarie calzature adeguate e, in estate, crema solare.

Sito ufficiale della Valle d’Aosta, www.lovevda.it
CVA www.cvaspa.it

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.

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