Maremma: camminando tra le vie cave degli etruschi

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 02 Mar 2023

Area archeologica di Sovana

In piena Maremma toscana si trovano le testimonianze tangibili dei primi abitanti della nostra penisola: gli Etruschi. Nella zona del comune di Sorano sono rimaste diverse realtà facilmente visitabili come le impressionanti e misteriose Vie Cave. Non sono soltanto i resti delle tombe a colpire, quanto i passaggi scavati nel tufo, a volte ampi tanto da lasciar passare un carro, altre volte così stretti da poter toccare entrambi i lati allargando semplicemente le braccia

Dal parcheggio si allungano due percorsi distinti: uno porta alle tombe monumentali passando per l’ampia Via Cava del Cavone, mentre dalla parte opposta si percorre la più piccola Via Cava San Sebastiano che porta ad una sorta di oratorio e a tombe più modeste ma altamente suggestive. Diciamo la verità, si deve lavorare molto di fantasia, e farsi aiutare dai pannelli presenti in loco, per rivedere queste strutture così com’erano in origine, ma la suggestione che offre l’ambiente stesso è davvero potente.

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 2 ore totali, soste escluse
  • Distanza: 6 Km totali
  • Dislivello: 200 md+ totali
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua Sovana
  • Segnavia percorso: Cartelli indicatori
  • Periodo adatto: Tutto l’anno
  • Dove parcheggiare: Area archeologica di Sovana

Il Cavone

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Dal parcheggio si tiene inizialmente la sinistra così da arrivare all’inizio dell’area archeologica e alla biglietteria, che presenta subito una biforcazione.

Tenendo la destra si può percorrere l’ampia Via Cava Il Cavone, un passaggio delimitato dai due lati da alte pareti di tufo in cui appare una piccola nicchia, di epoca medievale, che doveva contenere un’immagine sacra utile a proteggere i viandanti. Oggi le pareti sono ricoperte di vegetazione, ma il passaggio è talmente ampio che è facile immaginare l’attraversamento di carri e carovane di muli. Un cippo con pannello illustrativo indica il punto da cui tornare indietro: una svastica, simbolo di rinascita, ed una iscrizione di epoca etrusca.

Poggio Prisco

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Si prende ora l’altro percorso salendo alcuni gradoni di tufo e ad un ulteriore bivio. Di nuovo a destra si prosegue verso la Tomba del Tifone datata alla seconda metà del IV secolo a.C. In realtà siamo davanti ad una svista archeologica poiché il tifone del nome, un mostro marino con code di serpente, sembra non aver ragione d’essere poiché sembra che, in realtà, la decorazione sovrastante il timpano originale fosse invece un busto femminile circondato da foglie e fiori.

Di nuovo al bivio, tenendo sempre la destra si può percorrere la Via Cava di Poggio Prisco simile alla precedente ma più stretta, a tratti quasi buia e che porta a sbucare in un uliveto.

Le Tombe monumentali

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Di nuovo al bivio, si continua ora per la scalinata che fa salire alla monumentale Tomba di Ildebranda, la più ampia e imponente. Nessuna leggiadra fanciulla: deve il suo nome a Idelbrando di Sovana, salito al seggio papale con il nome di Gregorio VII (1015-1085). È costruita ad imitazione di un tempio colonnato, a più livelli, accessibile con due scalinate laterali e si suppone che fosse riccamente decorata a colori accesi e vividi. 

Il sentiero prosegue poi gradevole passando per la Tomba dei Demoni Alati datata al III secolo a.C. Coperti da una tettoia riposano le sculture sopravvissute al tempo come il frontone con raffigurato un demone alato con coda di serpente, ed i resti di due leoni. In una nicchia si trova la statua del defunto, con a lato una figura femminile in cui è identificata una Vanth, la divinità degli inferi destinata ad accompagnare le anime. Il percorso termina infine alla Tomba Pola, caratterizzata da una colonna ancora intatta.

San Sebastiano

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Dal parcheggio si prende quindi in direzione opposta, direzione Sovana, e dopo un breve tratto lungo la strada asfaltata si raggiunge una passerella che porta al prato con tavolini che circonda la cappella di San Sebastiano del XVII secolo.

Subito dopo ecco l’ennesimo bivio: si comincia questa volta tenendo la sinistra percorrendo così un sentiero quasi pianeggiante che passa davanti ad alcune tombe dette a “semidado”, datate alla seconda metà del III secolo a.C., per arrivare alla Tomba della Sirena, il cui frontone presenta un demone alato fornito di doppia coda, identificato con Scilla.

Tornati indietro, si percorre ora la Via Cava a nostro parere più suggestiva di tutte: la Via Cava San Sebastiano. Il percorso è stretto, tanto da potersi appoggiare con le mani ad entrambi i lati (e in caso di piogge recenti è un’operazione necessaria poiché il fondo diventa scivoloso) mentre lo scavo è profondo più di venti metri. Verso la fine una scalinata fa prendere rapidamente quota portando ad un oratorio rupestre di epoca medievale molto suggestivo. Affacciandosi dalle aperture, è possibile scorgere, laggiù in basso, la via cava in cui si è passati.

Informazioni utili 

Il parcheggio dell’area archeologica si trova ad appena 2 chilometri a ovest del centro di Sovana, frazione del comune di Sorano, direzione Saturnia

Nel parcheggio si trovano servizi igienici ma nessuna fontana , necessario quindi attrezzarsi in anticipo.

Parco Archeologico Città del Tufo Sorano: www.leviecave.it 

Destinazione Toscana: www.visittuscany.com

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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