Una sfida per escursionisti esperti nel cuore delle Alpi Apuane: ci sono anche altre varianti più accessibili per raggiungere la sua vetta

Alessio Gabrielli  | 20 Apr 2025

Anche le Alpi Apuane hanno il loro Cervino: si chiama Pizzo d’Uccello ed è da sempre la gioia degli escursionisti e una sfida unica per gli alpinisti più esperti. La sua vetta è raggiungibile da due versanti: da quello meridionale, accessibile a tutti gli escursionisti che abbiano esperienza alpinistica, e il versante nord, anzi, la parete nord, da sempre via inaccessibile ai più e riservata solo agli alpinisti con una grandissima esperienza di arrampicata alle spalle. Il percorso che vi presentiamo oggi noi di GoodTrekking è un anello, piuttosto breve ma anche altrettanto tecnico, dedicato agli escursionisti con una pregressa esperienza che, al termine, vi darà una enorme soddisfazione e vi permetterà di scoprire il volto più selvaggio delle Alpi Apuane.

La via normale del Pizzo d’Uccello (anello da foce Siggioli) un’esperienza unica

Scheda tecnica

  • Punto di partenza: Minucciano, loc. Orto di Donna – parcheggio Rifugio Donegani (LU)
  • Punto d’arrivo: Minucciano, loc. Orto di Donna – parcheggio Rifugio Donegani (LU)
  • Lunghezza: 4,9 km
  • Dislivello di salita: 580 mt
  • Tempo di percorrenza: 3 ore circa
  • Difficoltà: Difficile – EE (Escursionisti Esperti)
  • Periodo dell’anno: dalla primavera all’autunno (nei mesi più freddi solo con esperienza specifica su neve e ghiaccio e attrezzatura adeguata)

Mappa

Si parte dal Donegani

Sicuro porto nel mare in tempesta, il Rifugio Donegani è sempre punto di partenza, e allo stesso tempo meta, delle nostre escursioni nella vallata di Orto di Donna. Raggiungerlo è semplicissimo, a patto però che siate muniti di un mezzo di trasporto perché, ahinoi, la vallata non è minimamente servita da alcun servizio di trasporto pubblico; in questo caso, infatti, dovreste fermarvi a Minucciano, allungando qualsiasi escursione di altri 5 km abbondanti. In auto sarà invece molto più semplice: attraversato Minucciano, castello medievale che merita assolutamente una sosta e una visita, considerato l’eccellente stato di conservazione e di originalità in cui si trova. Terminata la visita in questo magnifico borgo risalente al IX secolo, dopo circa un km troverete, sulla destra, le indicazioni per la Val Serenaia e il Rifugio Donegani; 5 km e sarete nel parcheggio del rifugio.

Qualora invece voleste allungare la passeggiata di qualche centinaio di metri, potrete appoggiarvi al Rifugio Val Serenaia, che si trova un po’ prima del Donegani. Questa struttura era, anticamente la casa del guardiano delle vicine cave di marmo, deputato alla vigilanza sugli impianti, la rilevazione delle condizioni metereologiche e la distribuzione degli esplosivi per le operazioni estrattive. Insomma, un luogo ricco di storia e di fascino.

Da foce Siggioli sarete in prima fila davanti alla Nord

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Scarponi, zaino e attrezzatura pronta? Bene, si parte. Proseguite sull’asfalto, superando il Rifugio che rimarrà alla vostra destra. Qualche centinaio di metri e troverete, sul pendio boscoso a lato strada, l’imbocco del sentiero 187, la via più breve per questa selletta, famigerata tra gli alpinisti esperti. Sì perché, dovete sapere, che dalla Siggioli parte la ferrata del CAI di Pisa che porta all’attacco della parete Nord; ma ne parleremo più avanti. Concentriamoci ora sulla salita: il sentiero è ripido, ma ben segnato e, soprattutto, costantemente in ombra. Qui servono fiato e gambe, ma tutto sommato la salita è semplice, senza nessun passaggio tecnico.

L’arrivo sulla selletta è a paragonabile all’ingresso nella sala delle Maestà in trono degli Uffizi, dove i capolavori di Cimabue, Giotto e Duccio di Buoninsegna vi si parano davanti in tutta la loro magnificenza: qui sarà la parete Nord del Pizzo a rappresentare la più bella opera d’arte che abbiate mai potuto ammirare; 850 metri di parete verticale a picco sul solco d’Equi davanti ai vostri occhi. Ne rimarrete letteralmente estasiati.

Da Siggioli al Pizzo, via foce Giovo

Una volta che vi sarete ripresi dalla fatica e dallo stupore, potrete ripartire, proseguendo lungo la cresta che punta in direzione sud. Non lasciatevi ingannare: dalla vostra visuale la vetta sembrerà a due passi, ma così non è. Il sentiero che vi condurrà sino a foce Giovo viaggia continua a salire, con alcuni passaggi piuttosto tecnici per i quali è richiesta una certa esperienza e di non soffrire di vertigini, a causa di alcuni tratti un po’ esposti. Arrivati quasi al Giovo (avrete la foce a vista), svolterete con decisione verso destra, in direzione della vetta. Il sentiero è contrassegnato con il colore blu, il che significa che a tratti non è ben visibile e bisogna andare un po’ a occhio. Alcuni brevissimi (e facilissimi) tratti di arrampicata vi faranno sentire veri alpinisti, sino a raggiungere l’ultimo tratto che si sviluppa lungo la cresta, sino alla cima.

La vista è magnifica e spazia a 360° su tutte le cime circostanti: il Sagro, il Pisanino, gli Zucchi, il Cavallo e il Contrario saranno tutti intorno a voi, come se foste all’interno di un magico teatro. La vetta rappresenta il naturale spartiacque fra la Lunigiana (a nord) e la Garfagnana (a sud).

Si scende dal Giovo: occhio alla pendenza!

Riprenderete quindi il sentiero dal quale siete arrivati sino al bivio che abbiamo visto poco fa. Qui andrete a destra, verso foce Giovo, per poi scendere dal sentiero 37, che si addentra nel bosco. Il tracciato evita le cave di marmo, sulle quali però avrete una visione diretta, perfetta per gli appassionati che vorranno immortalare qualche momento di vita di cava. Attenzione all’ultimo tratto del sentiero che è particolarmente ripido: qualora fosse necessario aiutatevi con i bastoncini per avere un appoggio in più. Una volta arrivati all’inizio della strada marmifera il Donegani è veramente a pochi passi: potrete optare se proseguire sulla strada asfaltata in discesa oppure tagliare dal bosco, continuando a seguire il sentiero 37 nel suo ultimo tratto.

Pizzo d’Uccello rules

La montagna ha le sue regole e ogni montagna ha le proprie…e il Pizzo non fa eccezione. Escursione breve ma, a tratti, piuttosto tecnica: necessari allenamento ed esperienza alpinistica. NON avventuratevi qualora non possedeste una di queste due necessarie qualità.  Sfruttando il Giovo anche per la salita, tuttavia, sarà possibile tagliare il tratto che arriva dalla Siggioli, ma rimane comunque l’attacco alla vetta che non è per principianti. Attrezzatura standard e acqua assolutamente vitali: non ci sono fonti e una buona parte del percorso è esposto al sole.

Un buon cappello da trekking è assolutamente consigliato: su Amazon potrete trovare il modello Bora Bora della Columbia, in offerta a 25,52€ su Amazon. In questo trekking può tornare utile anche avere un caschetto, visto i diversi passaggi sotto le creste e la possibilità che vi arrivi qualche sasso sul capoccione; anche per questo Amazon vi viene in soccorso con il modello Toxo di Salewa, acquistabile a soli 46,17€. Infine, la discesa può diventare insidiosa e a tal proposito saranno particolarmente utili i bastoncini da trekking modello Glymins, su Amazon a 35,99€.

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor



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