Nelle Langhe, dalla cappella del Barolo al cedro degli innamorati

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 25 Apr 2023

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 1,45 ore sola andata
  • Distanza: 5 km sola andata
  • Dislivello: 280 md- 80md+ sola andata
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: La Morra, piazza Castello; chiesa dell’Annunziata
  • Segnavia percorso: Sentiero del Barolo, segni bianco-rossi, cartelli a triangolo
  • Periodo adatto: Da settembre a maggio
  • Dove parcheggiare: La Morra, piazza Vittorio Emanuele

La cappella del Barolo e il cedro degli innamorati

cappella_del_barolo

Escursione tra le vigne del pregiato Barolo, attraversando panorami grandiosi e andando alla scoperta di due elementi unici: l’artistica cappella delle Brunate, dagli intensi colori che fanno da contraltare al terreno agricolo che la circonda, e un grandioso e storico cedro che ricorda con la sua veneranda età come l’amore riesca a sopravvivere a tutto. Una giornata da passare tra panorami e vigneti ma anche della storia e del gusto, passeggiando per le vie della cittadina di La Morra alla ricerca di monumenti ed enoteche.

Itinerario 

Dall’Ufficio del Turismo di La Morra in piazza Martiri 1 (480 metri di altitudine) si sale brevemente lungo via Umberto fino ad arrivare all’area pedonale di piazza Castello da cui si apre la vista sulle colline verso sud, aiutati da un pannello che indica le principali località. Cercando un po’, è possibile scorgere verso destra anche la meta intermedia della nostra passeggiata.

Dal pannello si imbocca la stradina pedonale in discesa che passando per la zona dei bastioni porta in via Marconi percorrendo la quale, verso destra, si arriva sulla provinciale via Roma.

Si segue brevemente questa a sinistra prestando attenzione, poiché è una strada alquanto trafficata, ignorando un primo vicolo a sinistra per imboccare la via seguente, sempre a sinistra, segnalata da parecchi cartelli oltre al quello del “Sentiero del Barolo” (segno giallo del “sentiero delle grandi vigne n. 6”, cartello bianco/rosso “Cerequio e Barolo n. 301”).

Si prosegue ora in discesa sulla strada asfaltata a basso traffico che si trasforma presto in sterrata, proprio all’altezza di alcune panchine messe in un punto panoramico dove soffermarsi per guardarsi attorno.

Si continua la discesa tenendosi sempre sulla via più grande fino ad un bivio dove si abbandona la segnaletica per girare a sinistra, in discesa più netta e dirigendosi  verso  borgata Fontanazza.

Passando tra bei vigneti da cui si ottiene il pregiato Barolo si arriva ad un primo podere in rovina e quindi, su asfalto, ad una seconda abitazione superata la quale si arriva alla coloratissima Cappella delle Brunate (315 metri di altitudine).

È questo il nome reale dalla zona in cui sorge, Brunate, una delle sottozone del Barolo, anche se ormai è maggiormente nota come “Cappella del Barolo”. Edificata nel 1914 dai fratelli Ceretto con il nome di Madonna delle Grazie, in sostituzione di un preesistente pilone votivo, in realtà non venne mai consacrata servendo piuttosto come riparo per i vignaioli sia per la pioggia, sia per il troppo caldo. Nel 1999 venne affidata a due eclettici artisti: l’inglese David Tremplet (1945) si occupò dell’interno mentre l’americano Sol LeWitt (1928-2007) dipinse l’esterno.

Dopo aver fatto le foto di rito, dalla colorata cappella si prosegue un poco sulla strada asfaltata, in discesa, fino a superare una prima curva, per prendere quindi la pista a destra indicata dal cartello in legno “sentieri del Barolo”. Passati accanto una casetta si scende adiacenti ad un primo appezzamento di vigneti per poi piegare di nuovo a sinistra lungo una bella pista erbosa in falsopiano (segni del triangolo del “sentieri del Barolo”). La traccia si interseca con vari passaggi tra i vigneti ma è sempre ben segnata da pennellate bianco/rosse e cartelli a triangolo.

Il bel tragitto devia decisamente a destra scendendo in modo piuttosto ripido fino a raggiungere una strada sterrata dove i segni spariscono. Si attraversa la sterrata per oltrepassare un ponte posto nelle immediate vicinanze, quindi si segue il bordo del vigneto mantenendolo alla propria sinistra e compiendo una specie di zig-zag che riporta ad una traccia più evidente e nuovamente marcata di bianco/rosso. Si prende a destra e quasi subito a sinistra, imboccando una larga pista che si alza in modo deciso in salita fino a raggiungere, verso destra, una casetta isolata sotto un bel pero. Si tratta di un classico “ciabot”, un piccolo edificio adibito a ricovero per i vignaioli, e guardando all’indietro si può vedere tutto il percorso fatto finora, compresa la Cappella delle Brunate.

Si prosegue oltre il casotto in piano, aggirando la collinetta e arrivando alle prime case della borgata Annunziata e subito dopo alla provinciale. Si continua su questa verso destra (marciapiede) passando davanti alla chiesa dell’Annunziata fin quasi alla curva (fontana presso la chiesa).

Proprio sulla curva si abbandona la strada principale per imboccare verso sinistra quella che passa accanto ad un’osteria e che prosegue asfaltata in falsopiano. Poco dopo ecco apparire e scomparire la mole del Cedro del Libano, meta della passeggiata. Superato un grosso complesso di edifici gialli si trova un parcheggio e subito dopo la stradina a sinistra. Pochi passi e si imbocca la stradina sterrata (chiusa da una sbarra) che sale allo spettacolare Cedro Centenario (276 metri di altitudine) posto in mezzo ai vigneti e con panorama davvero di ampio respiro.

Il cedro del Libano

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Il colle su cui sorge è chiamato Monfalletto, dalla contrazione di Monte Falletti, ossia il nome della potente famiglia proprietaria per secoli del territorio di Barolo e dintorni. L’imponente cedro venne piantato nel 1856 a ricordo del matrimonio d’amore tra Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco. Si trova in proprietà privata, all’interno della Tenuta Monfalletto dei Cordero di Montezemolo. L’accesso, solamente pedonale, è concesso per poter ammirare da vicino questo gigante centenario, a patto che si tenga un corretto comportamento. Tra altre note, è vietato il picnic e salire sui rami.

La vicina frazione Annunziata è la borgata più antica di La Morra, probabilmente già esistente nel II secolo. Nell’anno Mille, sui resti di un castello, sorge l’Abbazia benedettina di San Marino di Mercenasco e pare che già i frati producessero il vino nebiolium. Modificata nel 1479 e nel 1684, nel 1804 ospita Papa Pio VII di ritorno dalla Francia. Passa al comune di La Morra nel 1867 e dal 1965 appartiene al produttore Renato Ratti che nel 1971 realizza il Museo Ratti dei vini di Alba (www.renatoratti.com). Nelle cantine dell’antica abbazia si entra nel mondo dei vini di Alba raccontati tramite gli oggetti che servivano alla produzione, alla conservazione e alla vendita della pregiata bevanda, oggetti che raccontano anche il susseguirsi della storia poiché vi sono anche reperti d’epoca romana.

La Morra

le_langhe

Molti i monumenti interessanti di La Morra, a cominciare dall’Ufficio del turismo ospitato sotto i portici della vecchia Ala del mercato, utilizzata dagli inizi del Novecento fino agli anni Sessanta, e decorata da un ciclo pittorico dedicato al vino, opera dell’artista Riccardo Assom (1944-2020). Piazza Castello è dominata alle spalle dalla Torre Campanaria risalente al 1711 ma che nel basamento mostra gli originali conci di pietra della torre medioevale esistente in precedenza e crollata nel Settecento. Sulla destra invece la piazza è chiusa dalla mole del Palazzo delle Scuole, costruito all’inizio del XX secolo abbattendo un precedente palazzo signorile. I Bastioni che si percorrono, ricostruiti all’inizio del XX secolo, ricalcano le originali mura medioevali e collegano gli originali ingressi della città con porta Borghetto in basso e quella della Cittadella in alto. Sembra che le prime attestazioni della città risalgano all’epoca romana anche se il periodo più importante prende il via dal 1340, quando passò alla famiglia Falletti. Dagli Statuti del 1402 si evince che già la viticultura era praticata poiché vengono citati specificatamente il vitigno Nebbiolo (dal quale si ottiene il Barolo) e il vitigno Pignolo (ormai scomparso). Il mondo del vino è fondamentale per La Morra, qui si trovano ben 39 sottozone di produzione del Barolo. “Sottozona” è l’equivalente italiano del “cru” francese, che indica una zona di territorio circoscritto che produce vini dalle caratteristiche ben precise.

Tra i vini la fa da padrone, ovviamente, sua Maestà il Barolo, ma si producono anche Nebbiolo, Dolcetto e Barbera. Nella Cantina Comunale di La Morra, sita nei locali del Settecento del Palazzo dei Marchesi di Barolo (via Carlo Alberto 2, www.cantinalamorra.com) è possibile assaggiare e acquistare i prodotti più di ottanta produttori diversi.

Tra le specialità gastronomiche, oltre alla tipica cucina langarola, citiamo i Lamorresi: praline di cioccolato con nocciola e annaffiati al Barolo (rigorosamente Cru Brunate!), oppure alla Grappa di Barolo, alla Grappa di Moscato e al Rhum. 

Informazioni utili 

I parcheggi più comodi sono quelli in piazza Vittorio Emanuele, dietro l’ala mercatale. Da qui è possibile raggiungere in meno di 0.2 km l’Ufficio del Turismo lungo una via pedonale e quindi un breve tratto di provinciale.

L’escursione sarebbe fattibile tutto l’anno ma meglio evitare l’estate, troppo calda e assolata, mentre perfetti sono la primavera con i primi verdi novelli, l’autunno dai colori intensi delle vigne, e l’inverno quando una leggera coltre di neve fa spiccare i filati dormienti.

Il ritorno dal cedro a La Morra può avvenire lungo la medesima via dell’andata. In alternativa, tornati indietro al piccolo “ciabot” dell’andata, si segue la segnaletica gialla del “sentiero delle grandi vigne n. 6” che porta a sfiorare la borgata Torriglione e quindi direttamente a La Morra, risparmiando o.5 km e 40 md+.

Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, www.visitlmr.it
Associazione La Morra, www.lamorraturismo.it 

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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