Il cammino dei saraceni nella splendida cornice della Val Tanaro

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 12 Giu 2023

Ad Ormea, nel cuneese, uno spettacolare anello in Alta Val Tanaro attraverso boschi di castagni secolari che porta su suggestivi ponti in pietra e borgate abbandonate per salire ad una antica e panoramica torre di avvistamento contro le incursioni dei Saraceni.

Scheda Tecnica

Tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti (totali)
Distanza: 4,5 Km
Dislivello: + 250 m
Difficoltà: Sentiero Escursionistico (E)
Segnavia percorso: cartelli di legno “Torre dei Saraceni”
Periodo adatto: Tutto l’anno in assenza di ghiaccio e neve
Dove parcheggiare: frazione Barchi

Itinerario

Cammino dei Saraceni

La partenza è dalla frazione Barchi (665 m.), posta al di là della linea ferroviaria e del Tanaro, dal parcheggio appena oltre il ponte e davanti al monumento ai caduti.
Si entra tra le abitazioni della borgata (fontana), andando oltre la chiesa fino a raggiungere un ponte che supera un rio. Si prende ora la strada asfaltata a sinistra (cartello di legno “Torre dei Saraceni” e paletto basso) proseguendo dritti in leggera salita fino a superare il cimitero dove la strada diventa una bella selciata immergendosi in un fitto bosco a prevalenza di castagni.
Quando la via diventa una rampa di cemento si deve prendere il bivio a sinistra seguendo la sterrata fino ad una evidente curva nei pressi di grandi massi, dove la si abbandona per prendere di nuovo a sinistra.

Si arriva così ad un bel ponte di pietra da cui ci si affaccia su una piacevole pozza, facilmente raggiungibile, un luogo dove fermarsi qualche tempo rilassandosi con il rumore dell’acqua che scorre.
Ripreso il cammino, la sterrata sale ancora per un tratto arrivando al punto più elevato dell’intero percorso, a quota 900 metri, dove si comincia a scendere leggermente arrivando ad una caratteristica borgata abbandonata. La si aggira lasciandola alla propria destra (meglio non soffermarsi nei pressi delle abitazioni per il rischio di cedimenti).

Lasciata la borgata alle proprie spalle ci si inoltra in un altro magnifico tratto boscoso dove si trovano tronchi di castagni così grandi da poterci entrare e talmente ritorti da essere un piacere da guardare e lasciar vagare la fantasia.
Si prosegue nel bosco su sentiero fino ad incontrare un ometto di pietre che indica il bivio per la variante di discesa. Per ora si segue il sentiero a destra, in salita, fino ad arrivare alla base della roccia su cui sorge svettante verso il cielo la torre, e dove si trova una panchina.
Si sale ora direttamente sulle rocce, aiutandosi con le mani e con la catena che delimita il vuoto sulla sinistra, un tratto esposto ma privo di difficoltà tecniche, a meno che si soffra di vertigini.
La salita porta alla terrazza prospiciente la torre (845 m.), la cui base si raggiunge ora facilmente con una passerella di legno. Un’apertura permette di accedere all’interno della torre anche se la parte più interessante è la vista che si ha tutto attorno sulla vallata solcata dal Tanaro, un panorama che, tutto sommato, non dev’essere molto diverso da quello osservato dagli antichi abitanti della zona poiché i boschi avvolgono ancora i fianchi montani fitti e impenetrabili.

Per il ritorno si scende nuovamente per la medesima via fino all’ometto di pietre incontrato in salita.
Qui si prende il sentiero a destra che con discesa costante e decisa attraversa il bosco di castagni, sempre ben evidente e privo di bivi. Giunti all’altezza di alcuni orti si è quasi alla borgata di Barchi in cui si entra seguendo una bella pista erbosa. Giunti al cemento si piega a sinistra in forte discesa arrivando ad una fontana dove si prende a sinistra verso il ponte che porta alla strada asfaltata già percorsa all’andata. La si prende a destra in discesa ritornando in breve al parco giochi e, a seguire, al punto di partenza.

I Saraceni

cammino dei saraceni

Risalgono al IX secolo le incursioni in questo territorio da parte di predoni saraceni provenienti dalla costa (sembra dall’attuale Saint-Tropez) che si spingevano nell’entroterra ligure e piemontese.
Proprio per questo furono edificate in questo periodo le numerosi torri di avvistamento che caratterizzano il sud del Piemonte, luoghi da cui scorgere in tempo l’avvicinarsi delle bande di saccheggiatori, così da mettere in salvo la popolazione. Ma anche nel folclore è rimasto il ricordo di tali saccheggi, come si vede nei costumi in stile moresco del gruppo folcloristico “Bal do sabre” di Bagnasco ( cittadina ad una ventina di km da Ormea). Sembra che anche il grano saraceno, un tempo assai utilizzato nella gastronomia della Val Tanaro e ancora presente in una tipica polenta in cui viene mescolato alle patate, sia stato introdotto per primo da questi.

La torre e la leggenda

torre dei saraceni

Questa torre, costruita interamente in pietra, pare che in origine misurasse 27 metri di altezza e all’interno fosse composta da 9 piani con un diametro di 3 metri. Una costruzione circondata da un alone leggendario: la credenza popolare tramanda un aneddoto che ci spiega quanto quel popolo invasore fosse odiato per la sua barbarie. Si narra che la torre avesse un’unica entrata a precipizio sul fiume, un ingresso così angusto da permettere il passaggio di un solo uomo alla volta. Quando i Saraceni uscivano per compiere una delle loro solite scorrerie, lasciavano un’unica sentinella all’interno e al loro rientro utilizzavano fischi come segnali di riconoscimento. La sentinella, riconosciuto il segnale convenzionale, sporgeva la mano e ad uno ad uno faceva entrare i compagni che con un balzo potevano introdursi nella torre. Si narra di un giovane contadino di Barchi, della famiglia Zitta, che spiando i movimenti dei barbari avesse imparato il loro segnale, escogitando un piano per liberarsi della loro scomoda presenza. Un giorno lo Zitta aspettò che tutti i Saraceni fossero usciti dalla torre e, dopo essere riuscito ad entrarvi, uccise la sentinella. Al ritorno dei Saraceni, egli rispose dall’interno al segnale convenuto ed essi, ignari del tranello, offrirono la mano fiduciosi. Il ragazzo li scaraventò ad uno ad uno nel precipizio, con il rumore fragoroso del Tanaro che copriva le grida degli sventurati che furono così tutti uccisi. I valligiani cercarono poi di distruggere la torre lasciando, però, il moncone che tuttora è visibile.

Informazioni utili

ATL del Cuneese: www.visitcuneese.it
Comune di Ormea: www.comune.ormea.cn.it
Gruppo folcloristico: www.prolocobagnasco.it/bal-do-sabre 

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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