Una magia che si è costruita nei secoli, con il lento pazientare del tempo, accompagnato da un ticchettio che ci passa accanto alle orecchie, quasi senza che ce ne accorgiamo, ma ancora lì, ancora potente. E quel tic-tac-tic-tac aumenta, come un climax, senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Ecco che, entrando nella Faggeta di Canfaito, l’orologio del nostro tempo si ferma.
Per noi, il tempo è immobile per farci ascoltare il suono di quella bolla temporale che ha visto crescere quei faggi (clicca qui per scoprire un altro luogo simile, preceduto dal meraviglioso percorso per arrivarci). Dunque, entriamo in questo tempio con rispetto, accompagnati da uno stupore che non ci lascerà mai. Anche una volta usciti da questa chiesa naturale, in cui i tronchi degli alberi fanno da colonne, la Faggeta di Canfaito ci regala un pezzo di quella magia che percepiamo, quella magia che riceviamo, portata a noi dal soffiare del vento.
La Faggeta di Canfaito
Entrare nel tempio della faggeta di Canfaito è un’esperienza sensazionale in ogni stagione. Tuttavia, nella stagione dell’oro e del bronzo, anche detto autunno, viviamo quei circa 1.000 metri sulle colline delle Marche in un modo ancora più perfetto. Oltre a poter ammirare tutti quei faggi che ci raccontano la loro storia, incontreremo un amico verde che ci resterà veramente impresso nel cuore e nella mente. Stiamo parlando del faggio più antico di tutte le Marche, non solo della faggeta di Canfaito, catalogato all’interno dei 300 alberi più monumentali in Italia.
Questo record da solo dovrebbe farci comprendere la maestosità ci questo luogo. Ma se non fosse abbastanza, ci basterà sapere che il vecchio gigante verde (o oro in questo periodo) è anche il più grande di tutti. Ci sarà facile riconoscerlo proprio per la sua dimensione. Dunque, ci facciamo incantare da questo luogo intriso di meraviglia, e siamo ora pronti a conoscere più a fondo il re della faggeta di Canfaito.
La Faggeta di Canfaito
Questo faggio così maestoso non fa parlare di sé soltanto per la sua dimensione alquanto notevole, ma anche per il fatto che una delle sue radici è la più riconoscibile di tutto il bosco. Infatti, riconosciamo la sua radice a forma di chiocciola, l’unica ad avere quella forma in tutta la faggeta di Canfaito. Fermarci a contemplare non è un obbligo, ma un bisogno che ci accorgiamo di avere solo mentre siamo di fronte a quella meraviglia del mondo. Ma perché è così anziano? Ebbene, il faggio secolare che regna sulla faggeta di Canfaito ha ormai superato i 500 anni! Esatto, quest’albero ha vissuto per ben mezzo secolo. La forza, la resilienza, le storie che potrebbe raccontarci vanno oltre ogni limite.
Questo sfocia anche nell’argomento dell’intelligenza delle piante. Un uomo non ha la possibilità materiale di vivere così a lungo, un faggio così imponente sì. È un discorso estremamente interessante, pronto a farci crescere e a donarci umiltà e rispetto nei confronti di questi esseri viventi così intelligenti. Oltretutto, avremo anche la possibilità di spaziare, partendo dalla faggeta di Canfaito, fino allo spettacolare belvedere che si affaccia sulla Valle Matelica.
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Sono Alessio Gabrielli, ho 25 anni. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Tor vergata. Sto proseguendo gli studi presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo.
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