La magia dell’acqua per un borgo miracoloso in provincia di Grosseto, scopri come raggiungerlo a piedi

Alessio Gabrielli  | 31 Lug 2024
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Tra le meravigliose campagne della Toscana, con una cornice a dir poco mozzafiato si incastona il borgo dell’acqua miracolosa: siamo a Santa Fiora. Classificato come uno dei borghi più belli d’Italia, è rinominato “il paese dell’acqua“. L’acqua è vita, e la vita di questo angolo di paradiso della Toscana nasce proprio qui. Infatti, la sorgente del fiume Fiora disseta la maggior parte della provincia di Grosseto. Scopriamo insieme le meraviglie del medievale e pittoresco borgo dell’acqua miracolosa: Santa Fiora.

Gli itinerari da percorrere dal paese dell’acqua

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Santa Fiora vanta un paesaggio invidiabile, e nonostante valga  la pena di prenotare una vacanza solamente per la bellezza del borgo, i percorsi naturalistici che circondano il borgo della vita sono molti e ci lasceranno col fiato sospeso sul filo di un rasoio. Siamo ai possenti piedi del Monte Amiata, un itinerario perfetto da percorrere. Da Santa Fiora dovremo prendere la SP4 Pitigliano-Santa Fiora ed arrivare alla caratteristica frazione di Selva.

Cominciamo da qui il Percorso delle Fonti, che ci consentirà di ammirare dall’alto le sorgenti che continuano a soddisfare la sete di questo piccolo e particolare angolo di mondo. Ci troviamo all’interno della Riserva Naturale Bosco SS Trinità, in un paradiso terrestre che si espande per ben 37 ettari di terreno. Saremo circondati da carpini, noccioli, olmi e…castagni, i re di questo bosco e delle ricette culinarie tipiche della zona (come la famosa polenta di castagne). Ci troviamo all’interno di un’area protetta, e nel rispetto dell’ecosistema, con ammirazione e meraviglia infantile nei nostri occhi, avremo la possibilità di osservare uccelli meravigliosi. Le poiane ci guarderanno mentre noi le renderemo modelle dei nostri ricordi più belli. Arrivati al Convento Francescano, l’arte umana si fonde con quella della natura.

Lecchiamoci i baffi con le prelibatezze tipiche

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Dalle castagne, ai funghi, al cinghiale la gastronomia locale ci tenta con i suoi piatti saporiti e ricchi di gusto quanto di cultura. In base alla stagione, troviamo una ricetta per sbizzarrirci. In estate andiamo di acquacotta (una zuppa povera fatta col pane raffermo, qualunque prodotto si abbia in frigo ed acqua) e una pioggia di cipolla rossa della Selva. L’autunno ci accoglie con le sue castagne al rum, marroni lessi col finocchio e un’abbondanza di funghi porcini e castagne godute come piatto unico.

L’inverno ci scalda il cuore nonostante il freddo con la famosa polenta di castagne e carne di maiale. Invece, la primavera ci mette un sorriso sul volto tramite la sua schiaccia di Pasqua, un dolce tipico a lunga lievitazione simile al panettone o alla colomba, con il vantaggio aggiunto di avere meno zuccheri e meno calorie. Non facciamoci però ingannare dalla scarsa presenza di calorie: il gusto è soffice ed avvolgente. La primavera ci regala anche una meravigliosa ricotta di pecora del Monte Amiata. Ciò che accomuna tutti questi prodotti meravigliosi è che sono principalmente fatti con ingredienti locali e freschissimi. Questo ci permette di avere un perfetto controllo sulla materia prima.

La storia del paese dell’acqua

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Il nome di Santa Fiora ci riconduce a Flora, la dea romana della primavera. Questo è un perfetto indicatore dello spirito di questo magico borgo, sempre gentile anche negli inverni più duri. Riguardo alla fondazione del paese, abbiamo due versioni diverse ma ugualmente affascinanti: i libri di storia ci raccontano che fu fondato dagli Aldobrandeschi sul tramontare del secolo XI. Tuttavia, non possiamo che ascoltare rapiti la versione dei “ciacciai” (dialetto per “cantastorie”) locali: il popolo dei Teutoni era in cerca di zone fertili, e dunque si stabilì nella campagna. In seguito, delle tribù di Goti cominciarono ad infierire feroci attacchi ai Teutoni, i quali decisero di ritirarsi, protetti da forti mura…e così nacque Santa Fiora. Una curiosità: oggi, il paese dell’acqua potrebbe sprofondare e formare una piccola Venezia, ma quello che impedisce che ciò accada è la roccia con cui furono erette le costruzioni. Stiamo parlando di una roccia maculata che prende il nome di peperino, che assorbe l’umidità in eccesso, agendo come una spugna e tenendo in piedi questo borgo fatato.

Informazioni utili

Per arrivare a questo meraviglioso borgo della vita ci dovremo trovare sull’Autostrada del Sole e prendere l’uscita per Firenze Certosa, prendere la superstrada di Firenze/Siena, seguire le indicazioni per Grosseto. Usciamo dunque a Paganico per poi prendere la strada per Monte Amiata – Arcidosso – Santa Fiora.

Ecco successivamente alcuni link utili:

Sito turistico di Santa Fiora 

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Il paese dell’acqua vi aspetta!

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor



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