Alle pendici del Monte Bianco c’è uno dei rifugi più alti d’Italia: passarci una notte è solo per coraggiosi

Emma Valenti  | 20 Ago 2023
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Lo spirito dell’avventura è insito nella natura dell’essere umano, ma per voler pernottare nel Rifugio Bivacco Giusto Gervasutti il coraggio deve vivere potente in noi. Infatti, dormiremo in bilico sulle rocce, in una moderna via di mezzo tra un bivacco e un rifugio. Siamo ai Piedi del Monte Bianco. Andiamo alla scoperta del rifugio in Italia che ci mette più brividi.

Il perché del Rifugio Bivacco Giusto Gervasutti: scopriamo la storia

La possibilità di dormire in questo posto incredibile esisteva ben prima della costruzione nel 2011 del Rifugio Bivacco Giusto Gervasutti. Infatti, quest’ultimo ha sostituito il più vecchio bivacco Gervasutti. Quest’ultimo era stato fondato nel 1948 e successivamente ricostruito nel 1961, su iniziativa della scuola di sci alpinismo Sucai del Club alpino di Torino. La nuova struttura si ispira alle esperienze che si vedono nella nautica ed aeronautica, in cui le strutture high tech permettono alle persone di essere agevolate anche quando le condizioni esterne climatiche sono dure. Non furono necessari cantieri in alta quota per costruire questo nuovo Rifugio Bivacco Giusto Gervasutti. Infatti, gli operai lo costruirono interamente in fabbrica e, in loco, non fecero altro che assemblarlo. Il trasporto avvenne tramite elicottero e il tutto fu montato nel corso di una giornata. A causa dell’ovvia impossibilità di portare l’elettricità a 2835 metri di quota, in mezzo ad un ghiacciaio, sono dei pannelli fotovoltaici a fornire l’energia necessaria. Questo bivacco si presentò per la prima volta al pubblico, in tutto il suo splendore, a Courmayeur per la premiazione Piolet d’or per proclamare l’alpinista migliore al mondo.

La capienza e gli interni

All’interno vi sono l’ingresso, dodici posti letto, divisi in due camere, una sala da pranzo con vista a dir poco mozzafiato, mentre il bagno chimico è sistemato al di fuori della struttura. Decidendo di alloggiare in questo palcoscenico da brivido sul mondo, saremo all’interno di trenta metri quadrati. Gli accumulatori di energia sono sotto al pavimento; si tratta di tecnologia all’avanguardia. Le finiture delle pareti sono in legno di betulla, e gli arredi sono tutti resistenti e semplici da pulire. Le brande sono imbottite con delle reti di fibra con una resistenza molto alta. Ciò le rende antibatteriche e inalterabili. Il ricambio d’aria nelle camere è meccanizzato. Tutto ciò per un peso totale di 1980 kg. Il progetto è firmato dagli architetti Stefano Testa e Luca Gentilcore. Il tocco di modernità è un software gestibile da remoto al posto del diario. Ecco che il comfort incontra la tecnologia all’avanguardia per creare un progetto unico nel suo genere. Il sito è in una posizione davvero mozzafiato, ma per raggiungerlo dobbiamo passare per una salita con dei punti abbastanza esposti e pericolosi. È un’esperienza per i più allenati e coraggiosi, ma il coraggio rende sempre onore agli eroi regalando emozioni difficilmente descrivibili.

Come arrivare al Rifugio Bivacco Giusto Gervasutti

Il percorso per arrivare a questo incredibile luogo parte da Courmayeur, proseguendo in direzione del tunnel e, arrivati ad una grande curva, girando a destra per Val Ferret. Risaliamo la vallata finché non giungiamo a La Vachey, dove lasciamo la macchina per continuare a piedi. Passiamo il ponte ed imbocchiamo il sentiero nel bosco. Dobbiamo seguire i bolli gialli per non perderci, assieme a dei simpatici ometti di pietra. Attraversiamo il torrente, e cominciamo a salire per un sentiero ripido. Le segnaletiche gialle non sono molte ed il sentiero si perde, dunque dovremo fare abbastanza attenzione a dove andiamo. Raggiungeremo poi delle pareti rocciose e qui dovremo attraversare un ruscello. Saliamo, andando a destra, tramite delle placche per un’arrampicata abbastanza facile, di secondo livello. Continuiamo così per circa 80 metri. Successivamente, passiamo per un esposto e ripido sentiero sino ad arrivare ai resti del bivacco di Frebouze a 2360 m di quota. A sinistra passiamo su delle placche al di sotto del Mont Greuvetta. Raggiungeremo il ghiacciaio di Frebouze (2.550 m). Saliamo sul ghiacciaio facendo ben attenzione ai crepacci. Puntiamo infine l’isolotto e approcciamo le rocce da destra. A questo punto saremo arrivati a destinazione.

Informazioni utili

Per prenotare potrete affidarvi al seguente link: scheda_valle.php

Di seguito, allego i link all’immagine in evidenza e l’immagine nel primo paragrafo

Immagine nel primo paragrafo: Bivacco Gervasutti | CAI Torino

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Emma Valenti
Emma Valenti

Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.



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