Fare trekking urbano fino a Rocchetta Mattei è il modo ideale per passeggiare, fare sport e, allo stesso tempo, raggiungere un luogo magico e misterioso, espressione di quel gusto eclettico tipico del XIX secolo che qui raggiunge il suo apice.
La Rocchetta ruota tutta attorno a un personaggio, il facoltoso Cesare Mattei, nominato conte da papa Pio IX nel 1847 e tra i soci fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna. Mattei acquistò i terreni ove oggi sorge la Rocchetta nel 1850; al tempo vi erano i ruderi di una rocca medievale che i locali chiamavano Rocca di Savignano. Su di essi Mattei volle costruire la propria magione; egli sovrintese a tutti i lavori di costruzione e ampliamento, continuati poi dai suoi eredi, e che hanno permesso di realizzare quella magia che si respira in questa struttura. Andiamo a scoprire insieme come raggiungerla.
Punto di partenza del nostro trekking sarà il piccolo paese di Riola, in provincia di Bologna, il cui abitato sorge sul tracciato della SS 64 Porrettana, importante arteria di collegamento fra Pistoia e l’alta Emilia-Romagna. In auto o in moto sarà quindi possibile sfruttare questa importate via di comunicazione; qualora invece voleste optare per il treno Riola è munito di stazione ferroviaria. Il nostro tour, quindi, partirà proprio da qui, luogo perfetto per via del parcheggio. Allacciate le scarpe, prendete al vostra borraccia che si parte per questo trekking urbano verso Rocchetta Mattei e i suoi dintorni.
Punteremo quindi in maniera decisa verso la Rocchetta, seguendo le indicazioni dedicate. Sfrutterete il percorso in leggera salita che risale il pendio a sud del paese e che vi porterà fuori dal centro abitato. Dopo di circa 1 km e mezzo raggiungerete la Rocchetta. Il colpo d’occhio è strabiliante: una complessa struttura risultato della fusione di diversi stili, qui riprodotti, si presenterà ai vostri occhi, testimone di un tempo passato e dell’immenso bagaglio culturale del suo ideatore, il conte Cesare Mattei. La rocca sorge sua un’altura che domina tutta la vallata circostante, tant’è vero che la sua sagoma la si scorge già da molto lontano. Lo stile che colpisce subito è il moresco, con le sue sinuose forme medio orientali, rappresentato dai numerosi minareti cupolati e dalla grande cupola centrale, attorno cui si sviluppa tutta la struttura.
L’arco che permette di guadagnare l’accesso sul cortile principale è un mirabile esempio di questo stile e proietta il visitatore in un’atmosfera esotica e ancestrale. La Rocchetta però non è solo questo; insieme al moresco convivono armoniosamente elementi neoromanici, neogotici e neorinascimentali. La cappella è un esempio eccezionale di neoromanico dove la bicromia dei marmi, mutuata dalle grandi architetture religiose toscane dell’XI secolo, la fa da padrona. Lo slancio verticale della struttura è accentuato dalla sovrapposizione di più registri di archi, a metà fra le grandi cattedrali romaniche munite di matroneo e i dipinti metafisici di De Chirico, che sopraffanno lo spettatore. I corpi di fabbrica aggiunti sono invece un mix perfetto fra la rocca gotica e il palazzo rinascimentale.
Il conte Mattei volle costruire la Rocchetta per farne il centro della nuova pratica medica da egli stesso inventata, l’elettromeopatia, una evoluzione della ben più nota omeopatia. La Rocchetta divenne il fulcro della sua attività di produzione e vendita di prodotti elettromeopatici, che portò benessere in tutta l’area localizzata nel cuore degli Appennini. Fu grazie a Mattei, infatti, che venne portata a Riola la ferrovia Porrettana, favorendo così i collegamenti da e per le città. I lavori della Rocchetta iniziarono nel 1850 e nel 1859 la struttura era già abitabile, tanto che Mattei non la lasciò più sino alla sua morte.
La struttura è lo specchio della figura eclettica che fu lo stesso Mattei che nella sua vita fu politico, letterato e medico autodidatta. Mattei e i suoi rimedi medicamentosi raggiunsero un tale livello di fama che Dostoevskij cita il conte all’interno del suo famoso romanzo “I fratelli Karamazov”.
Lasciata Rocchetta Mattei, dopo una lunga e attenta visita che si aggiunge al resto del percorso, il trekking urbano prosegue in direzione di Villaggio l’Archetta, un tempo altra proprietà di Cesare Mattei. Il piccolo agglomerato di case dista dalla Rocchetta circa 1 km e mezzo, tutto in quota, da fare nel massimo del relax godendo appieno del panorama e dell’aria pulita. Il villaggio è immerso nel verde; struttura decisamente interessante è il Villino Maria, costruito con diversi richiami alla Rocchetta, seppur in modo più semplice. La struttura è dedicata, con molta probabilità, a Maria Bonaiuti, unica figlia naturale che Cesare Mattei ebbe all’età di 80 anni con una governante del villino, tale Maria Albina Bonaiuti, di 27 anni, dalla quale la bambina prese il cognome.
Da qui, si riprenderà la strada del rientro, oltrepassando il fiume Reno che scorre dentro Riola e raggiungendo nuovamente il punto di partenza, concludendo così questa affascinante escursione nella natura e nella vita di questo grande personaggio che fu Cesare Mattei.
Credit foto:
Villino Maria
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