Necropoli di Pantalica, trekking tra natura e storia

Redazione  | 21 Giu 2019

Tra i comuni di Ferla e Sortino, in provincia di Siracusa, sulla valle dell’Anapo sorge una spettacolare area naturalistica di oltre 80 ettari. Uno strapiombo eccezionale che da lontano si mostra quasi come un insieme di grotte a picco ma che custodisce un prezioso insediamento risalente alla prima metà del XIII secolo a.C. Parliamo della Necropoli di Pantalica, uno dei siti archeologici più suggestivi di tutta la Sicilia che dal 2005 è patrimonio UNESCO.

Oltre 5 mila le tombe scavate nella roccia che risalgono all’età del bronzo, imponenti e silenziose che si ergono ancora quasi intatte al cospetto di una natura rigogliosa e incontaminata. Una immensa zona verde che ricade nella Riserva Naturale della Valle dell’Anapo, un luogo fuori dal tempo, vero paradiso per gli amanti del trekking. Il tragitto è tra i più ardui, in quanto il sito non è facilmente accessibile ma arroccato e un po’ fuori mano. Una volta sul posto però si aprono mille possibilità di camminate ed escursioni con percorsi e difficoltà diverse.

Il fascino tipico degli antichi insediamenti e la meraviglia della natura fanno della Necropoli di Pantalica uno di quei siti da ammirare almeno una volta nella vita. Un sito unico nel suo genere che all’interno di un’area patrimonio dell’umanità combina la rilevanza ambientale e il valore archeologico.

Necropoli di Pantalica, alla scoperta delle tombe preistoriche

La Necropoli di Pantalica custodisce un tesoro immenso. Le grotte sono tantissime e tutte scavate nella roccia sui lati dell’altopiano. Alcune sono a strapiombo tanto da sembrare un alveare, altre più accessibili dall’aspetto di piccoli forni. Compongono ben cinque necropoli rupestri diverse che si caratterizzano per ospitare le tradizionali tombe, tipiche di queste zone, dette “a grotticella artificiale”. Realizzate tra il XII e l’VIII secolo a.C., hanno custodito per secoli preziosi reperti risalenti al Paleolitico e al Neolitico. Ceramiche, oggetti di bronzo e osso che oggi sono conservati nel Museo Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.

Sull’altopiano dei Monti Iblei trovarono rifugio gli abitanti costieri costretti a scappare in seguito all’arrivo dei Siculi. Su quest’area verde costruirono le loro nuove città delle quali oggi restano le scenografiche necropoli e l’Anaktoron, il palazzo del principe, di cui rimangono solo le pietre di base, posizionato sulla cima della collina. Un palazzo grandioso fatto di megaliti che ha richiesto sforzo e costanza per la costruzione ma che ne descrive anche la grandiosità, molto simile ai palazzi micenei in Grecia.

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I sentieri naturalistici

La Necropoli di Pantalica si raggiunge attraverso una serie di sentieri che ricadono nella Riserva Naturale della Valle dell’Anapo e che dai Monti Iblei scendono verso il Golfo di Siracusa. L’accesso al sito archeologico è possibile tramite due tracciati diversi che partono dai due comuni limitrofi di Ferla e Sortino.

È importante puntualizzare che in queste zone i mezzi pubblici sono praticamente assenti. È essenziale perciò muoversi con un mezzo proprio per arrivare in uno dei due comuni. Alcuni bus di linea collegano Siracusa con Sortino e Ferla. Da qui a Pantalica bisogna però proseguire autonomamente per alcuni chilometri.

Tra i due sentieri quello che parte da Ferla è il meno insidioso e anche quello di maggiore interesse. Si arriva infatti in breve tempo nelle vicinanze di alcuni tra i più famosi resti archeologici. “Sella di Filiporto”, antico accesso alla città e alla Necropoli di Pantalica, apre la strada ai resti della trincea di fortificazione.

Alla “Sella di Filiporto” è possibile arrivate in auto e qui iniziare il trekking lungo il sentiero di mezza costa che conduce al villaggio di San Micidiario, all’oratorio di San Nicolicchio, l’Anaktoron e continuando per un itinerario più lungo e completo si può anche raggiungere la discesa al torrente Calcinara.

Il sentiero che parte da Sortino, non è da meno. Molto suggestivo, è però molto impegnativo in quanto richiede una lunga camminata che attraversa il fondo valle e risale dal lato opposto.

Si parte, in questo caso, dal torrente Calcinara, arrivando ai piedi della parete con la necropoli nord. Con una piccola deviazione si può arrivare anche alla grotta dei pipistrelli. Continuando, invece, lungo il torrente, passando sul versante opposto, si arriva, lungo questo sentiero, all’oratorio rupestre del Crocifisso. Per i più avventurieri la camminata continua arrivando fino in cima, nei pressi dell’Anaktoron.

Consigli utili

Pantalica può essere visitata in modo autonomo attraverso i sentieri detti ma anche grazie al supporto di una guida che non solo traccia il solco del percorso in modo preciso e puntuale ma concede anche spiegazioni sulle caratteristiche archeologiche e naturalistiche del sito.

A voi la scelta di essere indipendenti e andare alla scoperta di questi luoghi anche in modo un po’ selvaggio oppure seguiti, scoprendo nel dettaglio tutti i particolari sul luogo e le antiche popolazioni che lo abitavano.

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