Sotto la splendida cornice delle Dolomiti Bellunesi un percorso dalla vista mozzafiato

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 21 Set 2023

Escursione dai molteplici aspetti che vanno da fitti boschi profumati a panorami grandiosi sulle ripide pareti rocciose, per percorrere scenografici sentieri dolomitici.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza 2 ore totali (soste escluse)
  • Distanza 6 Km totali
  • Dislivello 360 md+ totali
  • Difficoltà Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua sorgente sul sentiero, Casera Fagarè, Pra de Val
  • Segnavia percorso 491-Casera Fagarè
  • Periodo adatto tutto l’anno in assenza di neve
  • Dove parcheggiare SP347

Itinerario

Lasciata la vettura lungo la strada, nei presi del cartello che indica le essenze che si possono incontrare in valle (812 metri di altitudine), si imbocca l’evidente sentiero che si allontana in direzione est (cartello 491-Casèra Fagarè). Inizialmente parallelo alla provinciale, sfiora alcune case per entrare in un bel bosco di abeti rossi e quasi subito si incontra un bivio dove si tiene la destra, più graduale.

Il sentiero comincia ad alzarsi di quota aprendo spunti panoramici in direzione del Monte Pelmo, del gruppo di San Sebastiano, dello Spiz di Mezzo e, davanti a noi, sul Sasso di Bosconero. Attraversata una zona di faggete, si arriva ad una vegetazione più di quota e si incontra un’invitante panchina posta nei pressi di un pannello didattico che evidenzia le cime circostanti.
Poco oltre si incontra anche una fresca sorgente che butta quasi sul sentiero. La salita è sempre costante ma graduale, alterna boschi a panorami e arriva ad un bivio ben segnalato da numerosi cartelli (1045 metri di altitudine) dove si devia a sinistra (cartello 491-Casèra Fagarè). La salita si fa decisa e abbastanza ripida ma porta in breve alla radura che ospita un edificio, la Casèra Fagarè (1103 metri di altitudine) dove è possibile fermarsi con un comodo tavolo con panchine, fontana e, in caso di maltempo, riparo all’interno.

Dopo una meritata sosta si comincia a percorrere l’anello per completare l’escursione e da dietro la casèra, nei pressi della fontana, si imbocca il sentiero che riprende a salire in maniera abbastanza ripida, portando a ridosso della parete rocciosa che incombe grandiosa al di sopra di voi.

La vista è, se possibile, ancora più grandiosa e spettacolare e se tra i camminatori c’è qualche fotografo è possibile che la passeggiata assuma tempistiche assai dilatate…
Anche su questo sentiero si incontra un pannello didattico che illustra le cime, questa volta dal lato opposto rispetto al cartello incontrato in salita e diretto verso il Civetta.

Raggiunta la quota massima dell’intero tracciato (circa 1200 metri di altitudine), si prende a scendere con alcuni zig zag su ghiaia, un tipico passaggio da forcella dolomitica.
Il sentiero è sempre ben evidente, l’unico punto in cui fare maggiore attenzione è in prossimità di un grande ghiaione perché un tempo il percorso lo tagliava trasversalmente (la vecchia traccia è ancora ben visibile) mentre ora lo aggira in basso, alla base, in maggior sicurezza. È praticamente impossibile sbagliarsi, basta seguire gli ometti pietre che segnalano il sentiero giusto, ma meglio non distrarsi ed evitare di finire per errore su questa vecchia via…

Dopo questo ghiaione si ritorna tra gli alberi e dopo un’ulteriore discesa si arriva su una sterrata che va seguita a sinistra e che porta ad una casetta nel bosco, Pra de Val (952 metri di altitudine). Dopo la roccia e la sabbia del sentiero, questa casetta immersa nell’ombra del bosco, con la fresca fontana, sembra un angolo di paradiso!
La sterrata procede in discesa portando nel centro della località Ciamber, ma suggeriamo seguire invece i segni bianco/rossi che fanno prendere un bel sentiero a sinistra che attraverso un piacevole bosco rilassante riportano sulla pista già percorsa all’andata. Girando ora a destra si ritorna al punto di partenza.

Triol e viàz

Dopo l’abbandono della montagna, molti degli antichi sentieri scomparvero. Su spinta del dottor Giovanni Angelini, la cui famiglia era originaria di Zoldo, un gruppo di volontari andò alla riscoperta di queste vie, donando loro nuova vita ma mantenendo nella toponomastica i termini antichi, così da conservarli vivi e attuali.
Ecco quindi i viàz, sentieri di quota, tracciati un tempo da cacciatori di camosci il cui scopo non era raggiungere le cime ma seguire, o anticipare, le prede su pendii scoscesi o brulli altipiani, seguendo canaloni, traversi, aggirando pareti rocciose, passando per luoghi a picco e pericolosi. I viàz oggi sono tracciati di alta quota, generalmente indicati solo da solitari ometti di pietre e a volte neppure quelli, un mondo dall’aspetto wilderness e spettacolare, unico, ma da percorrere solo se si ha una buona esperienza di montagna, o accompagnati da persone esperte del luogo.
Molto più tranquilli i triòl, tracciati da carbonai e pastori, più di bassa quota e privi, generalmente, di grosse difficoltà. Ma questi sono solo i termini più vistosi, e per rendersene conto è sufficiente aprire la mappa e scoprire i vànt (parti alte dei valloni), gli spiz (cime), gli aiàl (radure nei boschi, resti di carbonaie) e così via, come in un mondo antico da scoprire passo dopo passo.

Informazioni utili

Da Forno di Zoldo si seguono le indicazioni per Cortina/Cibiana. Pochi metri dopo il bivio si trovano parcheggi lungo la strada; coordinate: 46°20’48″N 12°11’33″E
Escursione priva di difficoltà oggettive e adatta a tutti, ma non ci si deve distrarre poiché a volte i segnai latitano ed è facile imboccare tracce errate che portano fuori strada.
Consorzio Turismo Val di Zoldo, www.valdizoldo.net, www.dolomitidizoldo.it  
Veneto Turismo, www.veneto.eu 

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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