Il Parco dei Castelli Romani, con la sua natura vulcanica e i suoi paesaggi variegati, offre numerosi sentieri per gli appassionati di trekking. Tra questi, un percorso particolarmente interessante è quello che conduce alla cima del Maschio d’Ariano, una delle cime più elevate del complesso vulcanico dei Colli Albani. Questo itinerario, che si sviluppa prevalentemente su sentieri di montagna e tratti boschivi, permette di immergersi nella natura incontaminata del parco, offrendo al contempo splendidi panorami sulla campagna romana e sui laghi vulcanici di Albano e Nemi.
La salita al Maschio d’Ariano rappresenta un’escursione di media difficoltà, adatta a escursionisti con un minimo di allenamento vista la sua lunghezza ed il dislivello da affrontare. Il percorso si snoda attraverso boschi di castagni e faggete, offrendo scorci suggestivi e, con un po’ di fortuna, la possibilitàdi osservare la tipica flora e fauna del parco. La cima del Maschio d’Ariano, con i suoi 891 metri di altitudine, regala una vista panoramica a 360 gradi che spazia dai Monti Lepini al Mar Tirreno, nelle giornate più limpide. Questo itinerario non è solo un’occasione per fare attività fisica immersi nella natura, ma anche un’opportunità per scoprire un angolo suggestivo e meno conosciuto del Parco dei Castelli Romani, un vero e proprio balcone naturale sulla bellezza del Lazio. Preparatevi quindi ad avventurarvi in un’escursione che vi regalerà emozioni e panorami indimenticabili.
Il percorso fino al Maschio d’ariano nel parco dei castelli romani
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L’itinerario ha inizio sulla via dei Laghi in direzione Velletri; superato il bivio per via del Vivaro, in prossimità di un’area di sosta, si imbocca il sentiero che conduce alla cima, percorrendo l’intera cresta dell’apparato dell’Artemisio. Il sentiero sale gradualmente fino a un bivio dove si separa dal sentiero 521. Da qui, si prosegue fino a raggiungere le vicinanze della cima del Maschio dell’Artemisio, aprendosi su un ampio pianoro che offre una vista panoramica che spazia dai Monti Lepini su tutto il Parco dei Castelli Romani fino al promontorio del Circeo, la Pianura Pontina e le Isole Pontine.
A questo punto, si svolta a destra e, dopo aver superato alcuni resti archeologici del medievale Castello d’Ariano, si giunge finalmente alla cima del Maschio d’Ariano. Dalla vetta, la vista si apre sia sul versante interno che su quello esterno della cinta craterica. Sul versante interno si possono ammirare l’apparato delle Faete e i Monti Tuscolani, dal Tuscolo a Monte Ceraso, con Rocca Priora. Sul versante esterno, invece, lo sguardo abbraccia nuovamente i Monti Lepini, la Pianura Pontina con il Circeo e le suggestive Isole Pontine.
La storia del Maschio d’Ariano è avvolta da un alone di mistero e si intreccia con le vicende di antiche popolazioni. Si ipotizza che il monte corrisponda al Mons Algidus citato dagli antichi Romani, un luogo importante per il controllo del territorio latino e delle zone abitate dagli Equi e dai Volsci. Sulla sommità sorgeva un antico castello di epoca repubblicana, la cui costruzione viene attribuita alla gens romana Aria . Questo castello, denominato Arianus, avrebbe dato il nome anche alla vicina località di Lariano. Tuttavia, è interessante notare che in un documento risalente al 1064 il castello viene ancora menzionato con il nome di Algidus, mentre il toponimo Lariano compare per la prima volta solo a partire dal 1171. Questo suggerisce una possibile evoluzione del nome nel corso dei secoli. Purtroppo, questo antico castello subì un tragico destino: venne distrutto e incendiato nel 1436, lasciando poche tracce della sua esistenza.
Un’ipotesi alternativa sull’origine del nome del monte, e di conseguenza del nome di Lariano, lo collega a una ara Jani, ovvero un altare dedicato al dio romano Giano. Questa teoria suggerisce la presenza di un antico tempio romano in onore di questa divinità. Tuttavia, ad oggi, non sono state trovate prove archeologiche o documentali che confermino l’esistenza di tale tempio.In sintesi, la storia del Maschio d’Ariano è un intreccio di ipotesi e poche certezze, che ci riporta indietro nel tempo, all’epoca degli antichi Romani e delle popolazioni italiche, lasciando intravedere l’importanza strategica di questo luogo nel corso dei secoli.
Receptionist e Guida escursionistica: amo la montagna, la bici e tutto ciò che è esplorazione, lenta e autentica.
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