Cammini d’Italia, sono loro i tracciati all’insegna dello “slow-trekking”

Redazione  | 12 Dic 2017

Un turismo ecosostenibile per una mobilità lenta. Alla ri-scoperta dei Cammini d’Italia per delle esperienze on the road tra natura, storia e cultura

Chilometri e chilometri da percorrere rigorosamente a piedi. 6 mila itinerari che attraversano l’Italia dal Nord al Sud. Pellegrinaggi spirituali, valichi alpini, percorsi naturalistici, itinerari storici, sentieri e stradine di montagna, intorno ai laghi e crocevia di popoli e leggende. Una fitta rete di percorsi che ogni anno accoglie sempre più turisti e soprattutto viaggiatori “green” che apprezzano e riscoprono il fascino ed il valore trekking, della riscoperta dei territorio con zaino in spalla, dell’esperienza on the road.

Una rete di mobilità slow che si apre a tutti, nessuno escluso, e che può essere consultata sul nuovo portale-atlante digitale dedicato al turismo lento intitolato “Cammini d’Italia” promosso dal Mibact in vista del 2019, definito anno nazionale del turismo lento. Un nuovo tassello di una vera e propria road map che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali sta portando avanti con decisione: dopo il 2016 anno dei Cammini, il 2017 dei Borghi, il prossimo 2018 quello del Cibo italiano, sarà il momento dello “slow-trekking” nel 2019.

Slow-trekking, il piacere della riscoperta 

Val d'Orcia
Val d’Orcia, terra di emozioni e paesaggio italiano per definizione

L’Italia si dimostra sempre più un Paese da riscoprire, un territorio da ammirare e apprezzare, camminando. E se i nostri antenati l’hanno sempre fatto, l’uomo contemporaneo sembra si sia deciso a rispolverare un vecchio modo di muoversi e fare turismo, quello dei percorsi a piedi, a contatto con la natura tra antiche vie. Oggi stiamo riscoprendo la bellezza del rallentare, avere un contatto con i luoghi e con le persone del posto, intessere relazioni improbabili, fare scelte non programmate e farsi portare dalla semplice curiosità dell’esploratore, tanto per sentieri easy che per quelli più selvaggi.

Il fenomeno del turismo green è in forte espansione. La domanda di viaggi “slow” cresce sempre più nel nostro Paese, tanto che il 16% degli italiani dice di praticare solo turismo sostenibile. È su questi presupposti che sono nati i Cammini italiani che rappresentano, oggi, per noi e per il mondo intero, una risorsa unica che fa parte del grande patrimonio culturale, storico e religioso italiano, sempre più da  valorizzare e promuovere all’insegna del turismo lento.

Sono milletrecento i chilometri del circuito dei Cammini italiani e propongono centinaia di percorsi possibili, tutti diversi, tutti interessantissimi e ricchi di storia e cultura. Un progetto che permette di valorizzare a livello internazionale i nostri territori, anche quelli meno conosciuti ma non per questo poco belli e affascinanti. Il tutto fatto in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio “verdi” e nello stesso tempo innovative per un turismo alla portata di tutti.

Alcuni degli itinerari più rinomati

Ripasottile, Cammino di Francesco
Il Lago di Ripasottile, una delle tappe dello storico Cammino di Francesco

Decine i percorsi dedicati al trekking proposti dal portale promosso dal Mibact. Da itinerari più famosi come la notissima via Francigena, l’antica strada di oltre 1600 km che nel Medioevo univa Canterbury a Roma per poi arrivare ai porti della Puglia; o il Cammino di Francesco, la rinomata strada che percorre le orme del Santo patrono d’Italia, tra la Toscana e l’Umbria, nel cuore degli Appennini attraversando foreste, cappelle, chiese ed eremi sperduti.

E poi ci sono altri percorsi che attraversano strane meno battute e poco note ma che ci permettono di scoprire il cuore dell’Italia. Per chi cerca ed ama l’avventura, il Cammino dei Briganti non deluderà sicuramente: un itinerario di 100 km da percorrere in 7 giorni tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Ma non manca la storia tra i Cammini d’Italia. Tra questi il Sentiero della Pace, che porta i turisti e i camminatori nei luoghi della Prima Guerra Mondiale. E poi ancora, sentieri che solcano il terreno nella parti più remote del Bel Paese come la Alta Via dei Monti Liguri e la Romea Strata.

Altre strade, invece, come la Via della Transumanza ripercorrono attraverso lo “slow-trekking” alcune delle antiche tradizioni italiane ormai dimenticate. La via pastorale, lunga 244 km che dalle montagne dell’Abruzzo ci porta fino al mare della Puglia.

Altri percorsi, poi sono ancora in standby, in attesa ciò che vengano inseriti all’interno dell’atlante dei Cammini d’Italia. Tra questi la Via Appia e la parte sud della Via Francigena. Per facilitare l’adeguamento di questi percorsi il Mibact ha predisposto una cospicua somma di investimenti per velocizzare l’adeguamento dei percorsi e quindi il loro prossimo inserimento nell’atlante.

L’offerta è veramente vasta, non vi resta che scegliere il Cammino che fa per voi e se non lo avete ancora fatto iniziare e provare lo “slow-trekking”.

Redazione
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