La Via Spluga: strade d’alta quota tra Thusis e Chiavenna

Redazione  | 30 Gen 2018

Uno storico cammino che unisce luoghi e culture di popoli diversi, walser, lombardi, reto-romaici, grigionesi, attraverso le Alpi Centrali, un percorso tra Italia e Svizzera, quello della Via Spluga.

Si compie soprattutto su mulattiere, in parte mantenute in parte riportate alla luce, circondati da un paesaggio montano antico che ha siglato nei secoli i movimenti lungo il Passo dello Spluga.

Il cammino si snoda per circa 65 km e da Thusis porta alla gola della Viamala fino a Splügen per poi dirigersi a sud risalendo sul Passo dello Spluga e scendendo a Chiavenna, attraversando l’intera Val San Giacomo.

Il sentiero si può effettuare in 4 tappe, consigliato soprattutto nel periodo da maggio a ottobre, per avere meno problemi in fatto di maltempo e possibili tratti poco agevoli o inaccessibili

Si parte dalla Svizzera: la prima tappa, Thusis-Andeer

Thusis, Svizzera

Thusis, la Svizzera dell’escursionismo nei pressi dell’Albulapass

Il via è nel cantone dei Grigioni, dai 720 metri di Thusis, la città che con i suoi 3mila abitanti è la più grande del distretto di Hinterren, di cui è capitale. Da qui si attraversa l’antico tracciato romano della via Spluga percorrendo in un continuo sali-e-scendi la via Traversina, su cui c’è un ponte sospeso lungo 58 metri ad un’altezza di 98: l’avventura inizia bene!

La meta è la Gola della Viamala, passando per Sils im Domleschg e accanto alla fortezza Hoehen Raetien.

Per la gola c’è da scendere una scalinata di oltre 300 scalini, quasi a ridosso delle acque del fiume Reno Posteriore che ha scavato la roccia per 300 metri nel corso del tempo regalando questo spettacolo. Tra le meraviglie, anche le particolari marmitte, conformazioni rocciose a tubo formatisi dal lavorio di acqua e ciottoli.

Quindi si prosegue lungo una strada scavata nella roccia e sempre lungo il fiume, con un altro ponte sospeso e salendo verso i 945 metri di Zillis, un paesino di poco più di 300 abitanti, in cui visitare la chiesa del XII secolo dedicata a San Martino: la sua caratteristica è quella di avere ben 153 dipinti sul soffitto, narranti la vita del santo e di Gesù, tanto da meritarsi il titolo di Sistina delle Alpi.

Si va avanti verso i 981 metri di Andeer, altro caratteristico villaggio della zona dello Schams, neanche mille abitanti e famoso perché qui ci sono le Terme Aquandeer, dove sgorgano acque a 34°C.

La seconda tappa: da Andeer a Splügen

Andeer, Svizzera

Andeer in Val Schams, si trova nei pressi di Hinterrhein

Da Andeer la prima sosta è presso le Gole della Roffla in parte dovute alla natura in parte alla caparbietà di un emigrante ritornato in patria dall’America dove aveva ammirato le cascate del Niagara: scavò la roccia per 7anni fino a ottenere la “sua” personale cascata sul Reno Posteriore, suggestiva e fragorosa.

Dopo la visita a pagamento di nuovo in marcia, tutto in salita, per un’altra struttura non naturale ma di gran bellezza, la diga di Sufers, siamo a 1428 metri di altezza, in un paesaggio idilliaco con pochissime case sparse qua e là tra prati e cime.

Ancora in salita per gli ultimi km fino ai 1457 metri di Splügen, un paese pure piccolo con poche centinaia di abitanti che un tempo aveva il suo castello, di cui oggi si possono vedere solo le rovine, che controllava il territorio, del resto siamo a pochi km dal Passo Spluga.

Terza tappa, si raggiunge l’italia, da Splügen a Isola

Splugen, Svizzera

Splugen, in Svizzera, si trova nei pressi dell’omonimo Passo della Spluga

La terza tappa parte in salita, per arrivare  al punto più alto del percorso, il Passo dello Spluga, 2115 metri (a proposito il termine deriva da una parola molto usata in Valchiavenna, spelunca, spelonca, grotta, più in generale luogo di montagna).

Qui c’è il confine: si lascia la Svizzera e si entra in Italia, scendendo verso Montespluga e i suoi 1905 metri, che accoglie con il fascino del suo lago e della sua valle verde.

Lo step successivo è la Val del Cardinello, cioè perno della valle, vicino al monte Cardine: è un tratto in cui alcune parti sono costruite nella roccia in un panorama che nonostante i dirupi e gli strapiombi è assolutamente super. Si va avanti scendendo ai 1273 metri di Isola, 43 abitanti, paese frazione di Madesimo. Siamo in provincia di Sondrio.

La tappa finale. Da Isola a Chiavenna

Chiavenna

Chiavenna, le cascate dell’Alta Lombardia

La direzione della prima parte di questa ultima tappa in discesa coincide con la Val San Giacomo e porta verso il paese di Campodolcino, 1104 metri, in cui visitare il Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo. L’itinerario continua sempre in discesa verso Cimaganda, poco più di 900 metri.

Proseguendo per Chiavenna, vale il piacere la sosta al Santuario di Gallivaggio, 798 metri di altezza: risale al 1492 (anche se l’attuale costruzione è della fine del 1600) in seguito all’apparizione, a due ragazze del posto, della Madonna su un blocco di granito, in un castagneto. Tra le diverse opere interne, c’è un organo seicentesco.

Più o meno alla stessa altitudine c’è un altro edificio sacro dedicato a San Giacomo, risale al XII secolo e la gente di qui era molto devota tanto da chiamare il paese sorto tutto intorno San Giacomo Filippo. In questa zona c’è poi la chiesa di San Guglielmo, costruita sulla grotta dove aveva vissuto nell’XI secolo l’eremita Guglielmo da Orenga.

Il percorso è ormai arrivato agli ultimi km: ecco Chiavenna, 333 metri di altitudine, ai piedi delle Alpi Retiche, proprio dove si incontrano la Valle Spluga e la Val Bregaglia.

Un giro per la cittadina porta a scoprire tra l’altro il Museo del Tesoro, presso la Canonica di S. Lorenzo, in cui sono conservati molti capolavori dell’oreficeria medioevale, come la copertina di un vangelo mai trovato, chiamata la Pace di Chiavenna.

Nel quartiere artigiano si può visitare il Mulino di Bottonera, esempio di architettura industriale del 1800 e, nelle vicinanze, a circa 2 km di distanza, le cascate dell’Acquafroggia e il rinascimentale Palazzo Vertemate Franchi. E il Parco delle Marmitte dei giganti, che si può percorre con mulattiere e sentieri, quelle usate dagli operari che lavoravano presso le antiche cave di pietra ollàre. E naturalmente a Chiavenna, si può gustare la strepitosa bresaola nata proprio qui. Un gustoso premio dopo tutti questi km.

Da ricordare che, per il tratto della Via Spluga in Svizzera, serve il documento di identità. Inoltre, per dormire e ristorarsi, non ci sono rifugi come in un tradizionale percorso montano, bensì le tradizionali strutture alberghiere (hotel, B&B, agriturismi etc.)

Redazione
Redazione
adv


Articoli più letti

©  2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur