Nel cuore delle maestose Alpi italiane, dove il paesaggio si fonde con l’impetuoso abbraccio della natura selvaggia, si trova un vero e proprio deserto di ghiaccio. Il Ghiacciaio del Rutor, situato in Valle D’Aosta, è una meraviglia glaciale che sfida il tempo e le temperature con l’impressionante grandezza di circa 829 ettari e lungo 4,68 km. A quasi 4.000 metri d’altezza, quota massima di 3.470m, questo gigante di ghiaccio è una testimonianza vivente delle forze naturali che modellano la Terra. Con tutto attorno belle e impoenti vette, come la Testa del Rutor, il Monte Château Blanc e il Grand Assaly, è uno dei ghiacciai più belli della regione: andiamo dunque tra queste incredibili vette che ci parlano della loro storia.
Il Ghiacciaio del Rutor, come un altare di ghiaccio incastonato tra le cime imponenti delle Alpi Graie, domina il paesaggio circostante. Situato nel Massiccio del Monte Bianco, questo ghiacciaio è una delle gemme nascoste della Valle D’Aosta, un luogo dove la natura si manifesta nella sua forma più primitiva e incontaminata. L’esposizione a nord-ovest e le stupende cascate alimentate dal ghiaccio, il panorama è semplicemente eccellente: ecco che il silenzio si fonde con il rumore del ghiaccio, per creare un’esperienza in cui la meraviglia della natura ci sussurra le storie più nascoste, più profonde.
E tutto ad un tratto ci sentiamo collegati alla Terra come se essa fosse un’estensione del nostro sistema nervoso, come il popolo dei Na’vi si collega al mondo circostante tramite una terminazione nervosa alla fine dei capelli (citando il celeberrimo “Avatar” di James Cameron). Forse non riusciremo mai ad avere un simile collegamento psicologico con la natura, ma ci possiamo avvicinare sicuramente ad uno stile di vita interconnesso con il nostro pianeta.
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Una delle caratteristiche più sorprendenti del Ghiacciaio del Rutor è la generazione di enormi cascate glaciali. Quando il ghiaccio si scioglie sotto l’incessante carezza del Sole, l’acqua scivola giù dai pendii creando spettacolari cascate di ghiaccio. D’altronde le Cascate del Rutor hanno 3 salti principali: uno sta sui 2.030 m, un altro sta sui 1.850 m e un altro ancora sui 1.700 m. Questi flutti di cristalli gelati sembrano danzare sulla roccia, una coreografia naturale che rivela la forza inarrestabile del ciclo dell’acqua di montagna. Dal punto di vista tecnico, il Ghiacciaio del Rutor è un fascinoso soggetto di studio per glaciologi e appassionati di geologia.
La sua massa di ghiaccio è in costante movimento, soggetta alle dinamiche della temperatura e della pressione atmosferica. Il ghiacciaio poi alimenta pure la Dora di Verney attraverso una serie di laghi glaciali che stanno alla base, come il Lago del Ghiacciaio e il Lago Grigio. Misurare lo spessore del ghiacciaio, studiare i cambiamenti nella sua estensione e monitorare il flusso delle acque glaciali sono solo alcune delle attività scientifiche che si svolgono su questo deserto di ghiaccio. Il Ghiacciaio del Rutor è molto più di un’attrazione geologica; è una testimonianza visibile della connessione profonda tra la natura e il nostro pianeta.
Puoi goderti il tutto con molti sentieri escursionistici: uno dei più famosi ti porta al Rifugio Deffeyes che sta ai piedi del ghiacciaio, sui 2.500 m s.l.m., e le viste sulle cascate del Rutor e sul ghiacciaio sono impagabili. Hai varie possibilità per farti i laghi glaciali, fanne buon uso.
Il Ghiacciaio del Rutor, come molti ghiacciai in tutto il mondo, è vulnerabile a causa degli effetti devastanti del cambiamento climatico. L’innalzamento delle temperature e l’instabilità climatica minacciano la sua esistenza e la ricchezza di flora e fauna ad esso associata: negli ultimi decenni c’è stato un ritiro non piccolo, aumentando appunto i laghi glaciali che vengono dal suo scioglimento. La conservazione di questo ecosistema unico è diventata una priorità, con sforzi congiunti per proteggere e preservare il Ghiacciaio del Rutor per le generazioni future. Ma lo sforzo, talvolta, purtroppo, non ci ricompensa con i risultati sperati.
Lo sforzo non deve venire unicamente da parte degli enti protettori dei territori. Deve innanzitutto trattarsi di uno sforzo individuale. Noi siamo i consumatori e noi abbiamo il potere. Per quanto le multinazionali continuino ad inquinare, noi abbiamo il potere di non comprare, e di mandare in crisi quel sistema che sta uccidendo ciò che di più bello il nostro pianeta ha da offrire. Dunque, noi possiamo puntare a consumare in modo sostenibile.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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