La strada degli Eroi, il percorso in mtb sul Monte Pasubio

Leonardo Anchesi  | 01 Apr 2023
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Il Massiccio del Pasubio è quel luogo dove, inevitabilmente, l’escursionismo e la passione per la natura si intrecciano con la storia. Teatro di numerose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale, l’area, situata a ridosso del confine fra Veneto e Trentino, è oggi meta di turisti, specialmente nel periodo primaverile ed estivo quando la neve si scioglie, lasciando spazio alle fioriture dai colori più sgargianti. All’interno di questo spettacolare contesto, l’offerta di itinerari è molteplice e non solo per chi ama il trekking; se, infatti, la meta privilegiata da chi pratica questo sport è, senza ombra di dubbio, la Strada delle 52 Gallerie, per chi invece predilige le 2 ruote (a pedali, ovviamente) l’itinerario prescelto non può che essere la strada degli Eroi, soprattutto da quando le Gallerie sono state interdette a qualsiasi escursione che non sia a piedi. Andiamo quindi a scoprire questo formidabile percorso da fare almeno una volta nella vita.

  • Punto di partenza: Parcheggio Pian delle Fugazze (1162 mt)
  • Punto d’arrivo: Rifugio Achille Papa (1928 mt)
  • Lunghezza: 10,1 km (20,2 km totali, compreso il rientro sulla stessa via)
  • Dislivello di salita: 780 mt
  • Tempo di percorrenza: 2 h
  • Difficoltà: giro in MTB intermedio, richiesta buon padronanza alla guida e buon allenamento
  • Periodo dell’anno: primavera (accertarsi prima dell’effettivo disgelo) ed estate

Arrivo a Pian delle Fugazze

Punto di partenza designato è il parcheggio a Pian delle Fugazze che si trova appena superato il confine fra Veneto e Trentino. Prendendo come punto di riferimento Schio, il centro più vicino facilmente raggiungibile con l’autostrada, prenderemo la strada statale 46 che ci permette di risalire fino al punto desiderato attraversando i centri abitati principali di Valli del Pasubio e Sant’Antonio, che sarà l’ultimo che incontrerete prima di Pian delle Fugazze; tenetelo a mente nel caso doveste fare rifornimento di vivere e acqua. Sul Piano è comunque presente un bar-ristorante.

Tenete d’occhio i cartelli che indicano il confine fra la regione Veneto e la provincia Autonoma di Trento perché il vostro parcheggio sarà appena superata l’indicazione. È possibile, soprattutto nei periodi più affollati, che il primo parcheggio sia pieno. Poco più avanti, in corrispondenza dell’incrocio con la strada che conduce all’Ossario del Pasubio, c’è un altro parcheggio molto più ampio. 

Dal parcheggio alla Galleria Giuseppe d’Havet

Se abbiamo scaricato la bici dall’auto, ci siamo preparati e abbiamo recuperato tutto l’occorrente, possiamo partire. Il percorso, oggi una mulattiera ma in origine un sentiero, inizia proprio di fronte al primo parcheggio risalendo il pendio in direzione nord-ovest, formando una serie di dodici tornanti immersi tra gli alberi ad alto fusto. La pendenza, in questo primo tratto è costante, con un picco al 37% per un brevissimo spezzone.

Dopo l’ultimo tornante, la salita inizia a farsi più impegnativa e la strada taglia il fianco della montagna puntando verso est, per poi subito formare un serpentone di circa 2 km che ci riporta poi nella direzione iniziale, puntando verso la cima del massiccio. Dopo circa 7 km e mezzo incontreremo la Galleria Giuseppe d’Havet, la prima delle quattro che caratterizzano il tracciato.

Salita fino al Rifugio Achille Papa, la vera strada degli Eroi

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Se, per estensione, oramai tutti i 10 km di percorso vengono individuati come strada degli Eroi, in realtà questa, originariamente, era solamente il tratto che dalla Galleria Giuseppe d’Havet conduce al Rifugio Achille Papa. Da qui la salita continua inesorabile, ma con pendenza leggermente meno severe del tratto precedente. Incontreremo una prima coppia di tornati che ci aiuterà a smorzare la salita a meno di un km dalla galleria, per poi proseguire su un lungo tratto a pendenza quasi constante, intervallato da brevi segmenti in quota, caratterizzato da curve piuttosto ampie e tratti rettilinei. L’ultima coppia di tornanti ci indicherà che stiamo facendo il nostro ingresso sul pianoro che ospita il Rifugio Achille Papa. Mettevi quindi comodi, magari con una bevanda dissetante, e godetevi il panorama stupefacente che si può ammirare dalla terrazza del Rifugio.

Il rientro: ben coperti e freni pronti

Una volta che ci siamo rifocillati e abbiamo goduto di questo spettacolo che la natura ha deciso di regalarci, siamo pronti per affrontare il rientro. Ripercorreremo la stessa identica strada dell’andata; questo vuol dire che l’attenzione dovrà essere massima senza eccedere nella velocità. La pendenza potrebbe infatti portare a correre, ma non dimentichiamoci che potremmo incontrare altri frequentatori, in bici o a piedi, e soprattutto che i tratti esposti sono diversi quindi…massima cautela!

Nel tratto finale, in mezzo al bosco, ci sono alcune varianti per tagliare dedicate agli escursionisti a piedi; sconsiglio vivamente di avventurarvi in bici, potreste trovarvi in situazioni sgradevoli. Tornati al punto di partenza potremo, volendo, allungarci, a piedi, a visitare l’antico confine fra la Repubblica di Venezia e l’Impero Austroungarico, a poche centinaia di metri dal parcheggio.

Strada degli Eroi e Massiccio del Pasubio: una storia da non dimenticare

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Un grande cippo commemorativo in marmo, posto all’inizio della strada, ci ricorda che quello era il punto di sosta dei battaglioni che salivano al fronte, l’ultimo barlume di tranquillità prima delle tempesta della prima linea. L’iscrizione, posta nel 1958 dai reduci della Brigata Liguria, grazie al suo andamento poetico ed evocativo, ci permette di percepire tutto il carico emotivo di quei giovani spediti al fronte a combattere una guerra voluta dai potenti. La strada fu costruita tra il 1937 e il 1938, per facilitare l’accesso alla zona Sacra per la Patria, così come decretato nel 1922; prima era solo presente il sentiero originale, quello utilizzato dalle truppe per raggiungere le trincee. In quell’area, poco distante, è presente anche l’Ossario del Pasubio, una monumentale struttura destinata a raccogliere i caduti della Prima Armata che merita una visita. Perché l’importante, a prescindere da tutto, è non dimenticare.

Istruzioni per l’uso e consigli sull’attrezzatura

L’escursione è approcciabile da chiunque abbia già un po’ di dimestichezza e allenamento; è sconsigliata ai neofiti della MTB più che altro per la discesa, in cui è necessario possedere già un buon controllo del veicolo. La mulattiera è chiusa al traffico veicolare da diversi anni, ma fate comunque attenzione: potreste incontrare escursionisti a piedi, altri ciclisti o mezzi di soccorso. Il rientro che abbiamo consigliato è lungo lo stesso tracciato; qualora però foste organizzati con due auto, oppure foste dei ciclisti molto allenati, è possibile scendere dalla strada degli Scarubbi che vi riporterà al parcheggio di Bocchetta di Campiglia, luogo di partenza per la Strada delle 52 Gallerie. Ricordate di portare con voi sempre un antipioggia e qualcosa per coprirvi durante la discesa; anche nei mesi più caldi non è infrequente trovare temperature al di sotto della media stagionale in quota.

Leonardo Anchesi
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