In Val di Non per la fioritura dei meli, passeggiata panoramica al profumo di primavera

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 22 Feb 2023

Escursione che raggiunge un Santuario assai particolare, formato da un complesso di sette edifici tra chiese e cappelle che si inerpicano una sopra l’altra su uno sperone alto 70 metri, e dove la cappella più alta si raggiunge con una scalinata di ben 131 gradini. Una fatica che viene ricompensata sia dall’aspetto artistico sia dal panorama che si apre dall’alto sulla gola sottostante scavata dal torrente.

Ma a rendere affascinante il Santuario è anche l’avvicinamento a piedi che avviene partendo dal Museo Retico di Sanzeno, dove scoprire la storia archeologica della valle, per percorrere una particolare strada scavata direttamente nella roccia e che ricalca il tracciato di un canale irriguo, tra affacci straordinari e passaggi freschi all’interno dei boschi. 

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 1 ora sola andata
  • Distanza: 3 Km sola andata
  • Dislivello: 100 md+ sola andata
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: Santuario di San Romedio
  • Segnavia percorso: San Romedio; conchiglie gialle del Cammino Jacobeo d’Anaunia
  • Periodo adatto: Tutto l’anno (in assenza di neve)
  • Dove parcheggiare: Museo Retico di Sanzeno

Itinerario

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Dal Museo Retico di Sanzeno (675 metri di altitudine) si attraversa la strada all’altezza di una bacheca per imboccare la passerella di legno in discesa. Diventata sterrata la via percorre un’ampia curva dolce che attraversa una coltivazione di meli e in breve si arriva all’inizio del tratto più spettacolare. Ci si inoltra, infatti, lungo un sentiero scavato nella roccia, molto spettacolare e a picco sulla sottostante strada asfaltata. 

Il tragitto si svolge sempre in sicurezza, con un robusto parapetto di legno a protezione da cui è possibile affacciarsi per ammirare la sottostante gola, rendendosi così conto dell’altezza a cui si sta camminando. Un percorso veramente impressionante che da la sensazione di passare praticamente sospesi nel nulla! Niente di difficile, infatti la cosa più pericolosa è che essendo il sentiero scavato nella roccia, chi è particolarmente alto non si deve far distrarre troppo dal panorama poiché potrebbe sbattere la testa nei punti più bassi!

Al termine di questo tratto così particolare si passa accanto ad una palestra di roccia, in cui sarà possibile vedere arrampicatori in azione, per proseguire su sentiero inoltrandosi nel bosco

Il tracciato prosegue in discesa portando infine sulla strada asfaltata, che va percorsa verso sinistra per circa 0,5 chilometri, passando accanto al torrente che in un punto si allarga in una cascatella con bei massi che permettono di avvicinarsi.

Al bivio seguente si prende a destra e dopo pochi passi si lascia l’asfalto  per prendere la scalinata acciottolata verso destra, arrivando in breve all’ingresso del Santuario di San Romedio (747 metri di altitudine). 

Consigliata la visita all’interno lungo i numerosi scalini che portano fino al punto più panoramico: una balconata che dall’alto domina  il torrente seguito durante il percorso di avvicinamento. 

Il Santuario di San Romedio 

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Le prime testimonianze parlano di alcune cappelle del XI secolo ma la struttura definitiva risale al XVIII secolo, l’edificio più antico è quello più alto, mentre quelli sottostanti sono stati eretti scendendo man mano. Il santo cui è dedicato è Romedio di Thaur (330-400 circa), ricco signore bavarese che dopo un pellegrinaggio a Roma, dove conobbe Vigilio, Vescovo di Trento (355-405), donò tutti i suoi beni ritirandosi a vivere come eremita sulla rocca che oggi ospita il Santuario.

Nei pressi del complesso si trova un’area faunistica che fino a qualche anno fa ospitava alcuni orsi, simbolo del Santo: oggi vi si trova solo Bruno, un orso sequestrato a privati nel Lazio e che non è più possibile rimettere in libertà e che, se tutto va come dovrebbe, potrebbe essere l’ultimo poiché la struttura non è più consona alla morale moderna. Ma perché un orso?  Narra la tradizione che Romedio, ormai vecchio, si sarebbe incamminato verso la città per incontrare il Vescovo di Trento ma il suo cavallo venne sbranato da un orso. Il santo sgridò l’ingordo plantigrado che, per fare ammenda, si lasciò sellare e cavalcare portandolo fino a Trento. 

Una mela al giorno…

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… toglie il medico di torno, si dice. Se è così, in Val di Non sono tutti sanissimi! La produzione di questo frutto è così radicata in alcune zone da caratterizzarne il paesaggio. In primavera significa immergersi nel mondo delicatamente colorato dei meleti in fiore.

Posta poco a nord-ovest di Trento, la vallata si estende lungo il fiume Noce fino al lago di Santa Giustina, per poi proseguire lungo il Rio Novella fino a raggiungere l’abitato di San Felice che si colloca già in provincia di Bolzano. I numeri della produzione sono impressionanti  si dice che messe una accanto l’altra, le mele della Val di Non farebbero due volte il giro del mondo. La conformazione dolce della valle ha permesso fin dall’Ottocento un’intensa coltivazione dei meli che qui raggiungono quote appena sfiorate altrove, rendendo la vallata un magnifico paesaggio soprattutto nel periodo della fioritura che,  tendenzialmente, si sviluppa tra fine aprile ed i primi di maggio. Un momento magico, per visitarla. Le passeggiate possibili si snodano quasi tutte lungo pendenze facili e spesso affiancano gli alberi esaltati dal tenue bianco e rosa dei fiori, profumando l’aria di fresco e di voglia di uscire all’aria aperta. Altro momento perfetto per visitare la Val di Non è l’autunno con la raccolta dei frutti, tendenzialmente tra la metà di settembre e la metà di ottobre, che viene degnamente festeggiata in tutta la vallata con una grande festa che si svolge il secondo week-end di ottobre: Pomaria.

L’idea in più

Mai pensato di avere un melo tutto per sé, oppure di regalarlo? In Val di Non è possibile grazie all’iniziativa “adotta un melo”. La procedura è semplice e ci sono due opzioni. In una si va di persona, in primavera, presso uno degli agritur associati e si sceglie il proprio melo, durante l’estate esso verrà curato dal contadino e in autunno è possibile andare a raccogliere direttamente le proprie mele gustose e mature. Nella seconda opzione si prenota on-line per recarsi solo in autunno a raccogliere direttamente i frutti da portare a casa.

Informazioni utili

Il parcheggio nelle immediate vicinanze del Museo Retico è riservato ai visitatori. Poco prima si trova un parcheggio più ampio, a pagamento.

Escursione facile, adatta anche a bambini.

Azienda per il turismo Val di Non, www.visitvaldinon.it

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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