Città del Tufo: la Toscana in bicicletta tra Sorano, Sovana e Pitigliano

Stefano Meconi  | 02 Mar 2021

Riscoprire il piacere di una pedalata in libertà, sotto i primi caldi raggi di sole della primavera: è l’auspicio che tutti abbiamo in mente, soprattutto guardando a posti come le Città del Tufo. Tre gioielli della Toscana del sud, quella Maremma che conosciamo quasi più come esclamazione che come zona turistica. Eppure, in questa che fu terra degli Etruschi prima e dei granduchi poi, meraviglie da scoprire non mancano di certo.

Cosa fa delle colline maremmane la scelta imperdibile per tutti i ciclisti là fuori? I motivi potenziali per partire immediatamente sono tantissimi. A iniziare dalla grande eterogeneità del terreno, un costante alternarsi di discese e salite spesso morbide e non troppo impegnative. La possibilità di pedalare in uno dei contesti paesaggistici più belli d’Italia, che non è da poco. E infine, l’enorme ricchezza di borghi, terme, boschi e zone pianeggianti che distano pochi chilometri uno dall’altro.

Avventurarsi tra le perle del Tufo della bassa Toscana, insomma, non è un esercizio di stile o uno dei tanti itinerari visti e rivisti nelle guide. Qui ci si immergerà nella pura e autentica atmosfera di una regione che ha molto da offrire. E lo fa con una semplicità quasi disarmante, aprendo le sue porte a viaggiatori attenti, consapevoli e responsabili. Perché quando si pedala in bicicletta, la sicurezza – e il rispetto per l’ambiente – sono i migliori compagni di viaggio per ciascuno di noi.

Ecco perché le Città del Tufo sono così amate dai turisti

Sorano, Sovana e Pitigliano. O come le chiamano gli amici, la Matera della Toscana e la piccola Gerusalemme. Sono in realtà due comuni e una frazione, perché Sovana è una frazione di Sorano. In tutto, neanche ottomila abitanti, ma una fama che richiama ogni anno migliaia e migliaia di viaggiatori da ogni parte d’Italia (e non solo).

Quando si arriva per la prima volta qui, quasi al confine con il Lazio – e vicinissimi, ad esempio, alla bella Civita di Bagnoregio – si rimane incantati dal paesaggio. Le città, meglio ancora i borghi emergono quasi per magia dalle rocce color ocra. È il tufo, pietra porosa ma allo stesso tempo resistente, nella quale un tempo si scavava per ricavare grotte da usare come abitazioni, cantine e magazzini.

Il contrasto con il verde dei boschi tutt’intorno contribuisce a disegnare un ‘tricolore naturale’ che si arricchisce con l’azzurro chiaro dei cieli di Toscana. Una terra dove del resto l’inquinamento è poco, sia atmosferico che luminoso. Un’aria limpida, perfetta per una passeggiata o meglio ancora una pedalata.

Sicuramente non ci si stanca a percorrere i sentieri del Parco Archeologico Città del Tufo, che ha sede proprio a Sovana. Gli itinerari hanno una doppia connotazione, naturalistica e storica. Le tante testimonianze delle epoche etrusca e romana si alternano infatti a paesaggi incontaminati, con lo scorrere di piccoli rivoli o le sorgenti naturali che emergono quasi all’improvviso. Non siamo lontani, del resto, da Saturnia e le sue leggendarie terme all’aperto.

Pitigliano, la piccola Gerusalemme

Pitigliano
Verde e ocra: ecco Pitigliano, la ‘piccola Gerusalemme’

Sorprendente è dire poco. La più nota delle città del tufo, Pitigliano è spesso chiamata anche piccola GerusalemmeGerusalemme della Toscana. Da cosa dipende questo paragone con la città santa delle tre religioni monoteistiche? Sin dal Cinquecento, qui c’era una comunità ebraica, che trovò rifugio dopo la cacciata da parte dello Stato Pontificio. Il papa decise di espellere tutti i fedeli di religione ebraica da Roma, e questi furono ospitati dal Granducato di Toscana.

Passeggiando per le stradine in pietra di Pitigliano, incontrerete numerosi riferimenti alla cultura e alla religione di Abramo. La sinagoga, il Museo Ebraico, ma anche il forno degli azzimi, dove veniva cotto il tradizionale pane senza lievito. Tutto a Pitigliano ha un legame storico e religioso con l’ebraismo, in un magnifico esercizio di convivenza tra fedeli di culti diversi. Fermatevi anche a scoprire la bella Fontana medicea, con la porta panoramica poco più in là, e passeggiate per le Vie Cave, antichi percorsi nati all’interno di siti di estrazione della pietra.

Sorano e Sovana, le Città del Tufo “gemelle”

Sorano
Le architetture medievali di Sorano, la ‘Matera toscana’

Immaginatevi tante case ricavate nella pietra, una vallata profonda tutt’intorno coperta di alberi e arbusti rigogliosi. Metteteci anche dei bei palazzi, un tocco di mistero e siete a… Sorano! Se pensavate di trovarvi a Matera, non avete poi tutti i torti. Sorano è infatti apprezzata come la Matera della Toscana, un richiamo ideale a una delle città più amate del Bel Paese. Sono molte le similitudini tra questo borgo grossetano e la Capitale europea della cultura 2019.

Diverse sono le origini: greca e longobarda Matera, etrusche Sorano e Sovana. La realizzazione del nucleo storico ha però seguito un lavoro simile, andando sia a scavare in profondità che costruendo sopra il terreno. Oggi possiamo raggiungere in bicicletta, e percorrere a piedi, due borghi dalle bellissime nuances ocra. Non vi è molta differenza tra edifici pubblici e privati, almeno in termini di colore. Cambiano le volumetrie, si notano i campanili delle chiese ed emerge l’imponente Fortezza Orsini. Qui è ospitato il Museo del Medioevo e del Rinascimento, una collezione sparsa su sette sale che merita sicuramente la visita. Anche a Sorano c’è una sinagoga, a testimonianza della diffusione del culto ebraico lungo tutta la Toscana, da fine Cinquecento e fino alla prima metà del XX secolo.

A Sovana godetevi l’atmosfera rilassante della piazzetta, in questo paese degli Etruschi che profuma di storia. Una incantevole testimonianza del passato che sembra quasi calata nel XXI secolo, con le sue chiese (San Pietro, Santa Maria e San Mamiliano) e l’immancabile necropoli. Vi sentirete come trasportati in una macchina del tempo, tra vicoletti ben tenuti e tanto, tantissimo verde tutt’intorno.

Città del Tufo, il bike tour

Mappa

  • Punto di partenza: Pitigliano (GR)
  • Punto d’arrivo: Bolsena (VT)
  • Lunghezza: 49,4 chilometri
  • Dislivello: 744 metri in salita, 745 in discesa
  • Tempo di percorrenza: 3 ore e 16 minuti
  • Difficoltà: media
  • Periodo consigliato: primavera-autunno

Percorso e consigli utili

Meno di 50 chilometri uniscono Pitigliano e le città del tufo a Bolsena, che da il nome al bel lago dell’Alto Lazio. Un’avventura piuttosto facile e che richiede una preparazione atletica non eccessiva. In compenso però l’itinerario regala grandi soddisfazioni e l’opportunità di trascorrere uno o due giorni en plein air nella cornice naturalistica della Bassa Toscana.

Raggiungere la piccola Gerusalemme è semplice: per chi proviene dalla costa tirrenica (Grosseto/Orbetello) si segue la SR74, oltrepassando Manciano e arrivando a destinazione in 30 km circa. Da Roma, si percorre la A1/E45 con uscita a Orte od Orvieto con prosecuzione sulle strade locali, seguendo le indicazioni per Pitigliano.

Inforcata la bici, e dopo esserci concessi una bella visita nella cittadina, prendiamo la Strada provinciale Pian della Madonna proseguendo per la SP di Sovana. Pitigliano e la ‘Matera toscana’ distano appena 8 km, con pochi dislivelli e un percorso facile. Poco più lunga la distanza tra Sovana e Sorano, 9,6 chilometri di cui larga parte quasi pianeggianti.

Bolsena, lago
Il lago di Bolsena in uno scorcio di mezza stagione

Sosta d’obbligo nell’ultima Città del tufo del nostro percorso e si riparte alla volta della Maremma più incontaminata. Superiamo anche il confine Toscana-Lazio e le belle zone quasi pianeggianti, con gli Appennini sull’orizzonte, ci accompagnano per 30 chilometri. A parte l’incontro con Grotte di Castro, la strada che ci conduce a Bolsena e alla Tuscia è pressoché priva di luoghi abitati significativi.

Una bella sfida, immersi nel silenzio della natura e perfetta per chi vuole godersi un fine settimana lontano dal caos della città.

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Stefano Meconi
Stefano Meconi


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