Camminare sulla Costa delle Miniere, i percorsi più belli da fare in Sardegna

Leonardo Anchesi  | 28 Apr 2023
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Quando si sente parlare di Costa delle Miniere il pensiero non può che volare al quel tratto costiero in Sardegna dove si è concentrata, nel tempo, l’attività mineraria. Non tutti sanno, infatti, che questa meravigliosa Isola è stata oggetto, per diversi secoli, di una vasta campagna di estrazione di piombo, argento e zinco, principalmente concentrata nell’area sud-occidentale, ma con diversi esempi minori sparsi un po’ su tutto il territorio. Questa attività, iniziata già in epoca romana quando venivano inviati i condannati ad metalla per espiare la propria pena, cessò definitivamente negli anni ’90, lasciando segni indelebili di quel passaggio umano talmente incisivo da modificare in diversi casi l’orografia del territorio. Oggi, quelle antiche strade di servizio sono diventati avvincenti percorsi che permettono di scoprire una Sardegna più nascosta ma non per questo meno affascinante.

Dal villaggio di Ingurtosu alle dune di Piscinas

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Raggiungere le Dune di Piscinas, famose per la loro estensione, partendo dall’antico villaggio minerario di Ingurtosu è un esperienza unica per chi ama il mare, la natura e l’archeologia industriale. Arrivati a Ingurtosu, raggiungibile solo in auto, si andrà a imboccare il sentiero che dall’area del Pozzo Gal si inoltra verso ovest, all’interno della vallata che conduce al mare.

All’interno di una fitta macchia mediterranea di arbusti di cisto marino, lentischio e rosmarino, si giungerà ai ruderi della laverie Pireddu e, attraverso un ripido ghiaione, sulle sponde del Riu Naracauli. Da qui il sentiero procede sul fondovalle, immerso in un bosco di lecci e querce da sughero, permettendo di raggiungere i poco più di un’ora la meravigliosa spiaggi di Piscinas con le sue caratteristiche dune. Il rientro è consigliabile farlo seguendo il tracciato della strada provinciale, in buona parte sterrata, così da poter ammirare le imponenti strutture delle laverie Brassey.

Tra Buggerru e Cala Domestica, un anello sul mare

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Questo lungo anello, che si divide fra costa ed entroterra, rappresenta una tappa fondamentale per chi ama il trekking in Sardegna. Partendo dall’abitato di Buggerru, dove sarà possibile anche organizzare una visita nella Galleria Henry, si imbocca il sentiero 301, ben segnalato, in direzione di Cala Domestica. Prima tappa sarà Pranu Sartu, una delle miniere storiche di Buggerru, grazie alla quale il paese, nel suo periodo di massimo splendore, arrivò a contare ben 7mila residenti.

Qui gli appassionati del genere potranno ammirare i resti di secoli di attività, fra scavi a cielo aperto e resti di imponenti strutture. Si raggiungerà quindi Cala Domestica, dopo aver attraversato il canale omonimo, per poi puntare verso l’entroterra e percorrere un tratto della prima ferrovia elettrificata in Sardegna, ovviamente oggi dismesso. Dopo un breve tratto sul fondo di un suggestivo canyon, si giungerà al valico di Genna Arenas, per fare brevemente rientro a Bugerru.

Il sentiero dei 5 faraglioni

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Il trekking dei 5 faraglioni si svolge su uno dei tratti più belli della costa iglesiente. Partendo da Funtanamare, attraverso Nebida e fino a Masua, permette di godere di un punto di vista unico sul candore del calcare dei 5 faraglioni che contrastano nettamente con i colori della costa. Il primo che si incontra è lo scoglio “Il morto”, secondo gli antichi raffigurante le sembianze di un defunto. Dopo una breve salita fino a Villa Sanna, si discende nuovamente sulla costa a Portu Raffa, deliziosa caletta.

Le imponenti rovine delle Laverie Lamarmora ricordano l’antica vocazione mineraria della zona, superate le quali sarà possibile ammirare il secondo faraglione “S’alegusteri”, il pescatore di aragoste. Si raggiungerà quindi Nebida e, dopo una tappa sul Belvedere dal paese, si proseguirà per la caletta di Portu Banda, dalla quale si potranno ammirare gli altri due faraglioni dedicati al pescatore di aragoste. Attraversate altre incantevoli calette, si giungerà a parcheggio delle spiagge di Masua, fine del tracciato, dal quale si potrà ammirare il Pan di Zucchero, che con i suoi 133 metri è il faraglione più alto d’Europa.

Da Masua a Cala Domestica

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Attraverso un affascinante tratto costiero, si potranno ammirare i ruderi del mondo minerario e gli scorci di costa più seducenti. Partendo dal parcheggio delle spiagge di Masua si salirà lungo un’antica linea ferroviaria per poi raggiungere una pineta che affaccia su due meravigliose calette. Raggiunto Porto Flavia, avveniristico impianto di caricamento del materiale sulle navi del XIX secolo, si salirà sino a Monte Nai, punto più alto dell’escursione e da cui si può godere di una vista eccezionale sul Pan di Zucchero.

Dopo “Su canali de sa rocca niedda” si prenderà leggermente quota tra i ginepri arrivando poi alla caletta di Canal Grande e alla grotta delle spigole. Da qui il sentiero sale sino al pianoro di Punta Cubedda da dove, attraverso diversi saliscendi, sarà possibile raggiungere Portu Sciusciau, altra deliziosa caletta. Dopo circa mezz’ora si raggiungeranno le piccole dune di Cala Domestica, meta dell’escursione.

 Cammino di Santa Barbara

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Decisamente adatto a chi ama il trekking a lungo raggio, il Cammino di Santa Barbara è un itinerario dedicato alla Santa protettrice, fra i tanti, dei minatori. Il percorso è munito di credenziali e punti di sosta convenzionati sulla falsa riga dei pellegrinaggi sparsi in tutto il mondo. Composto da 30 tappe e si snoda per 500 km formando un anello che parte e arriva dalla cittadina di Iglesias, un tempo centro nevralgico dell’estrazione mineraria in Sardegna.

Raggiungendo dapprima la costa occidentale, per poi salire verso nord e, quindi, compiere un ampio giro sino a Carbonia e alle spiagge di Sant’Antioco e dell’isola di San Pietro. Il Cammino è un’esperienza unica che permette di immergersi completamente in un ambiente dal sapore antico. Le tracce del passaggio dell’uomo alcune volte sono imponenti, dominando ancora il paesaggio, e altre sono appena visibili tra la vegetazione lussureggiante che si sta riprendendo i propri spazi. 

Leonardo Anchesi
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