Trekking in Piemonte, il sentiero dei ciclamini in Valle Maira

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 22 Mar 2023

La Valle Maira si trova a venti chilometri da Cuneo ma si presenta con le sue selvagge vallate laterali e le gole di accesso come un mondo a sé dove andare alla scoperta di una natura ancora aspra e dura, appena modellata dalla mano dell’uomo. Se l’alta valle è un mondo di pietra ed escursionismo che raggiunge quote elevate a contatto col respiro del cielo, è la bassa valle ad incantare col suo mondo di piccole borgate di pietra che si fondono alla roccia e si nascondono tra i boschi alternati a prati appena pettinati, e dove è ancora viva e palpitante la cultura occitana. Come la borgata di Macra, da cui parte questo anello che si svolge tra cappelle, piloni e punti panoramici, alla scoperta del Cyclamen purpurascens, ossia il ciclamino selvatico. Questo piccolo fiore comincia a fiorire a metà estate per proseguire fin nel cuore dell’inverno e seguendo i numerosi pannelli didattici che illustrano storia e natura delle località toccate si seguirà un fresco torrente nel bosco, con i resti del suo mulino, toccando vecchie borgate e piloni votivi affrescati, a tratti a ridosso di pareti rocciose dove il ciclamino lascia il passo alla fragranza della lavanda selvatica. Si scenderà quindi verso Camoglieres dalle caratteristiche colonne tonde,  e la cappella isolata di San Pietro al cui interno si intravede un ciclo di affreschi quattrocenteschi sul tema della danza macabra, per chiudere un anello dal grande fascino.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 2 ore totali
  • Distanza: 6 Km totali
  • Dislivello: 330 md totali
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: Macra; Caricatori; Camoglieres
  • Segnavia percorso: Sentiero dei ciclamini
  • Periodo adatto: Tutto l’anno
  • Dove parcheggiare: Macra, piazza Manzoni

Itinerario

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Lasciata l’auto in piazza Manzoni, davanti al Municipio di Macra (820 metri di altitudine) si prosegue un breve tratto lungo la provinciale fino a raggiungere un ponte. Subito prima di questo si prende a destra (cartello) imboccando l’evidente sentiero che costeggia il ruscello. Il piacevole tratto risale il corso d’acqua passando davanti ad un edificio ristrutturato che conserva ancora le tracce dell’antico mulino e di una vecchia macina. Si ignora il primo bivio verso Camoglieres, da cui si farà ritorno alla chiusura dell’anello, mantenendosi sempre lungo il ruscello, in ambiente piacevole e rinfrescante, mentre a tratti si incontrano pannelli didattici che illustrano le specie botaniche, e le rocce a strapiombo che ci sovrastano creando un bel contrasto tra la vegetazione e le pareti grigie. Il sentiero si snoda graduale facendo superare più volte il piccolo rio grazie a passerelle di legno e bassi ponti, tra ambienti umidi e fitti boschi mentre l’acqua crea a tratti breve rapide gorgoglianti.

Superato un pilone votivo, si raggiunge una strada asfaltata che va seguita verso sinistra, in salita graduale arrivando in breve alla borgata Langra (972 metri di altitudine) dalle case quasi tutte a rudere. Proseguendo sempre dritti lungo strada che si fa sterrata si raggiunge quindi la borgata Caricatori (998 metri di altitudine) che possiede alcune case recuperate.

Superata la frazione, poco prima di un ponte di legno, si abbandona l’ampia mulattiera per seguire verso destra il sentiero che sale ripido per un breve tratto. Quando esso si pianifica passiamo a ridosso delle ripide pareti di Punta Raveirola (su cui si trovano pareti di arrampicata) dove è facile camminare nella fragranza della lavanda che cresce in questo tratto esposto al sole. Un tratto quasi aereo dove lo sguardo viaggia sui boschi attorno e sulle borgate appena oltrepassate.

Si giunge così a uno sperone a picco sulla borgata di Langra e in vista di una torre rocciosa ed un pilone votivo. Qui, un pannello ci spiega nei dettagli la storia più recente, quando un violento incendio distrusse l’intera vegetazione di questo versante, ma il lavoro paziente dell’uomo ha saputo ridare vigore alla flora che, lentamente, si è rimpossessata del luogo. 

Con andamento quasi pianeggiante si percorre la Comba Friera (1055 metri di altitudine) passando sull’altro versante del vallone e giungendo al pilone già visto in precedenza (1060 metri di altitudine) da cui si apre la vista a precipizio sulla sottostante borgata di Macra e su quasi tutto il percorso fatto finora: splendido! 

Il sentiero ormai è praticamente tutto in discesa, porta a passare sotto alcune pareti di arrampicata e fa raggiungere la borgata di Camoglieres (992 metri di altitudine). Alle prime case si devono seguire i segni gialli che portano a destra, all’interno della borgata, e curiosando qua e là si possono notare alcuni interessanti dettagli come le massicce colonne tonde che sorreggono le falde dei tetti, l’antico forno, e un colossale San Cristoforo dipinto presso la fontana, opera del pittore itinerante Giors Boneto, risalente al 1806. 

Si continuano a seguire i segni gialli che ci guidano fuori la borgata, fino a ritrovare il cartello in prossimità della Locanda del Silenzio che ci porta a destra su una mulattiera in discesa. Si segue ora uno stretto viottolo che ci fa arrivare ad un pilone votivo quindi, in costante discesa, si percorre un tratto sovrastante la statale di fondovalle fino a passare sotto il portico della cappella di San Pietro (872 metri di altitudine) al cui interno custodisce un ciclo di affreschi di danza macabra risalente al Quattrocento

Il sentiero termina su un tornante asfaltato e si segue la strada verso destra, in salita, raggiungendo la borgata di Villar. Passati davanti alla chiesa, si ritrovano i segni che portano a sinistra, su un viottolo che in un ultimo tratto in discesa porta a sbucare poco a monte del mulino incontrato alla partenza. Da qui si ridiscende il ruscello fino alla provinciale e si ritorna al Municipio di Macra.

Val Maira, terra occitana

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Il mondo occitano ha storia antica che vien fatta risalire ad oltre mille anni fa ricoprendo una zona geografica ben definita: dalla Valle di Aran sui Pirenei spagnoli, attraverso il Midi della Francia, fino alle vallate italiane delle Alpi occidentali. Ma quello che rende l’Occitania un corpus unico sono la lingua e la cultura. Si deve a Dante Alighieri la sua denominazione poiché fu il primo a classificare nella sua opera De vulgari eloquentia, del 1303, le lingue volgari. Egli individuò tre idiomi in base dall’avverbio di affermazione: italiano (sì), lingua d’oil-francese (oui) e lingua d’oc (hoc est). Dopo l’anno Mille l’occitano era forse la più nota delle tre soprattutto grazie ai trobadors girovaghi che cantavano l’amor cortese verso una dama. Ma anche se alla fine fu la lingua d’oil ad avere il predominio (nel 1539 fu imposto  per legge il francese), l’occitano non scomparve del tutto e nel 1854 nacque dal lavoro di Frédéric Mistral (premio Nobel nel 1904) il Felibrige, un movimento letterario teso a riabilitarlo stilando regole ortografiche e linguistiche che, con alcune piccole modifiche nella grafia, sono uguali dai Pirenei alle Alpi. Ma a rendere unita l’Occitania, oggi più che mai, non è tanto la lingua in sé quanto una sorta di filosofia di base, un senso di appartenenza a qualcosa che supera i confini geografici e politici  e che ha maggior eco soprattutto nella musica di novelli trobador che con il suono di ghironde, flauti e tamburi accompagnano le giga, le controdança e le correnta che ancora oggi vengono ballate. Simbolo dell’Occitania è la croce Catara, una croce dorata su campo rosso che sembra sia apparsa per la prima volta nel 990 al matrimonio tra Guillame Taillefer, conte di Tolosa, con Emma figlia del conte di Provenza Roubaud. La stessa è unita ad una stella a sette punte che indica le sette regioni dell’Occitania: Guasconia, Guiana, Linguadoca, Limosino, Alvernia, Provenza e Delfinato.

Informazioni utili

Tutto è relativo, per via del meteo variabile, ma la fioritura dei ciclamini è tendenzialmente da agosto fino a settembre e spesso oltre, ma si può godere anche della fioritura delle primule a febbraio/marzo, e delle rare orchidee selvatiche a a maggio. Non serve ricordare che la raccolta dei fiori è severamente vietata…

Il percorso è fattibile tutto l’anno, ma con alcune accortezze: in inverno meglio evitare la neve per via di alcuni tratti un poco più esposti. Da prestare molta attenzione anche nei mesi di marzo ed aprile poiché la zona è, purtroppo, infestata dalla processionaria del pino, una sorta di bruco peloso che in quel periodo scende dagli alberi in lunghe file e che, se toccato, può provocare fortissime irritazioni. Molto fastidiosi per gli uomini, sono davvero pericolosi per i cani poiché potrebbero inalare i peli urticanti con effetti anche mortali. 

ATL del Cuneese, www.visitcuneese.it

Comune di Macra, www.comune.macra.cn.it

Consorzio turistico Valle Maira, www.vallemaira.org

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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