Nel Distretto dei Laghi del Piemonte, tra borghi storici e cime panoramiche

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 24 Feb 2023

Ovverosia “monte orfano” ed è facile capre il perché non appena lo si guarda dall’alto, con una mappa: un’ampia ansa del fiume Toce lo abbraccia praticamente su tre lati, mentre il quarto è delimitato dal lago di Mergozzo. Anche da sotto appare isolato e ben diviso dalle altre cime dell’Ossolano, e questo lo rende particolare e affascinante. 

Dopo aver visitato una ben conservata chiesa romanica, la salita si svolge in fitti boschi toccando alcune curiosità dell’epoca in cui il monte era una cava di granito. Sulla cima e lungo la discesa ecco i resti militari della Linea Cadorna con caserme, polveriere e gallerie di primo Novecento. 

Il percorso è ad anello e dopo aver affrontato la salita per la cima, dopo aver ammirato il panorama sul lago Maggiore e su quello di Mergozzo, si scende al paese di Mergozzo per poi costeggiare piacevolmente il lago dalle azzurre acque, che si segnala essere uno dei più puliti d’Italia.

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 4,30 ore totali (soste escluse)
  • Distanza: 13.5 Km totali
  • Dislivello: 680 md+ totali
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: Montorfano paese; Mergozzo paese
  • Segnavia percorso: A56 Montorfano Vetta; A58 Mergozzo; Sentiero Azzurro
  • Periodo adatto: Tutto l’anno (in assenza di neve)
  • Dove parcheggiare: Fondotoce, Stazione FS Verbania-Pallanza

Itinerario 

lago_di_mergozzo

Dalla Stazione FS Verbania-Pallanza (200 metri di altitudine) si torna sulla SS42/via 42 Martiri per dirigersi a destra e prendere l’asfaltata via Montorfano (cartelli stradali) verso Montorfano paese dove si trova la pregevole chiesa romanica dedicata a San Giovanni Battista, che dal Duecento sorge isolata su verdi prati (325 metri di altitudine).

Attraversando tutto il borgo verso sinistra, lungo un evocativo tracciato delimitato da lastre di pietre verticali, si può arrivare al Belvedere, un bel punto di vista sulla foce del fiume Toce e sul Lago Maggiore.

Si torna poi indietro ripassando davanti alla chiesa fino al termine del parcheggio dove inizia, a sinistra nei pressi di alcuni pannelli didattici, il sentiero (cartello “A56-Montorfano vetta”). La via procede in salita, con tratti di vecchio asfalto, inoltrandosi nel bosco. Vanno seguiti sempre i segni bianco/rossi e le frecce gialle, prestando attenzione soprattutto al bivio a quota 435 metri di altitudine dove la segnaletica è un po’ scolorita e va tenuta la sinistra (freccia rossa e scritta “cima”). 

A quota 570 metri di altitudine si noti una curiosa lastricatura sulla destra, uno scivolo utilizzato per il trasporto dei massi di granito estratti dalle cave. Si segue il sentiero che lo affianca e che porta ad un paio di scorci panoramici delimitati da un mancorrente, con invitanti panchine per ammirare il panorama verso i laghi e la cima del Mottarone

Lungo i tracciati militari

La vegetazione si fa più rada e si giunge ad un evidente bivio dove si prende la traccia a destra (non indicata) arrivando alla cima vera e propria del Montorfano (794 metri di altitudine) passando per i resti delle fortificazioni di primo Novecento della Linea Cadorna (meglio non inoltrarsi nelle gallerie poiché non sono messe in sicurezza). Sulla cima, a destra, si trova un cippo e si ha la vista sulla valle che porta in direzione del Lago d’Orta.

Tornati all’ultimo cartello, si prende a destra seguendo da adesso la segnaletica “A58-Mergozzo”, cominciando la discesa lungo la vecchia strada militare della Linea Cadorna, una selciata a tornanti che fa perdere rapidamente quota fino ad arrivare ad un colpo d’occhio sulle ripide pareti di una sottostante cava. La via diventa sterrata e si giunge ad un bivio segnalato: a sinistra si arriva in 5 minuti di perfetta strada militare ai resti di una caserma e l’imbocco della polveriera.

Tornati sulla sterrata si continua a scendere arrivando ad una radura con una deviazione: il percorso prosegue verso destra ma a sinistra si arriva in pochi passi ad una garitta che precede alcune casermette (vietato entrare negli edifici).

Il Sentiero Azzurro

Sempre in discesa, si passa davanti ad un edificio isolato che anticipa l’ex cava di granito verde e poco dopo si trova un bivio poco segnalato (segni rossi a terra e segni bianco/rossi più avanti): andando a destra si passa in un suggestivo tratto di mulattiera incassata in mezzo ad un bosco di castagni che diventati di dimensioni notevoli anticipano la suggestiva radura di Robianco (tavolini e fontana).

Dalla radura di Robianco si va a sinistra passando davanti al pilone votivo e costeggiando la recinzione per arrivare all’asfalto di via Borrette. Si lascia poi l’asfalto per una stradina pedonale che porta tra i vicoli di Mergozzo fino alla chiesa di S. Elisabetta (200 metri di altitudine). Il borgo si presenta con vicoli e scalinate dal sapore antico, e con un rilassante Lungolago dove si trova un Olmo Monumentale del XVII secolo. Al termine del Lungolago si prende in salita via Borzoni e poi via Nostrani, arrivando alla selciata del Sentiero Azzurro. Alternando brevi tratti di asfalto, in un suggestivo angolo di bosco, si va ad incrociare una sterrata. Da qui si segue la segnaletica “Sentiero Azzurro” percorrendo una piacevole via graduale costellata da pannelli didattici e con panchine rilassanti, all’ombra del bosco ma con punti di vista sul lago di Mergozzo. Alternando sentiero e belle selciate si arriva alla strada asfaltata che collega Fondotoce a Montorfano, già percorsa all’andata e che ora va seguita in discesa per tornare alla Stazione FS di Fondotoce.

La Linea Cadorna

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Era un complesso sistema di fortificazioni costruite lungo il confine settentrionale di Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia e costruite durante la Prima Guerra Mondiale. Si parla di 72 chilometri di trincee, 88 postazioni di artiglieria, di cui molti in caverna, 25mila metri quadrati di baraccamenti, quasi 300 chilometri di strade e quasi 400 chilometri di mulattiere, arrivando in alcuni punti a 2mila metri di altitudine. La sua costruzione fu dovuta alla paura che l’impero Austro-Ungarico potesse calare nel nord Italia attraversando la neutrale Svizzera.

All’atto pratico non venne mai utilizzata veramente, non vi fu nessuna invasione e  solo qualche edificio venne utilizzato come caserma, ma non per azioni di guerra. Per fortuna.

Cadute nel dimenticatoio e divorate dalla vegetazione, alcuni tratti stanno poco alla volta venendo recuperati poiché, grazie alle pendenze graduali delle strade e la posizione spesso panoramica, sono perfette per le  escursioni.

Informazioni utili 

Fondotoce è una frazione del comune di Verbania e nei pressi della stazione ferroviaria vi sono due possibili parcheggi: uno multipiano coperto e uno all’aperto in Via Stazione (coordinate 45°56’34.3″N 8°28’17.5″E)

Il tracciato è abbastanza evidente ma in base alla stagione la vegetazione potrebbe coprire i sentieri, si deve prestare attenzione soprattutto ai segni bianco/rossi e a vecchie frecce gialle.

Distretto Turistico dei Laghi www.distrettolaghi.it;  www.lagomaggiorexperience.it;

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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