Bocche di Cattaro, alla scoperta dei “fiordi dell’Adriatico”

Redazione  | 17 Mar 2018

In Montenegro alla scoperta della bellezza delle Bocche di Cattaro.

Le Bocche di Cattaro sono un posto che offre uno scenario di magia e che affascina perdutamente, tra cielo, mare e terra. Situate nel pieno del Mare Adriatico, con le acque che si insinuano per ben 28 km, Le Bocche di Cattaro sono il più grande fiordo dell’Europa del Sud. Questi ambienti creano un’area di 12mila ettari abbracciata dai pendii fitti di vegetazione dei monti Lovćen e Vrmac.

Questo luogo è anche detto la sposa dell’Adriatico, per la bellezza che si presenta agli occhi del persona nel momento in cui ammira questo posto meraviglioso spettacolare della natura. Proprio questi ultimi appartengono al Parco Nazionale di Lovćen e Orjen, in cui la cima più alta è a quasi 2.000 metri (1895 metri per la precisione).

Ma addentriamoci in questo modo fatato!

Alla scoperta delle Bocche di Cattaro per un’escursione davvero particolare

Il look così aspro e variegato delle Bocche di Cattaro è dovuto alle rocce calcaree che la natura modella con il fenomeno del carsismo. Qui l’acqua piovana scompare nel sottosuolo originando combinazioni naturali con tanto di fiumi sotterranei che diminuiscono la salinità del mare.

Che dire, parliamo di un ambiente davvero unico, tra pini, oleandri, allori, grazie al clima che varia nel giro di qualche chilometro da mediterraneo a subalpino. È dunque possibile ammirare molti habitat per animali e piante tra cui diverse specie endemiche come la Clausilia catharensis. Si tratta di una lumaca che vive sulle antiche mura della città di Kotor-Cattaro con le sue atmosfere medievali.

Insomma una bellezza naturalistica certamente dovuta per la sua posizione, tra Oriente e Occidente, in un mix di culture riconosciuto anche dall’UNESCO.

Vediamo ora quali posto andremo a scoprire!

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Bocche di Cattaro, la natura selvaggia (ma autentica) del Montenegro

Bocche di Cattaro, cosa vedere

Le Bocche di Cattaro, che dal punto di vista geomorfologico sono “tecnicamente” valloni fluviali invasi dal mare, occupano una superficie di 87 km quadrati e sono il risultato di più bacini: a nord verso la Croazia, sono delimitate dalla penisola di Vittaglina (in slavo Prevlaka) e dalla Punta d’Ostro (o Punta Acuta), a sud dalla Punta d’Arza; si passa poi alla baia di Topla anche detta golfo di Castelnuovo.

Scendendo a sud, il canale di Combur (Kumbor) “traghetta” verso il bacino più grande che è la baia di Teodo (Tivat).

Da qui, attraverso lo stretto delle Catene, di nome ma soprattutto di fatto, visto che è largo solo 300 metri per una lunghezza di 2 km, si accede agli altri bacini più piccoli, cioè il golfo di Risano e il golfo di Cattaro nel cui punto più meridionale è stata costruita l’omonima città.

Kotor-Cattaro non è tanto grande, ma entrando dalle sue antiche mura, esempio ben conservato di fortificazione urbana, vale tutto il piacere di una visita avviandosi nel suo centro storico che ricorda un po’ certe atmosfere veneziane (del resto il Montenegro è stato governato dalla Serenissima): ci sono circa trenta chiese, di cui quattro medioevali, come San Luca del 1195 e la cattedrale di San Trifone la cui costruzione è iniziata addirittura nel IX secolo, e 12 piazze, come la più grande, la Piazza d’Armi.

Cattedrale San Trifone, Cattaro
La Cattedrale di San Trifone, il monumento più bello di Kotor/Cattaro

Giusto qualche curiosità

Per la loro particolare conformazione, le bocche di Cattaro sono un luogo scelto la loro posizione strategica dal mondo militare: infatti questa zona è stata utilizzata come base navale militare sia dai veneti che dall’Impero austro-ungarico successivamente!

Raggiungere le bocche di Cattaro

Alle Bocche di Cattaro si giunge da nord attraverso la litoranea che proviene dalla Croazia. Un viaggio lungo, di immersione naturalista, tra paesaggi super. Suggestivi anche i collegamenti marittimi dall’altra sponda dell’Adriatico: da Bari e Ancona partono i traghetti per Bar, che dista un’oretta di bus (o auto propria) dalla baia. C’è pure l’aeroporto di Tivat, a una decina di km di distanza.

Dopo un giro per la baia, si consiglia di lasciare la costa e dirigersi verso l’entroterra montenegrino. Tornanti, rocce e tanti pini neri, un paesaggio molto dolomitico se non fosse per le rocce scure è quello che ci aspetta!

Dall’alto, lo sguardo sulle Bocche il cui profilo sembra un ricamo sull’acqua, è impareggiabile.

E non è possibile non citare la frase del poeta Ljuba (Ljubomir) Nenadovic: “Mi sembra strano che il sole possa tramontare su tale bellezza”.

Consigliamo oltretutto di andarci a maggio e giugno, quando il clima è asciutto (anche se le piogge sono presenti e arrivano spesso dai monti) e la vegetazione è un rigoglio deciso!

Redazione
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