Le gole del Cardinello e l’antica Via Spluga, il cuore verde della Valtellina

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 18 Mag 2023

Quella delle Gole del Cardinello e l’Antica Via Spluga è un’escursione particolare, per vari motivi. Innanzitutto si svolge praticamente tutta in discesa, così da camminare con tranquillità e ammirare i grandiosi panorami che si offrono alla vista. Da Montespluga, caratterizzato dall’ampio bacino idrico, si raggiunge la Gola del Cardinello, spaccatura suggestiva ed impressionante che si percorre con un sentiero a volte intagliato nella roccia. Un tratto dalla grande suggestione in cui ritrovare i tempi e le emozioni degli antichi viaggiatori che nei secoli hanno percorso per commerci questa via. Raggiunto l’abitato di Isola, con il suo lago, si segue il corso del torrente Liro, tra fitti boschi, rapide e fresche pozze, per arrivare infine a Campodolcino in cui si trova un museo e un antico ponte romano, oltre che un piccolo e verde laghetto.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 4 ore sola andata
  • Distanza: 15 Km sola andata
  • Dislivello: 830 md- sola andata
  • Difficoltà: Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua: Montespluga; Rasdeglia; Isola; Campodolcino
  • Segnavia percorso: Via Spluga
  • Periodo adatto: Giugno/Ottobre
  • Dove parcheggiare: Chiavenna stazione

Itinerario

gole del cardinello

Da Montespluga (1908 metri di altitudine) si attraversa la strada principale per passare accanto il negozio di souvenir e, superato un ponte, imboccare Via Ferré che porta in direzione dell’ampio bacino idrico. Sempre ben guidati dai cartelli della Via Spluga, si percorre tutta la strada che diventa sterrata e fa risalire brevemente il corso del torrente Val Loga per raggiungere un ponte con il quale si attraversa questo corso d’acqua (nel caso ci sia poca acqua nel lago, è possibile abbreviare il percorso di circa 1 km: al parcheggio che si trova poco oltre il primo ponte, si scende sulla massicciata che taglia in diagonale la parte a monte del lago, per raccordarsi più avanti sul sentiero descritto, poco prima di alcuni ruderi).

Si segue ora il corso del torrente Val Loga in direzione del lago per percorrerne la riva orientale. Superati alcuni ruderi il sentiero diventa quasi a strapiombo sulle acque azzurre del lago, con punti di vista impressionanti e panorami grandiosi, per poi scendere bruscamente proprio sulla diga.

La si attraversa interamente e mentre a sinistra si allarga il turchese del lago, a destra appare in tutta la sua austerità la Gola del Cardinello scavata dal torrente Liro e se si presta attenzione si può vedere il sentiero che si andrà a percorrere.

Infatti, appena termina il coronamento della diga, la segnaletica fa girare a destra e si comincia a scendere in maniera ripida con alcuni zig-zag fino a trovarsi all’interno dell’orrido.

Il sentiero è sempre evidente e ben segnalato, in alcuni punti è piuttosto esposto ma mai veramente pericoloso. Va affrontato, però, con calma e attenzione, fermandosi spesso per ammirare questo orrido straordinario e il sentiero scavato a tratti nella viva roccia. E pensare che nel dicembre del 1800 vi transitò un esercito  napoleonico di 15mila uomini!

La gola era già nota in epoca romana ma è con il XVII secolo che assunse importanza come via di comunicazione commerciale. Prende il nome dal sovrastante Monte Cardina, inteso come punto di giunzione.

La gola si trova sempre sulla destra ma quando si arriva ad un ponte che fa attraversare il torrente Liro, il sentiero si fa meno impervio e dolce. Poco oltre si trova un bivio: a sinistra il percorso è un poco più breve di 0,5 km, ma passa a ridosso del bosco e più all’ombra. Suggeriamo di tenere la destra passando così attraverso piccoli nuclei abitati esposti al sole che con i loro dettagli architettonici, e fontane,che rendono più interessante il cammino.

Tra ampi pascoli e radi boschetti si tocca asfalto appena dopo il borgo di Mottaletta per arrivare quindi all’abitato di Isola ed il suo lago.

Isola, un nome alquanto strano poiché sul lago non vi sono isolotti. In effetti, il termine è da intendere piuttosto come una sorta di oasi bucolica immersa in una ambiente selvaggio, così appariva nell’Ottocento ai viaggiatori. Immersi in un fitto bosco si percorrono le rive occidentali del lago di Isola e al termine di essa, in prossimità della diga, ecco un cartello cui va prestata attenzione: il sentiero prosegue a sinistra ma, se dovesse piovere, è obbligatorio proseguire a destra, percorrendo la diga e seguendo poi la strada asfaltata.

Il tracciato ufficiale si snoda ora tra le rocce, protetto da un mancorrente ma con punti esposti affacciati sul torrente che scorre parecchio più basso. Un tratto molto suggestivo ed emozionante ma che, effettivamente, potrebbe essere pericoloso con la pioggia.

Raggiunte le rive del torrente Liro, il sentiero si fa più dolce e graduale, immerso all’ombra di fitti boschi e il passo rallenterà automaticamente: il torrente è tentatore, con le sue pozze fresche ed invitanti, soprattutto se la giornata è molto calda…

Quando si risale sulla strada asfaltata (la stessa da cui si giungerebbe in caso di pioggia), ne ne percorrono pochi passi verso destra per poi lasciarla per il sentiero che prosegue ancora lungo il corso del torrente Liro, questa volta tenendolo sulla sinistra, per arrivare all’inizio di Campodolcino.

La piacevole strada sterrata porta ad un suggestivo ponte di legno coperto che permette di attraversare il fiume Liro, ora divenuto assai largo, e inoltrarsi tra le case di Campodolcino. Prima di arrivare alla strada principale so prende Via del Crotto a destra che porta alla piazzetta su cui sorge l’edificio del Mu.Vi.S., il Museo della Via Spluga (1077 m).

Passando a fianco del museo si continua per Via Sant’Antonio, si supera il cimitero e mantenendosi sempre sulla via principale, che si fa più stretta e prende il nome di Via dell’Acero, si arriva all’argine del torrente Rabbiosa. Vi si sale sopra e andando a sinistra ecco il ponte medioevale, in realtà ricostruito nel Seicento, affacciato sulla Caurga della Rabbiosa, la profonda forra creata dal torrente. Un passaggio davvero suggestivo che merita la deviazione dal centro!

Superato il torrente con l’antico ponte a due arcate si segue di nuovo il corso dell’acqua lungo Via Franciscio e arrivati sulla strada principale la si segue verso sinistra, passando davanti all’Infopoint e arrivando in breve al Municipio e alla fermata dell’autobus.

Mu.Vi.S.

Via Spluga

Ossia Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo, un esposizione etnografica di oggetti che illustrano la dura vita di montagna ma anche resti archeologici che testimoniamo la vita preistorica del Pian dei Cavalli, oltre alla storia della Via Spluga con stampe che risalgono al Seicento e reportage d’epoca (www.museoviaspluga.it).

Una via storica

Via Spluga

Quello denominato “Via Spluga” è un trekking meraviglioso e particolare, poiché si percorre quasi tutto in discesa. Si tratta di un cammino storico che dalla Svizzera varca il passo dello Spluga per scendere in direzione del lago di Como. Era una via già utilizzata dagli antichi romani che costruirono una vera e propria strada verso la fine del I secolo a.C. Una strada più moderna fu poi tracciata nel 1821 e sembra che in tal modo un postale partito da Milano potesse raggiungere Lindau, sul lago di Costanza, in sole 36 ore. In seguito il passo dello Spluga perse d’importanza, soppiantato soprattutto dal vicino passo del San Gottardo ma, oggi, questo non sembra un difetto, anzi: per il turismo è un vero e proprio vantaggio e il tracciato della Via Spluga è una lampante dimostrazione!

La partenza ufficiale del trekking sarebbe da Thusis, ma si può abbreviare di un paio di tappe partendo dalla cittadina di Splügen, in Svizzera, comodamente raggiungibile con mezzi pubblici da Chiavenna in meno di due ore. Da qui si sale ai 2.113 metri di altitudine del Passo dello Spluga, affrontando l’unica vera salita dell’intero trekking che da questo punto si snoda praticamente tutto in discesa fino a Chiavenna diventando a tutti gli effetti un cammino alla portata di quasi tutti. Presenta tre vantaggi notevoli: i pernottamenti sono in comodi hotel e alberghi che offrono gastronomia locale; esiste la possibilità di usufruire del servizio di trasporto bagagli, così da camminare leggeri; se il meteo dovesse farsi avverso si può saltare la tappa utilizzando l’autobus di linea. Le tappe brevi permettono di affrontare il cammino in maniera slow così da rifiatare, leggere i pannelli, ammirare il panorama, bagnare i piedi nelle acque dei torrenti, gustare una birra fresca e una fetta di torta casalinga… piccoli piaceri che sanno rendere il cammino una delizia per il corpo ma anche per la mente… e la gola!

Informazioni utili

Comodi e ampi parcheggi  gratuiti in prossimità della stazione ferroviaria di Chiavenna, quindi è possibili utilizzare l’autobus di linea, direzione Splügen, scendendo a Montespluga in andata, per poi riprenderlo a Campodolcino al ritorno. In teoria sarebbe possibile raggiungere entrambe queste località con la propria vettura, e utilizzare l’autobus solo per il tratto Campodolcino-Montespluga, ma si tenga presente che la strada è parecchio stretta e tortuosa.

Il percorso non presenta complessità tecniche ma nel tratto delle Gole del Cardinello vi sono alcuni punti non pericolosi ma esposti, e chi soffre di vertigini potrebbe avere qualche difficoltà.

Se si fosse già particolarmente stanchi, da Isola è possibile prendere l’autobus e ridurre il percorso (da Montespluga a Isola: 8,7 km; 620 md-; 2,30 ore).

Arrivati a Campodolcino, volendo, si potrebbe proseguire per ancora 1,4 km per arrivare al verde Lago di Prestone, in questo caso, però, giunti al termine di Via Franciscio, si prosegue dritti lungo il torrente Rabbiosa, per poi deviare a sinistra percorrendo l’argine del fiume Liro fino al laghetto.

Autobus: www.stps.it
Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna: www.valchiavenna.com
Via Spluga www.viaspluga.com
Vie del Viandante www.viedelviandante.it 

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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