Giro dell’isola Palmaria, il trekking alternativo da fare alle Cinque Terre

Leonardo Anchesi  | 17 Mar 2023
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Davanti a noi abbiamo il mare, con spiagge talmente raccolte che facciamo quasi fatica a definirle tali mentre, alle nostre spalle, la montagna incombe possente e ripida. Sì, siamo decisamente in Liguria. Il suo territorio, così unico e affascinante, è meta di un turismo costante nell’anno, caratterizzato sia dagli amanti del mare che da quelli della montagna, che nelle locali porzioni di Alpi e Appennini possono scegliere percorsi di ogni tipo e per ogni livello di preparazione. Ma per chi vuole fare un’escursione diversa dal solito, non possiamo non consigliare di andare all’isola Palmaria. Posizionata nel Golfo della Spezia (detto anche Golfo dei Poeti), a pochi minuti di navigazione da Portovenere (o da Spezia), nella famosa regione delle Cinque Terre, Palmaria offre un trekking decisamente alternativo ai soliti itinerari. Vediamo ora quindi come affrontare al meglio il giro dell’Isola.

  • Punto di partenza: Terminal traghetti isola di Palmaria (SP) (28 mt)
  • Punto d’arrivo: Terminal traghetti isola di Palmaria (SP) (28 mt)
  • Lunghezza: 4,840 km
  • Dislivello di salita: 240 mt
  • Tempo di percorrenza: 2 h circa
  • Difficoltà: intermedia – E (Escursionisti)
  • Periodo dell’anno: accessibile tutto l’anno

Accesso all’isola

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Innanzitutto, dobbiamo decidere quale traghetto prendere. I più pratici sono decisamente quelli che partono da Portovenere e da Spezia; entrambe le località sono facilmente raggiungibili con autostrade e strade statali. Il porto di Spezia ha il vantaggio di avere più disponibilità di parcheggi; in alternativa potremo raggiungere i punti d’imbarco anche con i mezzi pubblici, eludendo così il problema della vettura.

Una volta imbarcati, in circa mezz’ora (anche meno qualora decidessimo di partire da Portovenere) raggiungeremo l’isola di Palmaria (località Terrizzo) e da lì potremo iniziare il nostro trekking; il servizio è operativo tutto l’anno, con orari variabili in base alla stagione. I sentieri sono numerosi ma, senza ombra di dubbio, percorrere il periplo è quello più spettacolare e che ci permette di apprezzare al meglio tutte le qualità di questo piccolo angolo di mondo.

Da Terrizzo a Capo Isola

Sbarcati a Terrizzo, non ci resta che imboccare il sentiero alla nostra sinistra, così da percorrere il giro dell’Isola in senso orario. Poco dopo troveremo il primo bivio; a destra possiamo proseguire sul nostro percorso mentre a sinistra abbiamo la possibilità, con una piccola deviazione, di andare a visitare il Forte Umberto I, anche chiamato Fortezza del Mare; vi consiglio di fare questa piccola digressione perché vale assolutamente la pena entrare nel forte, fino alla fine dell’800 parte integrante del sistema difensivo costiero della Liguria, munito di un avveniristico sistema di cannoni a scomparsa.

Oggi la struttura, recentemente restaurata, viene destinata a ricevimenti ed eventi pubblici. Terminata questa breve sosta culturale, proseguiremo il nostro cammino tornando sul sentiero principale. Dopo un’oretta scarsa ci imbatteremo nella spiaggia di Pozzale; da qui, lasciando per un breve tratto il sentiero, sarà possibile raggiungere Capo dell’Isola, estrema punta meridionale del sito.

Da Capo Isola al Forte Cavour

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Durante la sosta a Capo Isola potremo approfittarne per una visita alle cave dismesse di marmo portoro, un tipo di marmo nero, e potremo affacciarci all’ingresso della Grotta dei Colombi, un’apertura nella roccia esplorabile solo dagli speleologi, ma comunque molto affascinante; la prima esplorazione risale al 1869 quando il giovane geologo Giovanni Cappellini trovò al suo interno un tesoro di reperti di epoca preistorica.

Ripreso il normale cammino, dopo circa 40 minuti raggiungeremo la vetta dell’Isola, dalla quale domineremo tutto il territorio circostante, con la Batteria del Semaforo e il Forte Cavour (detto anche Forte Palmaria) in primo piano, altre due antiche roccaforti difensive della costa ligure. Purtroppo, il Forte non è visitabile in quanto ancora zona militare ma è comunque possibile ammirare da fuori le imponenti mura, ormai invase dalla vegetazione che, con il tempo, si sta riprendendo i propri spazi.

Dal Forte Cavour a Terrizzo

Da qui, le opzioni per tornare al nostro punto di partenza, e completare così questa avvincente escursione, sono molteplici. Una di esse è il sentiero che raggiunge “Le Bocche”; è quello più classico, che permette di completare il giro dell’isola percorrendo anche il lato occidentale e tornare poi al punto d’imbarco, il tutto in circa un’ora dalla Vetta dell’Isola.

In alternativa, partendo dal Forte Cavour, sarà possibile tornare verso il terminal attraverso un altro sentiero che “taglia” l’Isola a metà, dal nome suggestivo “strada dei condannati”; il sentiero veniva infatti anticamente percorso da centinaia di condannati, per lo più ergastolani, condotti sul sito per la costruzione del Forte Cavour. Esiste anche la possibilità di percorrere una strada asfaltata che conduce a Terrizzo, ma non è consigliabile poiché allunga sensibilmente il tragitto.

Avvertenze

Il percorso è piuttosto semplice, ma non è da sottovalutare. Nei pressi della Vetta la pendenza si fa impegnativa ed è quindi richiesto un buon allenamento, se non si vuole rischiare di far diventare il percorso un calvario. Non sono censiti punti di approvvigionamento di acqua; quindi, portatene una buona scorta, soprattutto nei mesi più caldi.

A Pozzale è possibile fermarsi per un bagno e per prendere il sole; qualora foste interessati, non dimenticate il costume. Sull’Isola è presente un Centro di Educazione Ambientale che, volendo, organizza anche pernottamenti, così da potersi immergere completamente nella biodiversità del sito. Ultima cosa: non dimenticate di portare con voi una fotocamera, vi pentireste amaramente di non aver potuto immortalare gli scorci sorprendenti che offre la Palmaria.

Consigli sull’attrezzatura

Arriviamo al nostro consueto appuntamento con l’attrezzatura consigliata. Come abbiamo avuto modo di apprezzare, il percorso è semplice. Questo però non vuol dire che non si deve affrontare adeguatamente attrezzati. Detto ciò, ai piedi dovremo sempre avere i nostri fidati scarponi; non lasciamoci ingannare dalla presenza del mare, le infradito, per evitare inutili tentazioni, sarà meglio lasciarle a casa.

Qualora decidessimo di fare il bagno, facciamo in modo tale di asciugarci bene prima di ripartire; non è mai consigliabile fare un escursione con calzini o indumenti bagnati. Inutile dire di mettere nello zaino i nostri bastoncini; soprattutto nella fase di discesa, caratterizzata da alcuni punti piuttosto scivolosi e infidi, potrebbero diventare i nostri migliori amici. Infine, non dimenticate di portare con voi una generosa dose di prudenza: quella, come dice il vecchio detto, non è mai troppa.

Leonardo Anchesi
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