Roma, si sa, è una delle città più incredibili della Terra. Una storia che va avanti da quasi 3.000 anni e che ha lasciato tracce visibili del suo passaggio ad ogni angolo della città. Talmente tanto che a volte è quasi difficile scegliere cosa visitare, che esperienza provare, che storia scoprire quando si visita la Capitale. Per chi ama camminare tanto, un modo interessante e divertente c’è: si chiama archeotrekking, il trekking all’insegna della scoperta di una storia antica e dei suoi resti. E quale posto migliore al mondo per praticare l’archeotrekking se non il Lazio e la città che ci ha lasciato le tracce di un popolo grande come Roma?
Camminare alla scoperta dei segni del passato non è sicuramente nulla di nuovo. La novità è che, recentemente, sempre molti più itinerari vengono proposti per unire la passione per la storia e per l’archeologia a dei percorsi più lunghi e avventurosi di quelli classici. Andiamo, dunque, a scoprire i migliori percorsi di archeotrekking nella storia alle porte di Roma.
La Regina Viarum, l’Appia Antica
Sembra scontato, ma è impossibile parlare di trekking nella storia a Roma senza iniziare da quello più importante e che tutti i romani conoscono e hanno fatto almeno una volta nella vita. Stiamo parlando dell’Appia Antica, anche conosciuta in passato come Regina Viarum, la regina di tutte le vie. Questa via, voluta per l’appunto da Appio Claudio Cieco, in antichità raggiungeva uno dei limiti meridionali della penisola arrivando fino a Brindisi, passando per Capua, Benevento e Taranto.
Oggi, della strada che una volta collegava Roma alla Puglia, di intatto rimane poco. Solamente il tratto iniziale da Roma a Frattocchie è ben conservato e protetto dal Parco Regionale dell’Appia Antica. Ma già in questo tratto di strada la quantità di monumenti, resti archeologici e tracce del passato che si possono incontrare è smisurata, talmente tanto da rendere quasi impossibile effettuare una scrematura dei luoghi più importanti sui quali soffermarsi. Senza dubbio si rimane affascinati da luoghi come l’imponente Mausoleo di Cecilia Metella, il sepolcro piramidale, la Villa dei Quintili o il Casal Rotondo, ma la verità è che ogni metro dell’Appia Antica regala dei frammenti di una storia millenaria e unica. Il modo migliore, quindi, per affrontare l’archeotrekking della Via Appia è quello di completarlo nella sua interezza e nei suoi quasi 20km tra andata e ritorno.
Il Parco Regionale Marturanum
Il Parco Regionale Marturanum non è di certo uno dei principali parchi del Lazio, anzi, probabilmente non molti ne hanno sentito parlare. Nonostante ciò, il parco a Barbarano Romani, in provincia di Viterbo, è un luogo ideale per gli appassionati di archeotrekking tra natura e storia. Questo parco dall’inconfondibile paesaggio della Tuscia, puntellato di colline e ricoperto dai boschi fu infatti, un tempo, uno dei luoghi in cui abitarono le popolazioni etrusche. Il Marturanum racconta, tra la sua splendida vegetazione e con le sue testimonianze archeologiche, una storia che va dall’età del bronzo fino all’arrivo dei romani e al declino della civiltà etrusca.
Una storia raccontata molto bene dai resti arrivati fino ai nostri giorni. Il più sensazionale e interessante è quello della Necropoli di San Giuliano, risalente al VII secolo a.C., una delle necropoli etrusche più variegate e interessanti per gli archeologi, che si possono visitare partendo per un sentiero a nord di Barbarano e chi si sviluppano in una vasta area attraversabile da più sentieri. La Necropoli si può visitare nella sua interezza partendo da Barbarano in un percorso ad anello mozzafiato facile, ma allo stesso tempo impegnativo che si sviluppa per oltre 15km. Una fatica che viene certamente ripagata dallo spettacolo offerto dai resti archeologici ormai fusi con la natura del parco.
Ma la Necropoli non è l’unica cosa che il Parco del Marturanum offre. Dal Paese di Barbarano, infatti, si possono intraprendere percorsi di trekking più o meno facili, da qualche km fino a veri e proprio anelli di dieci o quindici chilometri che esplorano il parco in lungo e in largo, come il sentiero che da Barbarano porta a Blera, paese limitrofo, attraversando resti archeologici etruschi, cascate e grotte.
Archeotrekking nei Colli Albani
Ben visibili da qualche via sparsa qua e là per tutta la città, alle porte meridionali di Roma si ergono i Colli Albani, l’inizio della campagna romana. Quest’area particolarissima si sviluppa attorno al Vulcano Laziale, un vulcano quiescente che ha dato la forma particolare a quest’area a Sud della Capitale, all’interno del quale si sono poi andati a formare i due laghi di Roma: il lago di Nemi e il lago di Albano. Oltre ad essere parte di un paesaggio naturale fantastico, l’area dei Colli Albani racconta anche una lunga e antica storia di popoli che già dal Neolitico hanno fatto dimora di questa fertile e accogliente zona. Una storia che possiamo toccare con mano tutt’oggi in uno dei tanti percorsi di archeotrekking sui Colli Albani.
Storico luogo di insediamento dei Latini, la cui egemonia su questa zona strategica fu continuamente bersaglio dei Volsci e degli Equi durò fino all’arrivo dei romani nel V secolo a.C., ma delle generazioni di Latini, alle quali si susseguirono quelle romane, in questa zona abbiamo ancora oggi molte tracce. La più evidente e sorprendentemente conservata è l’antica città di Tusculum e del suo teatro romano perfettamente conservato. È un luogo imperdibile e che per gli amanti del trekking può essere visitato facendovi tappa durante un bello e facile itinerario sui i Monti Tuscolani e che parte dal Convento di San Silvestro di Monte Compatri.
Inoltre, è possibile scoprire tanti molti itinerari e percorsi di trekking in questa magica zona alle porte di Roma sul sito del Parco dei Castelli Romani.
I percorsi nella necropoli etrusca di Norchia
A poca distanza dal Marturanum si può trovare un altro reperto storico di indescrivibile bellezza. Stiamo parlando del sito archeologico di Norchia, situato nei pressi di Vetralla, dove si sviluppa un’immensa città funeraria, o necropoli, risalente al periodo degli Etruschi. E’ un luogo estremamente affascinante, ricco di storia e un’importante testimonianza di come, in tempi pre-romani, si svolgesse la vita e si celebrasse la morte.
E’ un luogo facilmente visitabile e aperto a tutti, ma per i più avventurosi c’è la possibilità di non limitare la propria gita esclusivamente alla necropoli nel bosco, visitabile in un paio d’ore, ma di allungarsi ed effettuare un vero e proprio trekking.
Dopo aver visitato la necropoli, infatti, ci si può spingere a Nord verso la seconda necropoli di Sferrocavallo e guadare il Biedano per poi dirigersi verso le rovine nei prati a Ovest. Si rientra poi verso Norchia passando per la spettacolare Cava Buia. In questo modo sarà possibile visitare interamente l’area ed effettuare una lunga passeggiata di oltre 10km.