Sulle tracce delle antiche tribù germaniche: ecco l’Hermannshohen, il trekking che si svolge tra la Bassa Sassonia e Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania.
Due due sentieri, Hermannweg e Eggeweg, si fondono tra loro per un totale di 226 km che si possono percorrere in 11 o 13 tappe, con dislivelli mai eccessivi circa 3.600 metri in salita, 3400 in discesa, con altitudini piuttosto basse, la massima è sui 450 metri, facile da fruire anche da chi non ha un elevato allenamento.
Qui tuttavia cade anche la neve, per cui il periodo migliore per attraversare i sentieri è tra primavera e autunno, tra marzo e ottobre.
Le caratteristiche di questi luoghi sono non solo il loro incanto dal punto di vista paesaggistico, ma anche una grande valenza storica, perché qui appunto natura e storia vanno di pari passo, per un effetto meraviglia. L’Hermannshohen ha anche ottenuto uno speciale certificato che in Germania prema la qualità dei percorsi escursionistici.
Una parte della superficie attraversata, il 18%, è asfaltata, il resto è naturale o si passa in mezzo ai campi.
Il tragitto si svolge su crinali, sulla catena Dörenthe e sulla dorsale di Egge, attraversando la foresta del Teutoburgo/Eggegebirge, in cui crescono faggio e abete rosso, con paludi, prati secchi, distese di brughiera e abitanti tipo la cicogna nera, il gufo reale, il falco pellegrino, il gatto selvatico.
Qui nel 9 secolo dopo Cristo avvenne una grande battaglia tra le legioni di Publio Quintilio Varo, governatore romano della Germania, e le genti germaniche, esattamente il popolo dei Ceruschi, comandate da Arminio (Hermann in tedesco, che dà il nome al sentiero), che ebbe la meglio sui Romani i quali, proprio per via di quella disfatta, abbandonarono la zona definitivamente.
L’Hermannsweg parte da Rheine e giunge a Horn-Bad Meinberg. Tra le particolarità, le incredibili formazioni rocciose in arenaria delle Dörenther Klippen, che si allungano per quasi 4 km in un’altitudine di poco più di 150 metri.
Ma soprattutto qui si trova il complesso megalitico delle Externsteine, centro di culto degli antichi germanici.
Vicino a Detmold, forse, proprio come la famosa Stonehenge inglese (tanto da essere considerata la corrispettiva di qui) aveva uno scopo astronomico.
Infatti, alleate in modo particolare (per assistere al sorgere e al tramontare del sole durante il solstizio d’inverno), ci sono quattro gigantesche torri di arenaria del Cretaceo. Formatesi decine di milioni di anni fa, sono isolate ed alte 40 metri, con un diametro di circa 80 metri.
Non mancano scale di pietra intagliate, grotte scavate nella roccia, fossati, resti di palizzate di legno. Insomma un centro religioso in piena regola che fu tale fino al Medioevo quando Carlo Magno, conquistata la Sassonia, decise di distruggerne il forte potere pagano.
La vittoria del cattolicesimo è mostrata dal bassorilievo scolpito sulla roccia, il cosiddetto Irminsul, la quercia sacra, l’Albero della Vita considerato dai Sassoni la colonna portante dell’Universo e che nell’immagine è calpestato e piegato da Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea mentre tolgono dalla croce Gesù Cristo.
All’altezza della zona termale di Horn-Bad-Meinberg, l’Hermannsweg confluisce nell’Eggeweg, che giunge a Marsberg.
Da vedere la caratteristica cittadina di Bielefeld con il suo simbolo, la fortezza Sparrenburg, del XIII secolo: la sosta permette anche di curiosare nei tunnel sotterranei lunghi 300 metri, accessibili da aprile a ottobre, e di bearsi dei panorami su città e dintorni.
Si passa pure davanti all’Hermannsdenkmal, il monumento dedicato ad Arminio, l’eroe della resistenza anti-Romana.
Nella zona di Berlebeck c’è il parco ornitologico Adlerwarte e poi si incontra il Velmerstot, la cima più alta della foresta di Teutoburgo.
Proseguendo sempre sul crinale in direzione sud, l’area attraversata si chiama Egge, in cui la natura è ricchissima di emozioni e mixa la sua bellezza con tante opere dell’uomo.
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