Vignola e la via dei ciliegi, passeggiata in Emilia-Romagna

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 24 Mar 2023

In provincia di Modena troviamo questa località rinomata soprattutto per i suoi deliziosi frutti dall’intenso colore rosso: le golose ciliegie di Vignola I.G.P. che rappresentano un’eccellenza gastronomica nonché una consistente risorsa economica in quanto la produzione di ciliegie alimenta un mercato ed un’industria fiorente. Diuretiche, astringenti, rinfrescanti, ricche di sali minerali come potassio, ferro e calcio, con un buon contenuto di vitamine A e C ed un buon equilibrio tra zuccheri ed acidi, le ciliegie sono il tipico alimento irresistibile a cui non si può rinunciare! Ma si andrà alla scoperta non solo della frutticoltura, però, poiché dalla Rocca quattrocentesca del centro storico si può percorrere una rilassante escursione che dopo aver costeggiato il fiume Panaro torna per la poetica e fiorita Valle dei Ciliegi, una sicura attrattiva per chi ama vivere la quiete e la suggestione di una passeggiata immersa nel verde rigoglioso della natura di primavera.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza: 3 ore totali
  • Distanza: 10 Km totali
  • Dislivello: irrilevante
  • Difficoltà: Sentiero Turistico
  • Punti acqua: assenti
  • Segnavia percorso: Marano s/P; Percorso Sole; Via Romea Nonantolana
  • Periodo adatto: Tutto l’anno
  • Dove parcheggiare: Parcheggio Rocca di Vignola

Itinerario

vignola_via_dei_ciliegi

Dal parcheggio (114 metri di dislivello), utilizzando il sottopasso ci si dirige in direzione dell’impressionante mole della Rocca ma, prima di raggiungerla, si devia a sinistra all’altezza dell’evidente cartello della Via Romea Nonantolana, cammino di lunga percorrenza che seguiremo per qualche tempo. Ma non solo Via Romea, la facile escursione segue anche la segnaletica del Percorso Sole, e del poco più lungo Percorso Natura che ci porterà fino all’abitato di Marano sul Panaro.

Il primo tratto è decisamente più urbano, con un fondo in cemento, ma una volta superato il Centro Nuoto il percorso si fa sterrato e ci si trova a camminare lungo il corso del fiume Panaro, risalendone la corrente. La strada è sempre all’ombra, fiancheggiata a sinistra soprattutto da pioppi, anche di notevole dimensione, mentre a destra si possono intravedere le prime coltivazioni di ciliegi.

Ben segnato dai pannelli, lungo l’escursione c’è un solo bivio cui si deve prestare attenzione poiché il cartello marrone indica “Marano s/P” in entrambe le direzioni. Si deve andare a sinistra mantenendosi lungo il fiume mentre da destra si farà ritorno al termine dell’anello.

Superato il fosso Faellano, un canale laterale che si immette nel Panaro, si è in vista di una delle briglie del fiume dove le acque ruggiscono sonore e poco dopo si deve prestare attenzione e non seguire l’ampia strada dritta ma tenere la destra, passando davanti ad uno del pannelli del Percorso Sole. Subito dopo ci si trova ad un incrocio dove il nostro percorso prosegue dritti seguendo i cartelli Via Romea Nonantolana e Percorso Natura tenendosi ancora lungo il Panaro. Diventata di ghiaia, la strada porta in prossimità del ponte sul Panaro che non va attraversato. Tenendo la destra si percorre un breve tratto di provinciale utilizzando, appena possibile, uno stretto passaggio a destra che ripara dalle autovetture e che raccorda su via Valeriani, per andare al primo incrocio a destra fino a raggiungere un incrocio con semaforo.

A sinistra si trova il centro vero e proprio di Marano sul Panaro, con alcuni parchi ombrosi ed il castello che domina dall’alto della collina, mentre per iniziare la via del ritorno si prende a destra via Zenzano. Una via di per sé abbastanza anonima ma che permette di passare di fronte al curioso edificio detto Colombarone, una residenza rurale del Seicento dalla curiosa architettura e con una grande torre a colombaia.

Poco più avanti di devia a sinistra per via Impresa che fa superare l’imbocco di via Traversa e porta al curioso e ripido ponte che permette di superare il fosso Faelliano. Si deve prestare attenzione su questo ponte: ha una forma molto alta e stretta, tanto che non vi è visibilità frontale. Eventuali ciclisti dovrebbero condurre il mezzo a mano ma siamo testimoni che ciò non accade, quindi meglio procedere con un po’ di attenzione.

Si passa in tal modo presso le aziende coltivatrici e ai numerosi appezzamenti di ciliegi che in primavera si ricoprono di bianco, uno spettacolo affascinante reso più incantevole dalle colline che si stagliano sullo sfondo a fare da quinta scenografica.

La strada del ritorno è quasi tutta su asfalto, presenta numerosi incroci ma è sempre ben segnalata ed è sufficiente seguire i cartelli che indicano Vignola. Come all’andata, anche qui vi è un punto dove la meta è segnalata in due direzioni diverse. Sono entrambe corrette ma è meglio seguire quella di sinistra che porta a sbucare al bivio indicato dal pannello marrone, incontrato all’andata.

Da questo punto si ripercorre la via già fatta, questa volta proseguendo per il centro di Vignola attraverso l’interessante Torre dell’Orologio, così da vagare per questo nucleo storico caratterizzato dalla bella Rocca quattrocentesca che, in piazza dei Contrari, fronteggia il cinquecentesco Palazzo Barozzi. E poi ci si può perdere tra le vie del centro, senza più meta, godendo della pace e della suggestione di questa località così dolce.

Vignola storica

vignola_storica

Un simbolo per la città, la Rocca di Vignola ha una storia antica che affonda nel tempo. Non si conosce la data della sua costruzione ma è facile immaginare che una prima fortezza esistesse prima dell’anno Mille appartenuta, stando alla tradizione, all’abbazia di Nonatola. Di sicuro si parla di una rocca in un documento del 1178. Nata come sistema di difesa, è nel 1401 con i Contrari, feudatari di casa d’Este, che si trasforma in dimora residenziale arricchendosi con affreschi e tra i suoi proprietari successivi si trova nel 1577 Giacomo Boncompagni, noto come Papa Gregorio XIII.

Oggi la Rocca, oltre che essere utilizzata per convegni e concerti, è aperta alle visite nei suoi cinque piani (visite gratuite, prenotazione obbligatoria).

Di fronte, sorge il Palazzo Barozzi, dal nome dell’architetto Giacomo Barozzi detto il Vignola. Lo volle nel 1567 il conte Ercole Contrari il Vecchio come dimora signorile. Come per la Rocca, anche questo palazzo viene acquisito dal Papa Gregorio XIII e oggi si possono visitare i quattro piani, collegati da una suggestiva scala a chiocciola ellittica di 106 gradini autoportanti (ingresso 2 €)

Informazioni utili 

Escursione facile e priva di difficoltà, adatta a tutti. L’ideale è percorrerla in primavera, quando la fioritura dei ciliegi è al massimo e sembra di camminare in una candida nuvola. Meglio evitare, invece, l’estate piena poiché la Valle dei Ciliegi è interamente esposta al sole.

Assenti le fontane, si trovano bar e locali vari dove ristorarsi.
Sito ufficiale di informazione turistica www.emiliaromagnaturismo.it
Visit Vignola www.visitvignola.it

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.




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