Il Giardino degli Dei, alla scoperta dei pini millenari del Pollino

Leonardo Anchesi  | 25 Apr 2023
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Ha un nome particolarmente evocativo, il Giardino degli Dei. Salire fin qui, dove regna il Pino loricato gigante, è un’esperienza unica per gli amanti del trekking e della natura più incontaminata. Attraverso uno delle più grandi faggete d’Italia, salendo sui sentieri che si ramificano nel Pollino, si raggiungerà la Serra di Crispo, dove è possibile ammirare i numerosi pini millenari, con i loro tronchi modellati dallo sferzare del vento in forme a volte longilinee, a volte contorte e godere di un paesaggio unico, immerso in un silenzio quasi surreale. All’ombra di questi caratteristici sempreverdi, dalla corteccia immacolata che riflette i raggi del sole, sarà possibile godersi una pausa appagante dopo la salita, in attesa di riprendere il cammino inverso. Questa piccola guida che segue vi aiuterà a trovare tutte le informazioni necessarie per pianificare al meglio il cammino sino al Giardino degli Dei.

  • Punto di partenza: Rifugio Pino loricato – San Severino Lucano (PZ) (1547 mt)
  • Punto d’arrivo: Rifugio Pino loricato – San Severino Lucano (PZ) (1547 mt)
  • Lunghezza: 13,7 km
  • Dislivello di salita: 520 mt
  • Tempo di percorrenza: 5 h circa
  • Difficoltà: Intermedio – E (Escursionisti)
  • Periodo dell’anno: accessibile tutto l’anno, consigliato da primavera inoltrata agli inizi di autunno

Raggiungere il Rifugio Pino loricato

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Il punto più comodo da cui partire è decisamente il Rifugio Pino loricato, nelle vicinanze del Santuario della Madonna del Pollino. Si raggiunge facilmente in auto; dal casello di Laino Borgo si lascerà l’autostrada Salerno – Reggio Calabria per poi seguire la strada provinciale 133 fino a San Primo. Da qui si imboccherà poi la strada provinciale 4 sino alle indicazioni per il Santuario, poco dopo San Cataldo – Pantana. Il tragitto si conclude nel parcheggio del rifugio da dove iniziano numerosi percorsi che conducono verso il massiccio del Pollino.

Sino alla sorgente Pitt’accurc

Lasciata l’auto al rifugio, si comincerà imboccando il sentiero IPV4 che si sviluppa in piano in direzione sud-est, attraverso una suggestiva faggeta di piante secolari; qui sarà possibile ammirare faggi tra i più vetusti d’Italia con caratteristiche fusioni tra alberi e rocce, uniche nel loro genere. Raggiunto il Piano porcaro, dopo circa mezz’ora, inizierà la salita che conduce prima al Piano di Iannace, punto panoramico perfetto per scattare qualche foto, per poi lasciare il bosco e addentrarsi nei pascoli della Piana del Pollino. Sulla Piana sarà d’obbligo una sosta alla fresca sorgente di Pitt’accurc’, così da poter fare il pieno alle borracce e godere di un po’ di pausa prima di raggiungere il momento culminante dell’escursione. 

Alla Serra di Crispo e sulla via del ritorno

Terminata l’appagante sosta alla fonte, si continua percorrendo il crinale di Serretta della Porticella; qui si cominciano a vedere i primi maestosi pini loricati che, piano piano, iniziano a circondare il cammino sino a raggiungere il loro massimo splendore nel Giardino degli Dei, nei pressi della Serra di Crispo, punto più alto di tutto l’itinerario che si raggiungerà dopo circa 3 ore di cammino. Il panorama è spettacolare tanto quanto i monumentali pini che dominano il territorio da millenni con le loro forme più bizzarre, piegati dal forte vento che imperversa buona parte dell’anno su questo altopiano. Fare un pic-nic all’ombra di questi veri e propri monumenti naturali.

Dalla Serra il sentiero IPV4 conduce direttamente alla sorgente di Pitt’accurc’, puntando verso nord e poi piegando decisamente verso ovest. Raggiunta la fonte si chiude l’anello e si imbocca l’ultimo tratto che sarà in comune con l’andata. Giunti al Rifugio, prima di riprendere la strada verso casa, sarà possibile dedicare qualche momento al Santuario del Pollino.

Istruzioni per l’uso e consigli sull’outfit

L’escursione è abbastanza impegnativa, soprattutto per la lunghezza. Il dislivello di poco più di 500 metri e gradualmente distribuito e perciò non sono presenti salite con pendenze severe. Ma per essere superato in tranquillità e non trovarsi senza fiato è comunque necessario possedere un po’ di allenamento alle spalle. L’acqua sul tragitto è presente alla fontana del Santuario, all’inizio del percorso, e alla sorgente Pitt’accurc’ a circa metà del cammino. È comunque preferibile portare con sé una scorta d’acqua nel caso queste siano asciutte, soprattutto nei mesi più caldi. Scarponi da trekking obbligatori, zaino con indumenti per affrontare eventuali cambi di tempo necessari, come anche un po’ di provviste. Non risultano esserci passaggi tecnici ma si deve comunque prestare la dovuta attenzione sui sentieri e il massimo rispetto verso la montagna e la natura che ne è parte integrante.

Il Parco Nazionale del Pollino e il Pino loricato

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Il Parco Nazionale del Pollino, che prende il nome dal massiccio omonimo, con i suoi 192mila ettari di estensione vanta il primato di essere il più grande d’Italia. Istituito nel 1988, il suo territorio abbraccia 56 comuni distribuiti tra Basilicata e Calabria e racchiude numerose vette di cui cinque sopra i 2000 metri di altitudine. Emblema del parco è il Pinus heldreichii, meglio noto come pino loricato, specie particolarmente diffusa in diverse aree dell’est Europa, compreso il famigerato Monte Olimpo, ma molto meno qui in Italia dove, infatti, si concentra quasi esclusivamente in questa zona. Particolarità di questa specie, il cui nome comune deriva dalla somiglianza della sua corteccia con la lorica, caratteristico corpetto dei legionari romani, sono l’altezza che può arrivare sino ai 35 metri e la corteccia, tendente al grigio chiaro, con toni rossastri e marroni, tanto che nelle giornate più soleggiate questi maestosi sempreverdi assumono un aspetto brillante.

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