Angkor Wat, la Cambogia dei templi e della natura

Redazione  | 29 Gen 2018

Una luogo di straordinaria bellezza, Patrimonio dell’Umanità UNESCO: una superficie di 400 km quadrati in cui si estende Angkor Wat.

Stiamo parlando di un parco archeologico che rappresenta le rovine di un fastoso antico impero, quello dei Khmer, con templi dalle incredibili decorazioni che narrano le gesta di miti ed eroi, molti dall’origine ancora oggi sconosciuta.

Angkor Wat deriva dalla lingua khmer: il primo termine significa capitale, il secondo tempio.

Siamo in Cambogia: il periodo migliore per venire qui dove il clima è comunque caldo e umido in ogni mese dell’anno, è tra novembre e febbraio quando le temperature si assestano sui 25-30°C. Sconsigliato il periodo tra giugno e ottobre, colpito dalle piogge intense, e tra marzo e maggio, quando si sfiorano i 40°C.

Mappa

I monumenti

Angkor Wat

Il complesso monumentale di Angkor Wat, circondato da un enorme “fossato”

L’area di 15 km per 6,5 in cui è raggruppata la maggior parte delle costruzioni visibili, in pietra arenaria e laterite, si trova a nord della città di Siem Reap.

Il monumento più famoso e imponente, costruito nel XII secolo, è Angkor Wat, dotato di un gigantesco recinto con cinque torri. Dedicato a Vishnu, aumenta di fascino per la presenza di un bacino d’acqua in cui si specchia con tutto il suo splendore d’antan: un incanto che aumenta di spessore assistendo alla nascita del sole proprio dietro la costruzione, all’alba.

Sono due i circuiti in cui è diviso il parco, piccolo e grande circuito, a scelta dei visitatori e anche dal tempo a disposizione: in teoria qui ci si potrebbe stare giorni e giorni, vista l’estensione dei resti.

Nel primo circuito, oltre ad Angkor Wat, si arriva nell’area di Angkor Thom dove vedere il Bayon, uno straordinario complesso sempre del XII secolo, caratterizzato da facce di pietra giganti scolpite su 54 torri, con oltre un chilometro di bassorilievi. In questa zona da non perdere il Baphuon, con la gigantesca figura di un Buddha disteso, costruito nel XVI secolo.

Nel secondo circuito si possono visitare altre strutture religiose, come il Neak Pean, il Preah Khan, il Pre Rup, che in realtà è un vero e proprio tempio-montagna dalla cui altezza è veramente meraviglioso fotografare il paesaggio dei campi di riso tutto intorno quando il sole tramonta. Rilevante anche il cosiddetto tempio delle femmine, edificato con pietra arenaria dall’intensa sfumatura rosa: è il Bantey Srei. Ma sono distanti oltre 40 km da Angkor Wat.

Come muoversi

Siem Reap, Angkor Wat

Siem Reap, è da qui che si raggiunge Angkor Wat

Un mezzo che può essere ideale per muoversi nel parco, è la bicicletta, da usare sicuramente per raggiungerlo dalla città di Siem Reap che dista circa 6 km e dove ci sono diversi negozi che l’affittano, destreggiandosi (attenzione) tra il traffico che non è poco.

Inoltre, da considerare che se si vuole fotografare i pezzi da 90 disseminati nella zona nella suggestiva ora del tramonto o dell’alba, bisogna calcolare che in quei momenti della giornata (sia all’andata sia al ritorno in città) il tragitto non è illuminato e non è il massimo della sicurezza.

Una volta all’interno dell’area, soprattutto se si decide di concentrarsi sul primo circuito (il piccolo, proprio per via delle distanze relativamente contenute tra le opere), ci si può spostare pedalando per circa 1 o 2 km, in genere, tra un tempio e l’altro. Ma dentro i vari edifici non si può portare la dueruote, che va quindi ripresa una volta terminata la visita.

Da ricordare poi il caldo e l’umidità onnipresenti (più o meno) che potrebbero rallentare gli spostamenti a pedale, tutte informazioni che è bene sapere per regolarsi. Per girare ad Angkor si possono anche affittare i poco sportivi (ma comodi) tuk tuk, una specie di taxi a tre ruote, nonché carrozze a cavallo e persino elefanti.

Redazione
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