Trekking sul Corno Grande, la traversata epica alla vetta del Gran Sasso

Leonardo Anchesi  | 10 Apr 2023
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Il massiccio del Gran Sasso, che domina l’Italia centrale, è meta prediletta per tutti gli appassionati di trekking, offrendo sfide adatte anche agli alpinisti più esperti. Ma la traversata epica per eccellenza da compiere almeno una volta su questo maestoso massiccio è sicuramente quella che conduce al Corno Grande, cima più alta delle catena montuosa e di tutto l’Appennino; con i suoi 2912 metri, infatti, la si può definire, senza fatica alcuna, il tetto dell’Italia peninsulare.

La sua vetta, a forma di ferro di cavallo, si compone di tre distinte cime: la vetta Orientale (2903 m), la vetta Centrale (2893 m) e la vetta Occidentale (2912 m); il gruppo comprende anche il Torrione Cambi (2875 m).  Escludendo gli accessi più tecnici e che richiedono quindi esperienza e preparazione specifiche, le via di ascensione normale è quella che affronta la salita dal lato meridionale. Scopriamo quindi insieme come affrontare al meglio il trekking sul Corno Grande, la traversata epica alla vetta del Gran Sasso.

  • Punto di partenza: Osservatorio di Campo Imperatore – (AQ) (1554 mt)
  • Punto d’arrivo: Corno Grande – Cima Occidentale (2912 mt)
  • Lunghezza: 5,94 km (11,88 km totali, compreso il ritorno sulla stessa via)
  • Dislivello di salita: 810 mt
  • Tempo di percorrenza: 3 h e mezza circa per la salita
  • Difficoltà: Difficile – EE (Escursionisti Esperti)
  • Periodo dell’anno: accessibile tutto l’anno con l’attrezzatura adeguata alla neve e il ghiaccio ed esperienza specifica, consigliato da primavera inoltrata agli inizi di autunno

Accesso

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Nei mesi più caldi è possibile raggiungere il piazzale dell’osservatorio di Campo Imperatore, condiviso con il famoso Albergo Campo Imperatore, in auto; dal casello autostradale di Assergi, sulla A24, prenderete la strada statale 17 bis in direzione est e, successivamente, la strada regionale 17 bis/C. Nei mesi più freddi l’ultimo tratto di strada è chiuso a causa delle abbondanti nevicate; il punto di partenza designato sarà comunque raggiungibile tramite la funivia che parte dal Rifugio Le Fontari, sempre sulla strada regionale 17 bis/C.

La salita dalla via normale: da Campo Imperatore sino alla Sella del Brecciaio

Parcheggiata la vettura nel piazzale e recuperato tutto l’occorrente, seguirete il viottolo che passa accanto all’Osservatorio e che prosegue verso il rifugio Duca degli Abruzzi. Al primo bivio terrete la destra sul sentiero segnato che passa ai piedi della cresta della Portella, gira in un crinale ed entra in un area semicircolare di origine glaciale. Il sentiero, che sale formando una serie di stretti tornanti, vi condurrà sulla cima del Monte Aquila (2335 m), che raggiungerete dopo circa 45 minuti dalla partenza.

Lasciata la vetta, il sentiero piega a sinistra, tagliando un vallone erboso. Al successivo bivio terrete la destra, ignorando le indicazioni per il Rifugio Garibaldi. Raggiunta la base di un grande torrione calcareo a 2350 m, il sentiero attraversa il ghiaione del Brecciaio, salendo in modo sempre più deciso; dopo circa 1 ora e mezza dalla partenza raggiungerete quindi la Sella del Brecciaio (2506 m). 

L’attacco alla vetta del Corno Grande del Gran Sasso

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Lasciata la Sella del Brecciaio, imboccherete il sentiero che passa al centro fra l’attacco della ferrata Brizzi e, poco più avanti, la via della cresta ovest, praticata solo dagli alpinisti più esperti, che vi condurrà a mezza costa nel ghiaione della Conca degli Invalidi; da qui potrete godere di una vista eccezionale sul Corno Piccolo. Dapprima scenderete, per poi affrontare la ripida salita che conduce, tutto su terreno ghiaioso, verso la Vetta Occidentale.

All’ultimo bivio prima della vetta, a quota 2690 m, terrete la destra e inizierete a salire fino al crinale che si affaccia sul Ghiacciaio del Calderone; da qui,  percorrendo la cresta Ovest attraverso il nuovo sentiero ricavato nel 2005, meno esposto del precedente tratto, raggiungerete la vetta al Corno Grande del Gran Sasso. La discesa sarà sulla stessa via, con le dovute precauzioni nei tratti più esposti e con fondo sdrucciolevole.

Istruzioni per l’uso

L’itinerario indicato è piuttosto impegnativo, adatto a chi ha già una certa dimestichezza in montagna e ha confidenza con terreno roccioso e friabile. Il Corno Grande, infatti, è uno scenario che si addice più all’arco alpino che alla dorsale appenninica; quindi, affrontate l’escursione con la giusta preparazione fisica e psicologica. I punti esposti sono diversi, soprattutto nei tratti sulle linee di cresta dove, per ovvi motivi, l’esposizione è maggiore.

È necessario prestare la massima attenzione e dimostrare rispetto per la montagna e per gli altri escursionisti; in particolare, state accorti a non far rotolare sassi a valle. Non fatevi distrarre dal paesaggio; le cime circostanti creano delle quinte naturali affascinanti e fotogeniche, ma seguite sempre la regola base: occhi a terra durante la camminata e prima di fare foto fermatevi in sicurezza. La discesa avverrà per la stessa via della salita; è consigliabile quindi tenere a mente i passaggi più complessi, così da arrivare già preparati.

Consigli sull’attrezzatura

Preparate adeguatamente lo zaino con tutta l’attrezzatura necessaria. Per quanto riguarda gli scarponi, qualora ne aveste modelli diversi, prediligete un tipo più robusto, così da affrontare senza problemi i fondi rocciosi più spigolosi. I bastoncini portateli sempre con voi, è probabile che vi serviranno più durante la discesa e non dappertutto; quindi, che siano sempre telescopici o comunque richiudibili così da non avere ingombri inutili quando non servono.

Qualora doveste affrontare la salita nei mesi con maggior affluenza di turisti, è consigliabile portare un caschetto da roccia da indossare nella malaugurata ipotesi che il traffico di escursionisti generi anche accidentali cadute di sassi. Ovviamente sempre indumenti antipioggia e antivento, per affrontare i tipici e repentini cambi meteo della montagna al meglio, e una buona provvista di acqua: soprattutto nei mesi estivi la calura si farà particolarmente sentire a causa della scarsità di ombra lungo quasi tutto il tragitto.

Leonardo Anchesi
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