Monte Rosa Hütte: eco-rifugio di lusso tra Chamonix e Zermatt

Redazione  | 26 Giu 2017

Un mosaico di design, tecnologia, panorami mozzafiato che spaziano tra Monte Rosa, Cervino e la parete nord dei Lyskamm: ecco Monte Rosa Hütte, un rinomato rifugio a 2883 metri di altezza sul ghiacciaio di Garnergrot, nella Svizzera Vallese. Gli appassionati lo conoscono anche come “Cristallo di roccia”, nome decisamente legato alla sua struttura eco-compatibile che è stata messa su in appena un anno, partendo dalla presenza di un primo rifugio esistente in zona già dal 1894. A quel tempo potevano essere accolte venticinque persone che arrivarono a quarantacinque nella ristrutturazione del 1918. Tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento la struttura originale di legno fu addizionata a pareti di pietra e ampliata fino a raggiungere tre piani di altezza, con interni più confortevoli, ottimi anche durante l’inverno, per una capienza di 86 persone.Fu la nascita ufficiale del rifugio Monte Rosa Hütte che evolse con la passione sempre più forte di tante persone per montagna, sci, alpinismo. Così negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso si aggiungono altri posti con ulteriori modifiche strutturali. Il nuovo Monte Rosa Hütte è entrato in funzione nel marzo del 2010. Un gioiello architettonico e di sostenibilità dalla forma di poliedro irregolare. Ecco le caratteristiche dei percorsi per raggiungerlo:

  • Punto di partenza: Zermatt, Stockhorn, Furi
  • Punto d’arrivo: Monte Rosa Hütte
  • Lunghezza: 7,2 chilometri, 16,5 chilometri, 9 chilometri
  • Dislivello: 70 metri, 275 metri, 940 metri
  • Tempo di percorrenza: 2 ore, 5 ore, 4 ore
  • Difficoltà: media
  • Periodo dell’anno: 2° settimana di marzo – 1° di giugno; 4° settimana di giugno – 4° settimana di settembre

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Come arrivare al Monte Rosa Hütte

Percorso estivo

In estate si prende il treno da Zermatt fino a Rotenboden. Da qui si infila il sentiero per il Gornergletscher, ben segnalato con pali, bandierine, bolli bianchi e blu, corde fisse in alcuni tratti, nonché pioli in legno qua e là, causa il notevole abbassamento dl livello del ghiacciaio.Sul ghiacciato del Grenzgletscher è preferire affrontare il sentiero che parte dalla morena sotto il rifugio, da compiere in circa tre ore. Un’alternativa riguarda la passeggiata nei boschi sopra Zermatt, che passa per Riffelalp e Riffelberg, seguendo la strada e il sentiero indicato per il Gornergrat.

Monte-Rosa-Hütte

Monte-Rosa-Hütte SAC, vista esterna (2016) © davidschweizer.ch

Percorso invernale

In inverno ci sono altre soluzioni, visto che il rifugio Monte Rosa Hütte è raggiungibile anche dallo Stockhorn, dove si arriva con il treno per Gornergrat e quindi con la funivia per Hohalligrat e successivamente per lo stesso Stockhorn. E si può inoltre attraversare la cresta fino al Gornergrat. Una volta al passo Stockhorn si prosegue per Plattje Unteren raggiungendo quindi il rifugio, in circa tre ore.Un’aggiuntiva possibilità è salire dalla località Furi attraverso il ghiacciaio del Gorner: un itinerario di circa 9 chilometri non segnalato e che va realizzato da persone allenate, preferibilmente in cordata. Il dislivello è di 940 metri, il tempo previsto 4 ore.

Quando andare al Monte Rosa Hütte, il rifugio ecosostenibile 

Monte Rosa Hutte

Light Art by Gerry Hofstetter (2013) © Frank Schwarzenbach

Il rifugio, che offre 120 posti letto con docce, in genere è aperto dalla seconda settimana di marzo fino alla prima settimana di giugno. Riapre poi alla fine del mese di giugno fino all’ultima settimana di settembre. Per il resto dell’anno Monte Rosa Hütte mette a disposizione solo il locale invernale, senza personale, per 28 persone. Per ragioni di igiene e comodità, meglio essere sempre forniti di sacco a pelo.

Gli ospiti sono accolti da un’ampia zona pranzo con aree raccolte: in ogni direzione le Alpi occhieggiano, visto che ci sono enormi finestre per godere dello strepitoso panorama. Anche nei piani superiori ci sono tanti punti a tutta vista, mentre nelle stanze le finestre sono un po’ più piccole. Monte Rosa Hütte è autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie a 85 metri quadrati di pannelli solari e fotovoltaici che ricoprono la facciata sud. L’energia in eccesso è conservata in appositi accumulatori-batterie ed è a disposizione quando il sole non c’è. Per avere sempre una riserva d’acqua, la si prende durante l’estate dalla neve e dai ghiacci circostanti e la si immagazzina in cisterne sotterranee.

Nell’interno dei cinque attuali piani è largamente presente il legno, in modo da garantire l’atmosfera accogliente e calda di un classico rifugio alpino. Il suo scheletro ha un cuore di legno rivestito di alluminio, saldato alla roccia da fondamenta in acciaio: i progettisti (gli esperti del Politecnico di Zurigo in collaborazione con il Club Alpino Svizzero e l’EMPA, Istituto Nazionale Svizzero) lo hanno voluto in modo che possa mimetizzarsi nell’ambiente come una grande pietra assolutamente glamour, ben identificabile dagli escursionisti.

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