Via Francigena del Sud, un’esperienza tra trekking e fede

Redazione  | 22 Mag 2017

Con partenza da Canterbury, nel sud dell’Inghilterra, e arrivo a Roma, la Via Francigena è lo storico percorso affrontato dai pellegrini di tutta Europa in visita alla tomba dell’apostolo Pietro.

Considerata nel Medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela, la Francigena non era, in realtà,  propriamente una via, quanto piuttosto un fascio di strade, e cioè un sistema viario con diverse alternative.

Con il nome Francigena si intendono infatti anche le altre Vie che, dal sud Italia, arrivano a Roma, nonché i percorsi che dalla Capitale d’Italia si snodano verso mete sacre come Benevento, Brindisi e Gerusalemme.

Le cosiddette Vie Francigene del Sud, tornate di moda tra gli appassionati grazia anche al recente successo dall’altrettanto noto Cammino di Santiago, permettono di attraversare il sud della Penisola e, da Roma, giungere fino alla Puglia.

Si tratta di percorsi in parte modificati rispetto agli “originali” di epoca medievale per permettere a chi li percorre di evitare le strade asfaltate e le zone più costruite, immergendosi così nella natura in un cammino non solo “sportivo” ma anche spirituale.

Via Francigena del Sud – Da Roma a Formia

Una suggestiva vista della Via Francigena

Quello affrontato e, seppur brevemente, qui sotto descritto è il percorso che, a piedi, da Roma porta fino a Formia, attraversando campi e boschi, risalendo le colline dell’Agro Pontino e scendendo poi sulla costa a sfiorare il Tirreno.

Dall’alto ammiriamo i panorami regalatici dal lago Albano e, poi, da quello di Fondi; visitiamo i borghi e le abbazie che incontriamo lungo la strada, ci immergiamo nella natura e nello spirito del cammino, ripercorriamo le vie dei pellegrini e, sembra, con esse entriamo in perfetta sintonia.

Non si tratta, ovviamente, di indicazioni da rispettare “alla lettera”, né tantomeno di un’approfondita guida punto per punto, tappa per tappa, ma, al contrario, di un racconto il cui intento è quello di ricordare, almeno in parte, le emozioni provate durante un’esperienza che, chiunque sceglierà di tentare, non potrà mai dimenticare.

Scegliamo uno zaino adatto (una buona capienza da 50 litri è più che sufficiente) e, ovviamente, il giusto abbigliamento, comodo e tecnico. Scarpe da trekking obbligatorie.

Verso il Lago Albano

La prima tappa è quella che da Castel Gandolfo ci porta, con un percorso mediamente impegnativo di circa 20 chilometri, fino al comune di Velletri, ripercorrendo la strada affrontata dai pellegrini.

Costeggiamo il Lago Albano e, dopo solo pochi chilometri, ci emozioniamo ammirandone le bellezze dall’alto: ciò che forse maggiormente colpisce è la consapevolezza che quegli stessi scorci, da noi qui conosciuti per la prima volta, sono gli stessi ammirati e ricordati dai viaggiatori di oltre 1000 anni fa e rifletterci ci fa sentire parte di qualcosa di molto più grande.

Percorrendo i sentieri boschivi immersi  – nonostante l’immediata vicinanza della città – nella natura, arriviamo a Nemi e, da qui, a Velletri.

Seppur più impegnativo – parliamo di una tappa di circa 30 chilometri – il successivo percorso ci piace ancor più del primo: attraversando la Campagna Romana, ci lasciamo alle spalle la zona più urbanizzata, entrando con lo spirito nel vero significato del cammino e cominciando la salita verso Cori e godendone i meravigliosi scorci sull’Agro Pontino.

É il momento, da Cori, di dirigersi verso Fossanova: la distanza totale a piedi è di circa 60 chilometri ed è quindi naturale suddividere il percorso in due tappe.

A Sermoneta vistiamo l’Abbazia di Valvisciolo, entrando così sempre più in contatto col significato vero di un cammino spirituale percorso nei secoli dai fedeli di tutta Europa.

Gli uliveti sulle colline terrazzate della campagna pontina ci conducono, lungo i canali d’irrigazione, a Fossanova ed alla sua splendida abbazia cistercense. Scesi in pianura con l’entrata a Terracina, lasciamo nuovamente la costa e rientriamo verso i monti Aurunci: gli scorci regalati da questi panorami maritano da soli le ore di cammino, regalandoci emozioni qui difficilmente restituibili.

In lontananza ma da qui ben visibile, anche il Lago di Fondi, che  ci sorride con la sua caratteristica forma “a falce” e con gli apici rivolti verso il mare, distante solo qualche chilometro.

L’ultima tappa è forse la più impegnativa ma, è da credere, ogni sforzo sarà ripagato. Sulla destra, scendendo da Fondi in direzione Formia, ci fa compagnia il mar Tirreno, di cui ne respiriamo il profumo e la dolce brezza.  Poco prima del Golfo, spunta anche, nella sua bellezza, il Monte Orlando, imponente davanti a Gaeta.

Redazione
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