Un nome assurdo per un meraviglioso sentiero vista mare: questo trekking parte da Sapri e si affaccia su tutto il golfo

Adriano Bocci  | 09 Mag 2024
Sentiero Apprezzami l'Asino, a Sapri

Quando le speranze aprivano alla pace sofferta, dai cieli terso del Golfo, la cieca furia bellica spense le nostre vite innocenti. “Che il nostro sacrificio sia di monito alle generazioni future”. La città di Sapri, a piazza S. Giovanni, a perenne memoria degli 83 martiri civili sorregge questa stele in memoria del 15 agosto 1943 e la quasi distruzione totale di Sapri.

Città marinara al Golfo di Policastro, quel giorno ricevette le carezze delle bombe di una squadriglia aerea alleata iniziando più di una trentina di incursioni aeree. Sapri, oltre a tanta storia, ha uno dei sentieri più famosi di tutto il Golfo di Policastro, che parte dal Porto di Sapri e finisce al Canale di Mezzanotte. La cosa più strana è il nome, che deriva da una usanza… leggendaria, a dir poco: Apprezzami l’asino.

Una usanza di necessità

Sentiero Apprezzami l'Asino, a Sapri, la Cala di Mezzanotte
La vista dalla Cala di Mezzanotte

Partiamo dal principio: noi di GoodTrekking amiamo le scarpinate sia impegnative che non, consigliando (quando possibile) ciò che è anche adatto a tutti, come il giro alla Grotta Gigante o la Greenway del Lago di Como. Quello di Apprezzami l’Asino del Golfo di Policastro però è più impegnativo, e soprattutto è stato più impegnativo per i suoi protagonisti.

Ci riferiamo a un sentiero immerso nel verde anche a strapiombo sul mare, lunghezza di circa 10 km, fra sterrato e sentiero, da fare la mattina perché ben ombreggiato, con fontanelle ogni mezzo km (circa). Il dislivello è quasi irrilevante (150m) ma è un sentiero fifty fifty per tutti e anche per chi è più esperto. Why? Perché la prima parte è molto più comoda e spaziosa della seconda. Ma prima parliamo meglio di Apprezzami l’Asino, e del perché parte del nome è parte dell’esperienza.

Una volta si chiamava Apprezzamm u’ Ciucc. Ben prima che si creò la Tirrena inferiore, cioè la strada statale 18 che gli passa quasi in parallelo e qualche metro più sopra, per i primi anni del ‘900 era l’unico sentiero disponibile che collegava Sapri e Maratea. In sintesi, una via importante e necessaria per scambiare le merci tramite asini. La questione è questa: dire che il sentiero sia stretto è un eufemismo e gli asini, oltretutto “a pieno carico”, non sono omologati per camminare all’indietro. E qui, tragedia.

Come detto, il sentiero è stretto, ripido, tortuoso ed altri sinonimi: quando due asini si incontravano nasceva il problema. In questo caso nascevano delle trattative non proprio felici in cui gli asini venivano valutati assieme ai carichi che portavano: pagando metà del valore dell’asino meno costoso, a tale asino veniva proposto in maniera coatta di fare una nuotata in mare. Ergo, Apprezzami l’Asino era più una richiesta.

Si parte dal Porto di Sapri

Spigolatrice di Sapri al percorso Apprezzami l'Asino, statua in bronzo
La statua della Spigolatrice di Sapri – Riccardo Pesce, Wikimedia

Per fare il sentiero di Apprezzami l’Asino (qui su maps) si salpa dal Porto, figurativamente parlando. Partendo dalla Marina del porto di Sapri, dopo aver parcheggiato, si sale e si tiene sulla destra la vista del Golfo di Policastro. Ci saranno tante panchine e fontanelle ogni mezzo km circa, oltre ai pannelli che spiegano i vari punti del percorso. Dopo due km e mezzo finisce la parte “comoda” e comincia la parte sterrata, comunque semplice fino al promontorio della Punta di Mezzanotte dove c’è una la torre, che serviva (fra le altre 50) ad avvistare le navi saracene. Nota di riguardo: dalla Punta le cose diventano interessanti: spero abbiate l’attrezzatura adatta.

A inizio sentiero si può trovare proprio una di queste torri, la torre di Capobianco, che ha una scala che porta a una terrazza panoramica. Dopo la torre, proseguendo sempre con in vista il mare, si vede lo Scoglio dello Scialandro con la statua in bronzo della Spigolatrice di Sapri, lì dal 1994. La spigolatrice di Sapri è una poesia del 1858 basata su una spedizione fallita dell’anno precedente, che avrebbe dovuto creare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Continuando si trova un sentiero comodo vicino allo Scoglio dello Scialandro, se volete farlo.

Ad ogni modo, da qui in poi il sentiero diventa stretto e ci saranno diversi cambi di rotta verso il mare, a dir poco ripide, verso il canale di Mezzanotte. Si può comunque allungare leggermente per arrivare ad una discesa al Pozzo di Cartolano, con tanto di grotta annessa. Tornando al sentiero di default effettivamente si arriva sulla spiaggia vicino alle Saline e alla Grotta della Colonna, ma anche qui si può allungare fino alla spiaggia degli Angeli.La fine del sentiero è effettivamente alla Torre di Mezzanotte e al Canale di Mezzanotte, che sono un’altra di quelle torri da avvistamento (seppure questa, in particolare, è in condizioni a dir poco vintage) mentre il canale è lo spartiacque che divide Campagna e Basilicata.

Adriano Bocci
Adriano Bocci


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