Waiotapu, la terra delle “Acque Sacre” per fare escursionismo in Nuova Zelanda.
Situata nel pieno dell’Oceano Pacifico, a un migliaio abbondante di chilometri dalla grande (e imperiosa) Australia, la Nuova Zelanda si trova in quella zona detta Fascia del vulcani, la più attiva del mondo in termini di geosismica e vulcanologia, dove le acque ribollono e si creano dei luoghi dal fascino unico, come quello che stiamo per vedere.
Oggi vi portiamo a conoscere la bellezza, tutta multicolor, di Waiotapu, conosciuto in inglese come The Devil’s Bath e che, come dice il titolo, è nientemeno che la vasca di Lucifero. Un fenomeno naturale sicuramente curioso: un cratere dalle sfumature verdi e giallo che, secondo gli studiosi, potrebbe risalire addirittura a 160 mila anni fa.
Nome | Wai-O-Tapu (o Waiotapu) |
Località | 201 Waiotapu Loop Rd, Rotorua 3073, Nuova Zelanda |
Telefono | +64 7-366 6333 |
Sito web | Waitaopu.co.nz |
Orari di apertura | Dalle 8.30 alle 17 |
Costo del biglietto d’ingresso |
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Note | Le pozze presentano acqua bollente: la zona va visitata con estrema cautela e seguendo sempre le indicazioni del personale addetto |
Il colore (o meglio, le numerose sfumature di colore che si celano in queste acque) è dovuto ai depositi di zolfo posti sul fondo, cosa che rende anche l’aria circostante quasi irrespirabile. La combinazione di zolfo e ferro, inoltre, determina il colore delle sfumature dell’acqua: da più o meno verde, a più o meno gialla. Ma non finisce qui: Wai-O-Tapu, o Bagno del diavolo che dir si voglia, è circondato da geyser fumanti, dando una foschia colorata a tutta l’atmosfera intorno.
Come fare a visitare questo luogo? Una volta raggiunta la nuova Zelanda (se sceglierete una grande compagnia come la Emirates/Qantas vi occorreranno circa 2 giorni di viaggio, con scali intermedi a Dubai e in una delle grandi metropoli dell’Australia), e smaltito l’inevitabile contraccolpo del jet-lag, che vista la differenza di orario si farà sentire belli scombussolati, vi basterà recarvi nella riserva di Wai-O-Tapu, un grande complesso geotermale di 18 chilometri quadrati che nasconde questa meraviglia.
L’ingresso, per ragioni di sicurezza e per tutelare il delicato equilibrio naturale del luogo, non è libero, cosa che fa supporre come il luogo sia in realtà molto meno selvaggio di quanto si crede. Delle guide vi accompagneranno a destinazione, lasciandovi il tempo di assaporare tutti gli “effluvi” del caso. Non profumati, certo, ma è risaputo che le acque sulfuree abbiano particolari benefici per la pelle e le vie respiratorie.
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