Tratturo Magno, trekking al Sud Italia sulle strade della transumanza

Redazione  | 02 Ott 2017

C’erano una volta 5 regi tratturi, le vie della transumanza, che solcavano l’Italia del centro-sud. Tra questi, il Tratturo Magno è il principale, 244 km tra Abruzzo, Molise e Puglia, diverse tappe e da effettuare in diversi giorni di cammino, da L’Aquila a Foggia.

In realtà la lunghezza oggi è un po’ di più, anche 250 chilometri, perché a causa di autostrade e manufatti vari, bisogna fare alcune deviazioni (come nella zona di Lanciano).

I periodi migliori sono quelli tra maggio-giugno e settembre-ottobre. Anzi, la data “classica” al via è il 29 settembre, San Michele Arcangelo, giorno in cui si iniziava in passato la transumanza di pastori e greggi, una “migrazione” che portava dai monti alle pianure al mare.

Un andamento in grado di ispirare persino il celebre letterato Gabriele D’Annunzio, che nella poesia “I pastori” scriveva: “Settembre, andiamo. È tempo di migrare./ Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori/lascian gli stazzi e vanno verso il mare:/scendono all’Adriatico selvaggio/ che verde è come i pascoli dei monti”.

Gli altri regi tratturi sono Centurelle-Montesacco (la via dello zafferano), Celano-Foggia (il cammino della civiltà), Castel di Sangro-Lucera (sulle orme dei Sanniti), Pescasseroli-Candela (la via della biodiversità).

Informazioni utili

Lunghezza44 chilometri
Durata3 giorni
Principali punti attraversatiL’Aquila, Peltuinum, Forca di Penne
Livello di difficoltàMedio-Difficile
Dislivello200 metri
Tipologia di itinerarioTrekking
Partenza e arrivoL’Aquila – Forca di Penne

Sul Tratturo Magno, quando pastori e pecore erano pendolari

Il Tratturo Magno è stato in attività fino a una cinquantina di anni fa, poi gli animali si sono iniziati a trasportare con treni e camion.

Il percorso è stato riscoperto da un gruppo di appassionati, desiderosi di riportare in luce un cammino di grande importanza per la vita agricola e culturale del passato.

La loro associazione si chiama TracturoMagno e ha il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

Il percorso è stato “rispolverato” dall’oblio (sono state anche trovate le antiche pietre miliari con la scritta RT, cioè Regio Tratturo) e ricostruito grazie all’aiuto di mappe storiche e moderne tecnologia GPS. Lo si realizza in una decina di giorni di cammino.

Il Tratturo è una marcia “verde” carica di storia, che fa conoscere vallate e borghi, rovine archeologiche e piccoli centri. Il tutto, ripercorrendo i passi appunto di un mondo agro-pastorale ormai scomparso.

E fa anche riflettere su certe brutture urbane con cui l’uomo ha modificato (in peggio) il paesaggio percorso dai “pendolari” che accompagnavano le pecore (ai tempi d’oro anche oltre 3 milioni di capi) dall’Appennino alla Puglia: assolutamente incredibile la diversificazione di paesaggio, dalle asprezze abruzzesi alle dolcezze dei colli molisani via via verso i campi arati del tavoliere pugliese e la costa.

Da ricordare: il tratturo è in genere un largo sentiero erboso, pietroso o in terra battuta, in origine formatosi proprio per via del passaggio e del calpestio degli animali.

Il primo tratto del Tratturo Magno

Tratturo Magno. Velino
Tratturo Magno. I monti del Velino, in Abruzzo

Diverse le tappe del lungo percorso che coinvolge oltre 80 comuni delle province de L’Aquila, di Pescara, Chieti, Campobasso, Foggia. Il tratto ritenuto più duro, per via di una salita piuttosto faticoso è quello che da Peltuinum porta a Forca di Penne.

Degli oltre 200 chilometri, ecco una prima parte del Tratturo, tutto in provincia de L’Aquila che, dal capoluogo abruzzese, porta al valico di Forca di Penne, un territorio montuoso, tra il massiccio del Gran Sasso e la catena del Sirente-Velino, circa 44 chilometri da percorrere in tre giorni di cammino, diviso in tre tappe principali, da l’Aquila a San Gregorio, da San Gregorio a Peltuinum, da Peltuinum alla Forca di Penne.

Tra le località, da ricordare il sito archeologico dell’antica Peltuinum, che si trova nel comune di Prata d’Ansidonia.

Era una delle città dei Vestini, l’antica gente italica che abitava tutta questa zona fino IV secolo avanti Cristo. Ruderi che alimentano il fascino della zona.

Nella tappa finale, il valico di Forca di Penne, è possibile ammirare la torre tratturale o meglio quel che resta di una torre di avvistamento del basso Medioevo.

Il valico incanta per via della sua pozione tra monti e colline che lasciano intravedere (e sognare) il mare della costa adriatica.

Forca di Penne è anche un’area ornitologica importante, frequentata da diverse specie di uccelli (vi nidificano tra l’altro lo sparviero, il gheppio, la poiana) che è possibile incontrare.

Redazione
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