Un’espressione di meraviglia spunta sul nostro volto, siamo liberi, i limiti non esistono. Abbiamo cominciato questo percorso con un unico obiettivo in mente: il Monte Tondo dell’Appennino Tosco Emiliano, ed ecco che ci siamo. Ma facciamo un piccolo passo indietro. Come abbiamo fatto ad arrivare sino a qui? Riavvolgiamo la cassetta e guardiamo insieme la storia del nostro percorso per godere della bellezza del Monte Tondo.
Partiamo da Ponteccio, trovandoci circondati da meravigliosi castagneti, gettando uno sguardo incantato sulle Alpi Apuane e la Val Serchio. Prendiamo come riferimento la chiesa Sant’Antonio Abate e cominciamo la nostra avventura: ci troveremo su Via Centrale, poi imbocchiamo Via Puccini, svoltando successivamente a destra su Via Levante. Iniziamo il nostro percorso al di fuori del borgo immergendoci tra il profumo di castagni. Costeggiando il magico monte, prendiamo un bivio sulla sinistra, dove un segnavia ci indica il Monte Tondo. Entriamo nel fitto faggeto e nelle fatate radure sino a raggiungere una strada forestale (1421 m). A questo punto continuiamo a salire, sulla destra, tra i tornanti e i segnavia che ci indicano molto chiaramente il percorso. Ecco che saliamo sino a quando la strada si ferma imbattendosi in Rifugio M. Tondo (1596 m). Ecco che qui troviamo una fonte per rinfrescarci e la tentazione di mangiare un buon panino sotto alla tettoia, molto ampia. In seguito, seguiremo il sentiero 86 ascoltando il soffio del vento che ci racconta le storie di quei faggi secolari. Sbucheremo tra i pascoli ed attraverseremo il versante S del M. Pòsola.
Ecco che ci ritroviamo nella prateria alla base del Monte Tondo. Ad ogni modo, non dobbiamo demordere, siamo quasi arrivati, ma le nostre gambe devono restare ancora forti. Dobbiamo tenere la destra per poi salire a sinistra, e ci ritroviamo dopo poco sulla cima del Monte Tondo. Guardiamo giù e ci sentiamo i padroni del mondo. Ci perdiamo nelle infinità della Valle del Mommio (Lunigiana) per poi gettare lo sguardo sul golfo. Ci ritroviamo su un’appendice del maestoso gruppo dell’Alpe di Mommio. Il tempo di rilassare le nostre gambe, riprendere le forze, riempirci di bellezza…e ripartiamo. A questo punto scendiamo, lasciandoci alle spalle la meraviglia della cima del Monte Tondo. Facciamoci nuovamente incantare dalle storie di quei faggi sino ad arrivare su una strada forestale. A questo punto, i segnavia ci abbandonano ed attraversiamo la strada per camminare in una carraia. Arrivati al bivio continuiamo per la nostra strada, quella principale, per essere di nuovo travolti dal profumo delle castagne. Scendiamo, sino a quando non arriviamo ad un incrocio a La Serra. Svoltiamo dunque a sinistra, passando per Fosso Grosso, accanto al Mulino di Magliano. Arrivati all’inizio del paese, andiamo nuovamente a sinistra. Saliamo, immersi nei campi del Pianaccio.
Ecco che, prendendo da destra la mulattiera, passiamo attraverso dei piccoli pascoli, per arrivare ad un crocchio. Andiamo dritti, e cominciamo a scendere per poi svoltare a destra salendo dolcemente. Eccoci su una strada asfaltata per la quale continuiamo per all’incirca 500 m, proseguendo poi a destra e passando per il Canal Grosso. Dal vecchio mulino saliamo leggermente per tornare al paese di Ponteccio. Ecco che il nostro percorso ad anello termina qui, dopo una moderata fatica a livello escursionistico che ci dona la soddisfazione di esserci riusciti, di aver respirato profondamente tutti quei profumi. Ci siamo riempiti gli occhi di una bellezza che ci ricorda l’importanza della semplicità. Siamo passati per moltissimi punti che ci ricordano che il passato, per quanto non ci sia più, non ci abbandonerà mai. Continueremo a rimanere incantati dalla magia di quello che non abbiamo vissuto in prima persona, rivivendo quelle emozioni tramite il rimbalzo degli echi che sentiamo. Quelle che potrebbero sembrare delle favole sotto forma di emozioni si trasformano in un sentimento di convivenza meravigliosa con il nostro passato.
Vuoi avere maggiori informazioni sull’Appennino Tosco-Emiliano? Clicca qui!
Scopri La Via degli Abati, sulle tracce dei monaci nell’Appennino Tosco-Emiliano!
Immagine in evidenza: Il crinale Tosco-Emiliano
Emma Valenti, della provincia di Trento, residente nel Parco Naturale dell'Adamello Brenta, da sempre appassionata di trekking e laureata in Beni Culturali. Promotrice del cammino meditativo, che ci aiuta a riappropriarci della centralità dell'anima.
Siamo più o meno nella metà di questo “braccio” lacustre e Varenna si mostra ...
Immagina di camminare incontrando la bella addormentata nel bosco o di fare il giro ...
La Svizzera ha un paradiso racchiuso nella profondità delle proprie montagne, così ...
Situato nella splendida costiera che prende il nome da Amalfi, il Fiordo di Furore ...
©
2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur