Nel bel mezzo delle colline del Mugello puoi avventurarti in un trekking meraviglioso sulle orme di Giotto, il pittore più famoso del medioevo

Giordano Di Fazio  | 17 Apr 2024

Secondo Giorgio Vasari, colui che potremmo definire il primo critico d’arte della storia, i pittori dovevano a Giotto tanto quanto dovevano alla natura, tanta era la novità che egli aveva portato nella loro arte.

Nella sua opera sulle Vite dei pittori, Vasari racconta che Giotto nacque a Vespignano di Vicchio nel 1266, da una famiglia di umili origini; sin da bambino dimostrò il proprio eccezionale talento: quando aveva 10 anni passò dalla sua casa il famoso pittore Cimabue che vide una pecora da lui disegnata su un sasso; tanto era reale quell’immagine che il grande pittore fiorentino non esitò a volere il fanciullo con se a bottega. Ma cosa c’entra tutto questo con il trekking? Molto semplice: oggi vi porteremo nel Mugello, sul sentiero dei pittori e sulle orme del giovane Giotto.

  • Punto di partenza: Vicchio, piazza Giotto (203 mt)
  • Punto d’arrivo :Vicchio, piazza Giotto (203 mt)
  • Lunghezza: 9 km
  • Dislivello di salita: 80 mt – percorso ad anello
  • Tempo di percorrenza: 3 h
  • Difficoltà: intermedia – E (Escursionisti)
  • Periodo dell’anno: tutto l’anno, più godibile in primavera e autunno, con temperature miti

Arriviamo a Vicchio

Da Firenze prenderemo la Strada Regionale 302, che ci porta verso nordovest, fino a Borgo San Lorenzo. Da qui, prenderemo a destra e raggiungeremo nel giro di pochi km l’abitato di Vicchio. Il punto di partenza del nostro tour sarà piazza Giotto, quindi trovate un posteggio in quella zona. Vicchio è un piccolo centro abitato comunque, quindi anche se trovate un parcheggio un pochino più lontano poco male, in un attimo potrete raggiungere la piazza. Qui potremo iniziare ad ammirare la statua in bronzo, fortemente voluta da Giosuè Carducci, che raffigura il celebre pittore, scolpita alla fine dell’800 da Italo Vignetti e inaugurata nel 1901. Piccola curiosità: oggi purtroppo, dopo i diversi cambiamenti di assetto urbanistico, il monumento si presenta di spalle per chi arriva da Firenze ma nell’idea originale dello scultore la testa di Giotto era leggermente piegata verso destra, quasi a scorgere chi arrivava dalla parte di Borgo San Lorenzo.

Da piazza Giotto alla casa di Giotto

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Il nostro trekking inizia da qui, percorrendo la zona urbana di via Garibaldi, piazza della Vittoria e viale Beato Angelico; dopo di che entreremo nel vialetto dei “giardini del sole” e, subito a seguire, nella zona “167”. Finito il tratto urbano, inizieremo la nostra passeggiata nelle campagne del Mugello, imboccando la strada vicinale Muccione di Sotto – Mirandola fino al superamento del torrente Muccione. Da lì, costeggiando campi coltivati, arriveremo alla strada comunale di Pilarciano. Dopo circa 200 metri verso il monte, svolteremo sulla sinistra per proseguire sulla strada sterrata che ci condurrà nelle località di San Romolo, il Poggio e i Macchioni, fino a che non giungeremo nella frazione di Pesciola. Dopo un brevissimo tratto di strada comunale asfaltata verso valle, gireremo a destra immettendoci sulla strada vicinale che ci conduce fino alla frazione Spinoso e, da qui, arriveremo nella frazione Vespignano, nella casa del grande pittore.

La casa di Giotto di Bondone

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L’abitazione, dove il celebre pittore ebbe i propri natali nel 1266, si presenta come una struttura di epoca medievale che, nel corso dei secoli, ha subito diverse modifiche. A partire dai primi restauri del 1840, la struttura venne successivamente rimaneggiata nel 1975 a seguito di un violento terremoto che la danneggiò profondamente nel 1919. Oggi, la costruzione non ospita un vero e proprio museo ma, piuttosto, un luogo esperienziale dove il viaggiatore può immergersi nella produzione di arte. Piccola curiosità storica: Francesco di Giotto di Bondone, unico figlio del pittore, fu priore della vicina chiesa di San Martino nel 1329.

Il rientro: non solo le tracce di Giotto

Il rientro si svolge, per la prima parte sullo stesso percorso dell’andata, tornando quindi sui propri passi, fino a che non giungeremo nella frazione Pesciola. Da qui, ci dirigeremo verso valle e gireremo a sinistra, imboccando la strada sterrata che costeggia la ferrovia; attraverseremo quindi le frazioni di I Monti e Pilarciano. Superato Pilarciano il percorso si sviluppa lungo la strada comunale che ci riporterà al centro di Vicchio. Oltre a questo percorso, c’è la possibilità di rientrare attraverso un tracciato che ci porterà sulle orme di Cimabue e che allunga l’escursione di circa 5 km, portandola a 14 complessivi. L’itinerario, infatti, ci porterà a sud dell’abitato di Vicchio, facendoci attraversare il Ponte Cimabue e tutta la campagna a valle del paese.

Istruzioni per l’uso e consigli sull’attrezzatura per affrontare il sentiero dei pittori

L’escursione è semplice e non richiede particolare attrezzatura. È uno di quei rari casi in cui mi sento di non consigliare esclusivamente gli scarponi, ritenendo che sia validissime anche delle comode scarpe da trekking basse. Portate con voi comunque sempre lo zaino, più che altro per custodire la riserva di acqua, soprattutto nei mesi più caldi, e qualche indumento in più in caso di cambi di tempo repentini. Il terreno è quasi completamente pianeggiante, quindi i bastoncini non servono a meno che non si vogliano utilizzare per puro scopo di allenamento delle braccia e del torso.

Dalla mosca sul naso alla famosa “O”: Giotto, il pittore che ridusse la pittura “al moderno”

Così scriveva il pittore Cennino Cennini, alla fine del 1300, parlando del celebre collega di Vicchio, intendendo che aveva portato la pittura a un livello più avanzato. Su di lui circolano da sempre numerose leggende, per lo più riportate da Vasari; una di esse lo vede protagonista di uno scherzo al suo maestro Cimabue: il giovane Giotto, infatti, disegnò una mosca sul naso di un’opera del Maestro e questi, prima di accorgersi che si trattava di un disegno, provò a scacciarla due o tre volte tanto era realistica. Ma la più celebre, quella della “O”, nasce invece da un incontro fra Giotto e un messo di papa Benedetto IX; questi gli chiese un disegno da portare al Pontefice insieme a molti altri raccolti fra i più importanti pittori fiorentini del tempo; Giotto, di tutta risposta, prese un foglio e con un pennello intinto di porpora disegnò a mano libera una “O” perfetta, tanto che quando la vide il Papa rimase profondamente colpito.

Giotto in giro per l’Italia

Se questo articolo vi ha fatto incuriosire sulla figura di questo artista, maestro indiscusso della pittura nel medioevo, permettetemi di consigliarvi tre luoghi iconici, fra i tanti in Italia, dove poter ammirare le sue opere. Iniziando da Firenze, dove il genio giottesco è esploso in tutta la sua magnificenza lo potrete trovare all’interno di Santa Maria Novella, con il suo Crocefisso ligneo; in piazza del Duomo, dove curò l’intero progetto del maestoso campanile e la costruzione della base; ancora, potrete ammirare la sua Maestà in trono esposta al museo degli Uffizi. Spostandoci invece un pochino più a sud, ad Assisi, dovete per forza andare ad ammirare il ciclo di affreschi presente nella basilica superiore di San Francesco, che raffigurano storie tratte dalla vita del Santo. Infine, ci sposteremo al nord della penisola, in Veneto, dove resterete certamente abbagliati dalla magnificenza della Cappella degli Scrovegni, interamente affrescata dal Maestro nel suo periodo di maturità artistica.

Giordano Di Fazio
Giordano Di Fazio


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