All’interno del Parco Naturale Adamello Brenta Geoparco c’è una escursione ad anello che dalle rinomate Terme di Comano porta alla scoperta della suggestiva gola del Limarò, passando per piccole borgate e splendidi paesaggi. Sul percorso costeggiano boschi rigogliosi e gli scorci panoramici si sprecano: tenetevi forte, che il benessere non sta solo alle terme stesse. Cosa propone il menù di oggi? Un percorso che dobbiamo catalogare sotto EE poiché lunghino ma non necessariamente complicato. Andiamo?
Dal parcheggio (390 metri di altitudine) posto alla confluenza tra il torrente Duina ed il fiume Sarca ci si dirige verso il bel ponte coperto interamente di legno, utilizzandolo per superare il fiume Sarca e arrivare all’inizio del Parco delle Terme di Comano. Si gira quindi a destra lungo la passeggiata che costeggia il fiume Sarca, scandito da pannelli che riportano versi del poeta Giovanni Prati. Appena dopo il complesso del Grand Hotel Terme si prende a sinistra, così da attraversare il Parco delle Terme ricco di diverse tipologie di alberi anche di grande fusto, e arrivare al piccolo laghetto nei cui pressi si trova l’inizio di un percorso sensoriale mentre attorno alle rive aceri giapponesi e massi creano un suggestivo paesaggio orientale.
Superato il placido e rilassante laghetto ed il bar si tiene la destra così da tornare lungo le rive del fiume Sarca, continuando a seguirne il corso passando davanti allo stabilimento Termale fino ad arrivare al termine della pedonale, nei pressi del ponte che porterebbe all’Antica Fonte dove, in un edificio, si trova la sorgente più antica, già utilizzata dai Romani. Il percorso va invece a sinistra, passa davanti alla cappella e diventato sentiero sale abbastanza ripidamente inoltrandosi in un bosco misto. Si incontrano alcuni bivi, ma tronchi e massi posizionati strategicamente, oltre a riconoscibili orme di colore blu, permettono di mantenere la giusta direzione. Superato un tavolino ombroso si arriva ad un bivio dove si prende a sinistra (cartello “Villa Banale”) e dopo un’ulteriore salita, tenendo la destra al bivio seguente, si sbuca sulla strada asfaltata.
La si attraversa per proseguire sulla stradina secondaria asfaltata che ancora in salita porta all’abitato di Villa Banale. Raggiunta una strada più grande, nei pressi di un hotel, si va a destra lungo il marciapiede fino ad uscire dal centro abitato per prendere poi la strada sulla destra, in discesa (549 m, cartello “Ponte Balandino” e orme blu). Quasi subito al primo bivio si va a destra su sterrata e si comincia a perdere quota attraversando una zona coltivata a viti. Al bivio seguente si va di nuovo a destra. Giunti ad un mancorrente di legno il percorso diventa sentiero, sbuca su una strada asfaltata che va percorsa verso sinistra e con un paio di tornanti di arriva nei pressi dell’enorme edificio del depuratore. La strada diventa sterrata e in pochi passi porta al ponte sul Canyon del Limarò (395 metri di altitudine), suggestiva gola incassata. Guardando verso sinistra si vedono le strette rocce della forra ed il vecchio ponte Balandin e al di là del ponte si trovano alcuni tavolini all’ombra.
Il Castello di Stenico
Il percorso, bene evidente, riprende a salire nel fitto del bosco fino ad arrivare ad un bivio dove si effettua una digressione: si va a sinistra (cartello “Pont Balandin e Forra Limarò”) e in discesa si arriva al vecchio e suggestivo ponte di pietra che collega le due rive in un punto particolarmente stretto. Non si torna ancora indietro ma si continua ancora in discesa perché il bel tracciato immerso tra gli alberi porta a due distinti punti panoramici dove balconate metalliche permettono di affacciarsi proprio sopra le rocce tormentate e le marmitte dei giganti scavate dal fiume Sarca (380 metri di altitudine).
Un luogo mistico di grande suggestione che merita la “fatica” della risalita che si dovrà affrontare per tornare sul tracciato. Dalla seconda balconata, infatti, si deve tornare indietro fino al bivio, dove si prende a sinistra (cartello “Comano”) in salita, arrivando sulla statale SS237. Prestando attenzione, la si attraversa andando per pochi passi verso destra, così da arrivare ad uno slargo dove parte il sentiero che in salita ritorna nel bosco (cartelli “SF Sentiero Frassati” e “Comano”). Il sentiero sale parecchio ripido, quando si arriva ad un bivio si va a destra e mentre il tracciato si fa più graduale si arriva ai vasti prati della Piana di Bondone (645 metri di altitudine). Il sentiero diventa asfalto e procede ora graduale, lo sguardo spazia liberamente verso Stenico, caratterizzato dal Castello di Stenico, e verso i piani di Fiavè e Santa Croce, separati dalla verde forra del torrente Duina. Al grande incrocio con il Passo della Morte (tranquilli, non si va in quella direzione…), si tiene la destra seguendo il cartello “SF Poia” e imboccando la stradina secondaria in leggera discesa si arriva ad una curva asfaltata nei pressi dell’abitato di Comano (620 metri di altitudine).
Ci si tiene in discesa per poi deviare a sinistra sotto un portico, passare accanto una fontana e puntare in direzione della chiesa. Si segue sempre la strada in discesa superando l’edificio sacro e su marciapiede arrivare ad un pilone votivo posto all’ombra di un cedro con panchina rilassante. Qui si prende la stradina asfaltata a destra in discesa che con un bel tratto panoramico e arioso porta in vista della frazione Godenzo. Si devia a destra e poco dopo si tiene nuovamente la destra (orme blu) scendendo a fianco di un maneggio (515 metri di altitudine).
Si va a sinistra e dopo pochi metri, giunti ad un vecchio cartello di legno, si devia a destra attraverso il prato, puntando in direzione dei cartelli bianco/rossi che si vedono lungo una strada asfaltata. Si attraversa la strada (cartello “Comano Terme”) seguendo la pista erbosa che porta verso un fitto filare di abeti rossi ma poco prima di raggiungerli si vede sulla sinistra un cartello che indica l’inizio del sentiero che tra abeti rossi prima, e latifoglie dopo, fa scendere rapidamente poco prima di Ponte Arche (420 metri di altitudine). Si percorre un tratto di asfalto in discesa arrivando ad un parcheggio e ad una fontana nei pressi del ponte stradale. Non lo si attraversa ma si prende la scalinata (orme blu, gialle e rosse) che fa scendere sulla pedonale che costeggia il torrente Duina, portando al fiume Sarca e al punto di partenza.
L’acqua di Comano ha la caratteristica di avere una temperatura costante di 27°. Già nota in epoca Romana, è utile soprattutto per le dermatiti di adulti e bambini. Nel 1826 Giovanni Battista Mattei, proprietario dei terreni vicini alla fonte su cui aveva fatto costruire uno stabilimento, istituì come testamento una fondazione nominando come amministratori i nove parroci delle Giudicarie così che i poveri della valle potessero beneficiare delle cure termali.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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