
Dopo aver attraversato un pezzo di Inghilterra, la Francia, la Svizzera, la Via Francigena in Italia è una storia ancora tutta da raccontare. Ci siamo lasciati al Colle del Gran San Bernardo. Ora siamo pronti ad iniziare il nostro viaggio in Italia, l’ultimo Paese che la Via Francigena attraversa. Incominciamo l’inizio della fine di questo percorso, un percorso di certo non per tutti, un’esperienza diversa per chiunque la vive. Dal Colle del San Bernardo, avventuriamoci fino ad Echevennoz.
Se hai percorso la via Francigena in Svizzera, arrivando a Colle del Gran San Bernardo, ti sarà utile scoprire dove godere del meritato riposo, quindi dove dormire.
Un ottimo esempio è la Casa Don Angelo Carioni, un’accogliente luogo pensato per i pellegrini della Via Francigena. Siamo a 2.200 metri di altitudine. Si tratta di una struttura pronta a soddisfare le esigenze di famiglie, pellegrini solitari e gruppi, attrezzata con ben 43 posti letto. Avremo la possibilità di usufruire della lavanderia, bar (un ottimo modo per battezzare il nostro imminente inizio della Via Francigena in Italia), giardino, dispense, spazio per i giochi per i più piccini, guardaroba, una sala riunioni e chiesetta. Infine (a chi dovesse servire) c’è anche un parcheggio.
Ecco che prima di ripartire, possiamo ricaricare le energie con un buon caffè fumante. Prima di percorrere quasi 15 km per giungere ad Echevennoz, è d’obbligo una visita al canile dove vengono allevati i famosi San Bernardo che danno il nome a questo paese. Passiamo poi al museo dell’Ospizio. Fu proprio qui che nacque l’incrocio del cane San Bernardo.
Ma ora, con delle buone scarpe da trekking, partiamo! Il confine è di fronte a noi e la Via Francigena in Italia ci aspetta.

Dopo non molto cammino, superiamo il confine e la Via Francigena in Italia inizia. Ecco che dal confine dobbiamo passare per una mulattiera davvero molto panoramica. Seguiamo il segnavia 103, che ci accompagna nella nostra dolce discesa fino alla valle.
Infatti, lungo il percorso troveremo davvero tantissime piccole fontane, con un’acqua dalla freschezza davvero unica!

Fermiamoci ad esplorare Saint Rhemy en Bosses. Si tratta di un borgo veramente piccolino, con soli 333 abitanti. Qui sentiamo l’eco del passato come in nessun altro luogo. Le piccole casette che vediamo tutto attorno a noi riflettono il carattere di un luogo in cui il tempo si è mosso a rallentatore. I muri quasi tutti realizzati in pietra a vista rendono l’idea di un passato che non se ne è mai davvero andato. Dal VI al X secolo questo gioiellino della Via Francigena in Italia passò sotto le mani di molti dominatori.
Si va dagli Unni, ai Burgundi, ai Longobardi, ai Carolingi e ai Saraceni.
Qui è quasi d’obbligo fermarsi per una specialità davvero golosa: il Prosciutto Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP, prodotto solo in questo territorio e completamente artigianale.
Si prosegue poi verso la meta, Echevennoz, dove troviamo un ostello pronto ad accoglierci: l’Ostello Dortoir.
Troveremo 18 posti letto, ma attenzione: è chiuso da ottobre ad aprile. Facciamo dunque bene i nostri calcoli se abbiamo in mente di fermarci a pernottare qui. L’Ostello è stato ricavato dalla vecchia Cappella di Echevennoz, una chiesetta che vide la luce nel 1.733. I servizi sono i posti letto, il pernottamento e la colazione.
Credit dell’immagine dell’Ostello di Echevennoz: www.viefrancigene.org
Credit dell’immagine di Saint Rhemy en Bosses: it.wikipedia.org

Giornalista pubblicista, laureata in lettere. Scrivo da sempre, prima per passione, poi anche per lavoro, prima sulla carta stampata e ora sul web per raccontare brand, luoghi ed esperienze.
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