Un bacino artificiale spettacolare a quasi 3000 metri di altitudine, ecco come raggiungere questo paradiso in Valle d’Aosta

Annalisa Porporato e Franco Voglino  | 07 Set 2023

Una salita facile e ben segnata che da Cervinia porta agevolmente ad alcuni straordinari laghi di alta quota in cui il monte Cervino, così vicino da dare la sensazione di poterlo toccare, si affaccia vanitoso. Inizialmente si raggiunge la grande diga di Goillet, per salire quindi ai severi Cime Bianche per tornare con una breve variante al piccolo ma spettacolare laghetto Tramai, circondato dal bucolico e rilassante verde dei prati presso cui riposare gli occhi dopo aver ammirato il rigido ambiente glaciale di quota.

Scheda Tecnica

  • Tempo di percorrenza 5 ore totali
  • Distanza 18 Km totali
  • Dislivello 1000 md totali
  • Difficoltà Sentiero Escursionistico
  • Punti acqua Cervinia
  • Segnavia percorso 65; GSW; TMC; 35
  • Periodo adatto maggio-ottobre (in assenza di neve)
  • Dove parcheggiare parcheggio dell’ovovia di Cervinia-Plan Maison

Itinerario

Ci si dirige verso il fondo del parcheggio dell’ovovia (2025 metri di altitudine) per imboccare la strada sterrata che inizialmente procede parallela ai cavi della funivia, per poi passarvi sotto e cominciare a salire, allontanandosi da essi. Ci si tiene sempre sulla sterrata ignorando i vari bivi che si staccano da essa fino a superare la struttura dell’Alpe Chavannon. La strada affronta ancora un paio di tornati poi prosegue dritta per un po’ fino a raggiungere un incrocio dove si devia a sinistra, seguendo la traccia ora quasi pianeggiante (numero 65 su un masso), dove dopo pochi passi appaiono delle rotaie.

Binari a questa quota? Ebbene sì, servirono per trasportare il materiale durante la costruzione della diga utilizzando il sistema “Decauville”, una ferrovia a scartamento ridotto i cui elementi, essendo prefabbricati, permettevano un veloce montaggio anche in luoghi impervi. Le ridotte dimensioni, inoltre, consentivano di manovrare anche in spazi stretti tanto che furono utilizzate molto nelle miniere mentre la bassa velocità permetteva di non avere tutti i sistemi di segnalazione solitamente necessari nelle ferrovie normali.

Si segue sempre la linea della linea ferroviaria compiendo un’ampia curva verso sinistra e quando la linea della decauville gira decisamente verso destra, ecco una piccola casetta, mentre le rotaie prendono a salire dritte e decise. Da questo punto il sistema di traino diventava a funicolare e si sale ripidamente, sempre seguendo le rotaie, arrivando in breve ad alcuni vecchi edifici di servizio. Una volta in cima, si può deviare di qualche passo verso destra fino a raggiungere un evidente traliccio da cui è possibile avere una bella vista sul bacino della diga Goillet (2526 m) sovrastato dal Monte Cervino.

Si torna indietro tenendo l’azzurro bacino idrico alla propria sinistra fino a scendere di nuovo sulla sterrata, la stessa che si è abbandonata all’altezza delle rotaie, percorrendola in salita così da arrivare in breve al lago di Cime Bianche (2814 metri di altitudine) nei pressi della stazione dell’ovovia che arriva da Plan Maison, e della funivia che parte per Plateau Rosà dove è possibile sciare anche in piena estate. Il cambiamento di paesaggio è netto e stupefacente: si entra in un mondo quasi lunare fatto da rocce lisce con il ghiacciaio di Ventina che sporge da un lato. Il lago ha il tipico colore grigio-biancastro dovuto all’acqua di fusione e se si percorrono le rive si presti attenzione verso est, dalla parte del ghiacciaio, perché il terreno si presenta paludoso.



Passati al di sotto dei cavi della funivia che porta a Plateau Rosà si imbocca la sterrata (segnavia GSW) che scende ad un ponte sul torrente emissario del lago per poi risalire in modo deciso fino ad una costruzione dove si tocca la quota massima dell’intero percorso (2885 metri di altitudine). Si procede ora graduali fino a raggiungere due stazioni di seggiovie (2860 metri di altitudine): quella che arriva da Plan Maison e quella che sale a Bontadini (e a seguire al rifugio Teodulo posto a 3239 m). Da questo punto si scende verso sinistra in modo molto ripido, sempre su sterrata che in inverno è pista da sci, perdendo rapidamente quota in direzione di Plan Maison (radi segnavia TMC).

Poco prima di arrivare alla stazione della funivia si prende l’evidente sterrata a sinistra che porta ad un ponte di pietra dopo il quale si tiene la destra salendo in maniera graduale e arrivando così al piccolo ma affascinante Lac Tramai (2622 metri di altitudine) in cui il Cervino si affaccia, mentre sulle rive verdi e pianeggianti è piacevole soffermarsi. Si taglia poi tra i prati in direzione dei cavi dell’ovovia, fino ad arrivare ad un pilone (2600 metri di altitudine circa) dove il sentiero scende bruscamente utilizzando un paio di gradini metallici.

Superati i gradini il tracciato ridiventa facile sentiero che scende ripido e porta ad una presa della centrale (2575 metri di altitudine). Il lago Goillet, infatti, è un bacino artificiale terminato che serve sia per creare energia elettrica sia per l’innevamento controllato delle piste da sci. Oltre il “ponte” della presa si trova un bivio dove si prende a sinistra (segnavia 35). Il sentiero si allontana leggermente dal lago vero e proprio percorrendo un piacevole tratto inizialmente graduale. Poi scende in maniera ripida in prossimità di alcuni ruderi adiacenti ad un torrente e arriva a toccare la riva in una valletta molto bucolica in cui sarà facile attardarsi per ammirare l’acqua azzurra (2526 metri di altitudine).

Il sentiero riprende a salire e nel tratto seguente assume un andamento altalenante per poter superare una serie di rii che alimentano la diga, aprendo la vista su uno dei panorami più belli sul Cervino che si specchia nelle acque azzurre del lago, fino a raggiungere la strada sterrata che va presa verso destra, questa volta in discesa (2624 metri di altitudine).

Da questo punto si percorre semplicemente a rovescio la strada parzialmente già affrontata durante la salita iniziale.

Jean-Antoine Carrel, il “Bersagliere”

Il Cervino è strettamente legato alla figura di questa guida alpina, cui è dedicata una parte del sentiero percorso. Nato a Valtournenche il 16 gennaio 1829, aveva ben dodici figli a carico e non svolgeva solamente il mestiere di guida ma era anche minatore e contadino. Ma la montagna era la sua vera passione, soprattutto la Gran Becca, come veniva chiamato il Cervino in valle. Passò anni a tentar di scalarla, spesso in compagnia dell’inglese Whymper, ma si vide infine beffato proprio da costui che gli soffiò il primato letteralmente di sotto il naso salendo il 14 luglio 1865 dal lato svizzero, tecnicamente più semplice. Ma il Bersagliere, dopo un primo momento di rabbia e sconforto, partì al contrattacco e due soli giorni dopo fu di nuovo in parete con i valdostani Jean-Baptiste Bich, Agostino Meynet e l’Abbé Gorret per arrivare in cima, questa volta primo lungo la difficilissima via italiana. Un montanaro rude, risoluto, altero e squadrato, così lo descrive Whymper col quale tornerà ad arrampicare più volte anche dopo i contrasti avuti a proposito del Cervino e assieme scalarono per la prima volta il Chimborazo (6310 m), oltre a cimentarsi su numerose altre cime delle Ande, tutte tra i quattromila ed i cinquemila metri di altitudine. Fedele al Cervino fino alla fine, Carrel morirà il 26 agosto 1890 portando in salvo, nonostante una terribile tormenta, i suoi compagni di scalata lungo la via di salita, a quota 2920 m, nel punto in cui oggi sorge la Croce di Carrel.

Informazioni utili

Ampio e comodo parcheggio gratuito nei pressi della stazione dell’ovovia. Lungo il percorso non si trovano fontane, necessario fare rifornimento prima della partenza. Escursione facile ma lunga, da non sottovalutare data la quota elevata. Non accessibile in presenza di neve poiché alcuni tratti diventano piste da sci.
Cervino ski paradise, www.cervinia.it
CVA, www.cvaspa.it 

Annalisa Porporato e Franco Voglino
Annalisa Porporato e Franco Voglino

Travel writers della provincia di Torino, appassionati trekker, fotografi e collaboratori di riviste di escursionismo, viaggi e magazine con tematiche family friendly. Hanno mappato e sviluppato percorsi a piedi per numerosi enti del turismo italiano ed europeo. Da sempre viaggiano in modo autonomo vivendo i ritmi lenti del cammino, così da avere il tempo di crearsi un sogno. Passione che si è concretizzata nella stesura di numerose guide escursionistiche con vari editori. Ultimamente si stanno occupando di percorsi Benessere e Forest bathing nelle regioni e parchi d’Italia.



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