Lo sapevi che ai piedi del Monte Rosa c’è un rifugio vegano che accontenta proprio tutti?

Alessio Gabrielli  | 04 Ott 2025
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Salire ai piedi del Monte Rosa è sempre un’esperienza che lascia senza parole. Le cime imponenti, i ghiacciai che si intravedono in lontananza, l’aria sottile che profuma di montagna vera. Ma c’è un luogo che sorprende ancora di più chi arriva quassù: l’Orestes Hütte, un rifugio unico nel suo genere, completamente vegano, dove la montagna incontra un modo diverso di vivere e di gustare il viaggio.

Trekking all’Orestes Hütte

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 2 ore e 24 minuti
  • Distanza:
  • Dislivello:
  • Difficoltà:

Mappa

Percorso

Il tracciato entra in un vallone, prende quota con calma e raggiunge il torrente Endrebach, dove la montagna suona più forte e il paesaggio si apre sul gruppo del Rosa. Da qui la direzione è chiara e la presenza dell’Orestes Hütte si intuisce già, incorniciata da prati e rocce poco più in alto.

Poco prima di puntare dritti al rifugio conviene prendersi un momento per una breve deviazione fino al Lago di Mos. Lo si trova in alto come uno specchio tranquillo e nelle giornate limpide riflette cime e nuvole con un gioco di luce che vale la sosta. È il punto in cui il respiro si allunga e il passo rallenta da solo. Tornati sul sentiero principale si risale l’ultimo gradino di prati e pietra e l’Orestes Hütte appare in una conca aperta, con la vista che corre verso ghiacciai e morene

Per il rientro si può scendere lungo lo stesso itinerario, morbido e intuitivo, fino a Gabiet e poi a Staffal. Chi ha gamba e confidenza con i sentieri può trasformare la gita in un anello più ampio passando per il Colle Salza e rientrando in valle, soluzione da scegliere solo con esperienza e meteo favorevole. La bellezza del posto sta anche in questa libertà di ritmi e varianti che seguono la montagna e non il contrario.

Orestes Hütte: un rifugio diverso

Quando arrivi all’Orestes Hütte ti rendi subito conto che non è il classico rifugio alpino. L’atmosfera è semplice ma accogliente, con legno e pietra che profumano di montagna vera, e un silenzio che invita a fermarsi. La sorpresa arriva quando ti siedi a tavola. Qui non trovi polenta e spezzatino come altrove, ma un menù interamente vegano, pensato con cura per chiunque voglia mangiare sano e leggero dopo la salita.

Le zuppe calde arrivano fumanti, i dolci hanno quel sapore che sa di fatto in casa e ogni piatto è preparato con ingredienti scelti con attenzione. Non importa se sei vegano o meno, la sensazione è quella di mangiare qualcosa che ti fa bene e che rispetta l’ambiente che ti circonda.

Il rifugio porta il nome di Oreste Squinobal, una guida alpina che ha lasciato un segno importante in queste valli. Oggi a portare avanti lo spirito della montagna ci sono due fratelli che hanno deciso di creare un luogo diverso, dove l’accoglienza si misura non solo nella vista spettacolare sul Monte Rosa, ma anche nel modo in cui viene servito un piatto, con semplicità e passione.

Chi arriva fin qui non porta a casa soltanto la bellezza dei panorami del Monte Rosa, ma anche un ricordo particolare: quello di un rifugio che unisce tradizione e innovazione, natura e cucina consapevole. E questo rende l’escursione all’Orestes Hütte un’esperienza che resta nel cuore.

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito GoodTrekking portando avanti la mia passione per il trekking e l'outdoor

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