Immagina di abbandonare il mondo civilizzato per addentrarti nella natura autentica della Valsavarenche partendo dall’idilliaca atmosfera dell’alpeggio Terré. Quest’avvio segna l’inizio di un’avventurosa esplorazione tra paesaggi mozzafiato che ti guiderà passaggio dopo passaggio fino all’iconico rifugio Federico Chabod: un autentico balcone sulla maestosità del massiccio del Gran Paradiso.
Il percorso che ti aspetta è un classico del Parco Nazionale, una salita continua ed impegnativa che ti condurrà alla progressiva bellezza del Vallone di Savolère. Durante il tragitto attraverserai pascoli punteggiati da antiche capanne di pietra come Pravieux e la caratteristica Lavassey con le sue stalle a forma di botte semiaperte.
Intorno a te l’ambiente cambierà e la vista dell’imponente cima del Gran Paradiso diventerà sempre più vicina e spettacolare ad ogni passo avanti che farai. Ogni curva della strada svelerà nuove prospettive e ogni respiro ti porterà incontro all’aria frizzante e purissima delle altitudini elevate. Arrivare al rifugio non è solo raggiungere una destinazione fisica ma ottenere anche un punto di vista privilegiato e una parte della storia dell’alpinismo nelle valli incantate.
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Provenendo da Aosta verso Courmayeur, dopo Villeneuve, imbocca lo svincolo sulla destra per la Valsavarenche. Risali questa valle, supera il paese di Dégioz e, un paio di chilometri prima di raggiungere Pont Valsavarenche, nei pressi dell’alpeggio Terré, troverai sulla sinistra un parcheggio. Qui un’indicazione segnala la partenza del tuo itinerario per il rifugio.
Attraversa il torrente Savara su un piccolo ponte di legno, quindi svolta a destra e inizia subito la salita sul sentiero. In breve tempo raggiungerai l’Alpe Pravieux (1871 m). Successivamente, il sentiero si trasforma in una mulattiera, a tratti anche lastricata, che si inerpica decisamente all’interno di un bosco di larici. Affronterai una lunga serie di svolte, toccando un belvedere che offre una vista sull’alta valle. Al termine di questa sequenza di tornanti e una volta uscito allo scoperto, arriverai ai panoramici alpeggi di Lavassey (2194 m). Qui noterai un casotto dei guardaparco e delle stalle dalla caratteristica forma a semi-botte.
Supera l’Alpe Lavassey, aggirando il casotto e dirigendoti verso sinistra. Risalirai per ampi pendii erbosi, entrando così nella parte alta del Vallone di Savolère. A questo punto, l’imponente sagoma del Gran Paradiso si mostrerà ai tuoi occhi. Senza seguire un percorso strettamente obbligato, mantieniti sulla sinistra e ascendi verso la Côte Savolère, che si trova appunto sulla tua sinistra. Una volta raggiunta, cammina lungo il filo di questa dorsale fino ad arrivare al rifugio Federico Chabod.
Questo rifugio, con i suoi 85 posti ed i suoi numerosi servizi è il luogo perfetto per una sosta. Nel nostro itinerario è, ipotizzando di partire la mattina presto, situato nel momento perfetto per il pranzo. In alternativa. può essere usato come punto di appoggio per le ascese al Gran Paradiso o per decidere di spezzare questo itinerario, optando per il pernotto e la discesa il giorno successivo. Il percorso di ritorno che vi consigliamo è meno impegnativo dell’andata, e prevede il passaggio per l’Alpe di Montandayné. Un bellissimo alpeggio sul vallone di Montandayné.
Questo rifugio è il punto di ritrovo ideale per l’ascesa al Gran Paradiso
Nell’autunno del 1966, un gruppo di esperte guide alpine della Valsavarenche ebbe un’intuizione: realizzare il rifugio Federico Chabod. La scelta del luogo non fu casuale, ma dettata dalla necessità di facilitare l’accesso a importanti vie alpinistiche, come quelle sulla Becca di Montandayné, la parete nord-ovest del Gran Paradiso e la sud dell’Herbetet.
Il progetto fu presentato al parco del Gran Paradiso l’anno seguente. Mentre le autorizzazioni del Comune e della Sovrintendenza arrivarono rapidamente, quella del Parco si fece attendere fino al 1976. Con tenacia, nell’autunno del 1977 fu eretta una prima struttura provvisoria, la “baracca”. I lavori per il rifugio vero e proprio, affidati all’impresa di Marcello Blanc, iniziarono nel 1978 a quota 2710 metri, procedendo solo durante i mesi estivi e crescendo gradualmente, anche grazie al supporto finanziario della Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Finalmente, il 28 luglio 1985, il rifugio Federico Chabod venne inaugurato. Ma la sua evoluzione non si fermò: tra il 2005 e il 2006, la “Baracca” fu trasformata nel nuovo rifugio invernale. Dieci anni più tardi, per adeguarsi a nuove normative, presero il via i lavori per un significativo ampliamento, proiettando il rifugio in una nuova era, pronto ad accogliere gli alpinisti con strutture moderne e confortevoli.
Receptionist e Guida escursionistica: amo la montagna, la bici e tutto ciò che è esplorazione, lenta e autentica.
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