Una vista a 360° sul Trentino-Alto Adige per una delle cime più belle della regione

Alessandro Cipolla  | 10 Ago 2025
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Cima Mazzola non è uno dei percorsi più belli che il Trentino ha da offrire. Conquistare questa vetta però – a termine di una salita dura e non adatta ai principianti – vuole dire poter godere di uno dei più bei panorami della zona, con una visuale a 360° sulla città di Trento, il Bondone, la Paganella e la Valsugana, valle celebre anche per gli splendidi laghi di Caldonazzo e Levico. Il percorso che vi proponiamo è un anello con partenza da Borino e arrivo alla Cima Marzola Sud, un rilievo isolato che di conseguenza offre una vista impareggiabile.
Siamo poco distanti da Trento, con la Marzola che divide la valle dell’Adige e la Valsugana, non distante dall’Altopiano della Vigolana. A caratterizzare questo monte è la doppia cima: Cima Sud (1.736 m) e Cima Nord (1.738 m), collegate tra di loro da una cresta erbosa e panoramica. La sua visuale è stata ritenuta strategica durante la Prima Guerra Mondiale e, ancora oggi, è possibile imbattersi in resti di trincee e postazioni. Adesso per fortuna è solo uno degli itinerari più affascinanti del Trentino, un percorso poco battuto ma dalla grande bellezza.

Trekking alla Cima Marzola

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 5:09
  • Distanza: 14,1 km
  • Dislivello: 890 metri
  • Difficoltà: Difficile
  • Punto di partenza e arrivo: Borino

Mappa

Il percorso

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Il punto di partenza di questo percorso ad anello è Borino, una frazione di Vicolo Vattaro che insieme ad altri paesi di recente si è unito nell’unico comune denominato Altopiano della Vigolana. Ci troviamo a circa 900 m di altitudine e il tragitto parte da un parcheggio dove è possibile lasciare l’auto. Dal borgo di Borino si imbocca il sentiero SAT 440 che sale in modo deciso: la salita è subito ripida e impegnativa, ma il bosco nelle giornate più calde regala ombra e frescura. Il primo punto di arrivo è il Bivacco Bailoni a quota 1623 m, dopo almeno due ore di duro cammino. Si tratta di una struttura in muratura dotata di panche e tavoli, l’ideale per una pausa.

Dal bivacco si prosegue sulla cresta erbosa e panoramica fino alla Cima Marzola Sud (1736 m).  Quest’ultimo tratto di salita è decisamente il più duro, con pendenze che possono arrivare anche al 30%. Da qui però si apre una vista spettacolare: la Valsugana, i laghi di Caldonazzo e Levico, il Monte Bondone, la Paganella e il Gruppo del Brenta. Un panorama tra i più belli della zona soprattutto nelle giornate limpide, uno spettacolo che ripaga gli sforzi dell’ascesa. Percorsa la sella si arriva all’altra cima, poi dal versante nord si scende ripidamente lungo il sentiero SAT 43, passando per boschi e prati, fino a raggiungere la località Terrarossa. Da qui si prosegue su una strada forestale verso Borino, chiudendo così l’anello.

Un terrazzo sulla Valsugana

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Questo percorso è l’ideale per gli amanti dei panorami e della fotografia. Occorre però portare nel proprio zaino soprattutto acqua e tutto quello che serve per il ristoro. Il bivacco infatti non offre fonti che sono assenti anche durante il percorso. In compenso il bivacco è aperto e utilizzabile gratuitamente per chi, munito di sacco a pelo, dovesse decidere di passare la notte in loco. Ci sono però altri itinerari – più agevoli – che permettono di raggiungere la Cima Mazzola.

Il percorso più breve è quello che parte dal Rifugio Maranza, raggiungibile tramite strada asfaltata dal Passo Cimirlo. Spulciando il menù presente sul sito ufficiale del rifugio, si può gustare nel ristorante il celebre spiedo della Maranza, un must per tutti gli amanti della buona carne. Tornando all’anello, in conclusione questa è un’escursione che vale la pena fare perché unisce panorami spettacolari alla suggestione dei reperti della Grande Guerra, rendendo l’escursione completa e appagante sia per gli amanti della natura sia della storia.

Alessandro Cipolla
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