Un rifugio centenario all’interno del Parco dello Stelvio: un’esperienza tra le più belle delle Alpi Orientali

Alessandro Cipolla  | 01 Set 2025
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Il Rifugio Vioz Mantova è il più alto delle Alpi Orientali essendo posizionato a quota 3.535 metri di altitudine. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, un luogo iconico nel Belpaese per essere una delle mete perfette per i giri in moto e per aver scritto alcune delle pagine più belle della storia del ciclismo. Inoltre il Passo dello Stelvio fu il teatro di combattimenti cruciali nella Prima Guerra Mondiale, un particolare questo che ritornerà nel momento in cui vi parleremo nel dettaglio di quest’escursione. Se in inverno infatti la zona è nota per le sue spettacolari piste da sci, durante la bella stagione ci sono degli altrettanto suggestivi itinerari di trekking.
Il giro ad anello che vi proponiamo è impegnativo e adatto a escursionisti esperti. Le difficoltà sono legate alla lunghezza del percorso – quasi 17 chilometri -, al terreno esposto in alcuni tratti e alla quota che si raggiunge. L’apice del percorso infatti è proprio l’arrivo al Rifugio Vioz Mantova al termine di un’ascesa lunga e impegnativa. Il panorama che si gode dalla vetta, ma anche durante il cammino, però ripaga ampiamente tutta la fatica fatta, per uno scenario mozzafiato e da cartolina.

Trekking al Rifugio Vioz

Scheda tecnica

  • Tempo di percorrenza: 9:32 ore
  • Distanza: 16,7 km
  • Dislivello: 1.690 metri
  • Difficoltà: Difficile
  • Punto di partenza e arrivo: località Pejo Fonti

Mappa

Il percorso

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La partenza di questo percorso ad anello è da località Pejo Fonti. Siamo a quasi 1.400 metri di altitudine e questa località è facilmente raggiungibile per mezzo della la funivia Pejo 3000. In verità l’anello vero e proprio parte dal Rifugio Doss dei Cembri (2.310 m), a cui ci si arriva dopo circa 2 chilometri di una salita a tratti anche impegnativa. Dal Doss dei Cembri occorre prendere il sentiero 105 che si snoda su zone rocciose, creste aeree, e un passaggio esposto facilitato da corda fissa. I primi 3 chilometri di salita sono duri, con una pendenza media circa del 30%. Si arriva così a Pian della Mite, luogo simbolo della Grande Guerra e che offre un panorama unico sul gruppo Ortles-Cevedale.

Superato questo punto panoramico inizia il tratto più impegnativo: altri 3 chilometri di salita ripida tramite un sentiero attrezzato che conduce al Rifugio Vioz Mantova, il più alto delle Alpi Orientali con i suoi 3.535 metri di altitudine. Arrivati al rifugio la vista è impareggiabile, con una visuale a 360 gradi: dal Brenta alla Presanella e l’Adamello, passando per il S. Matteo al Tresero, il Bernina al Rosa e il gran Zebrù, per finire con l’Ortles, il Cevedale e le Dolomiti. Difficile chiedere di più. Qui è una pausa è d’obbligo, con la possibilità di usufruire del ristorante e, volendo, anche di pernottare. Una volta recuperate le energie non resta che imboccare la discesa – lunga e che richiede attenzione, soprattutto in caso di neve residua – che scende lungo il tracciato che riporta sul versante opposto, chiudendo l’anello in direzione del Rifugio Doss dei Cembri.

Nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio

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La spettacolarità di questo percorso è percepibile dalla quota che si raggiunge, ma occorre sempre ricordare che si tratta di un itinerario per esperti che deve essere affrontato con la giusta attrezzatura. Inoltre il periodo consigliato è quello che va da giugno a settembre, quando la neve è assente o ridotta. Occorre spendere qualche parola però anche per il Parco dello Stelvio, autentico cuore pulsante di questa parte alpina. Il Passo dello Stelvio è tra i più alti d’Europa raggiungibili in auto, famoso per i suoi tornanti spettacolari assai amati sia dai motociclisti sia dai ciclisti.

Il paesaggio è dominato da valli profonde e cime imponenti – leggere alla voce Ortles, Cevedale e Gran Zebrù -, spesso ricoperti da ghiacciai nonostante il ritiro degli ultimi decenni, un triste fenomeno che sta colpendo anche la Marmolada. L’ambiente varia molto: dai boschi di larici e abeti alle praterie alpine, fino al “regno” delle rocce e dei ghiacci sopra i tremila metri come abbiamo visto nella descrizione del percorso che porta al Rifugio Voiz. Come buona parte del Trentino, la zona è godibile sia in estate per gli appassionati del trekking sia in inverno, quando diventa un “paradiso” per gli amanti dello sci.

Alessandro Cipolla
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