Oggi vi portiamo su una cima molto suggestiva della Valsugana. Il percorso per raggiungerla non è complicatissimo, anzi: è su una strada… militare, ma su una strada. Il trekking di oggi è a diretto contatto con paesaggi incontaminati a 1908 metri di quota su un piedistallo panoramico di nome Cima Vezzana, un balcone panoramico sul Lago di Caldonazzo e sul Lago di Levico. Aspettatevi forti, ed emozioni forti. E una torre di avvistamento a sorpresa! Andiamo, GoodTrekkers.
L’escursione di oggi comincia dal Passo Vezzena (1402 m) che si raggiunge molto facilmente in macchina. Da qui partono molti itinerari, incluso il nostro: dopo aver parcheggiato si segue la strada che porta verso Forte Verle, fortificazione Austro-Ungarica della Grande Guerra, già bella tappa storica sul cammino. Da qui si prende il sentiero SAT 205 (chiamatelo come volete), è la stradona che sale per i boschi e i pezzi più ripidi, nulla di tecnico ma richiede un minimo di allenamento. Il paesaggio si apre gradualmente con gli scorci sulla Valsugana e sui due laghi (Caldonazzo e Levico). Uscendo dal bosco il sentiero si innesta sulla strada militare austro-ungarica nata agli inizi del Novecento per collegare le postazioni in quota.
Seguiamo la strada finché non arriviamo alla vetta della Cima Vezzena (1908 m) sormontata dai ruderi del Forte Spitz Verle, usato come osservatorio nella Prima Guerra Mondiale. Accanto c’è la croce commemorativa che domina la vista su tutta l’Alta Valsugana, con un panorama a 360° dalla cima: a sud i laghi di Levico e Caldonazzo, a ovest le Dolomiti di Brenta e a nord la catena del Lagorai.
Per il ritorno, invece di scendere dallo stesso sentiero, si segue la strada militare che scende con ampi tornanti e una pendenza più dolce. In questo tratto se alzate la testa trovate una torre di avvistamento nella foresta, che forse vi ha visti già da prima. La discesa riporta ai prati del passo chiudendo un 9.5km di anello. Ricordate solo una cosa: sul percorso non ci sono punti di ristoro, ergo portate acqua e viveri e informatevi sul meteo prima di partire. Numero di emergenza è sempre il 112.
La Cima Vezzena è un luogo di memoria prima che una meta escursionistica. Nella Prima Guerra Mondiale era un avamposto austro-ungarico di grossa importanza strategica che controllava l’accesso alla Valsugana. Sulla vetta venne fatto il Forte Spitz Verle, o Forte Vezzena, fra il 1910 e il 1914 quando il Trentino era ancora parte dell’Impero. La posizione artida, 1300 metri e oltre di strapiombo, gli valsero il soprannome di occhio degli Altipiani. Il forte principalmente era osservatorio e posto di comando, si controllavano le movenze nella Valsugana e sull’Altopiano di Asiago tenendo collegati gli altri forti (come il Forte Busa Verle). Era una struttura in calcestruzzo armato con cupole corazzate, mitragliatrici e osservatori, connesso da linee telefoniche e segnali ottici.
Allo scoppio della guerra nel maggio del 1915 il forte non era ancora completamente finito ma entrò subito in azione. Subì grossi bombardamenti da parte dell’artiglieria nostrana, che però non riuscirono a neutralizzarlo: nella Strafexpedition del 1916 la linea del fronte avanzò e il forte rimase a punto d’osservazione. A fine conflitto venne semplicemente abbandonato col passaggio del Trentino all’Italia; venne smantellato e oggi se ne possono vedere ancora i ruderi, camminando fra i resti di casematte, trincee e postazioni. Spazi angusti, rumore costante dell’artiglieria, poco conforto: è un luogo di memoria, ben prima di una meta escursionistica, come detto.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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