Un tempo ci abitavano gli Etruschi, ora è la meta perfetta per sentirsi liberi nei boschi con una passeggiata rigenerante

Leonardo Anchesi  | 24 Dic 2023
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Annoverata fra le vallate principali della provincia di Arezzo, il Casentino è un luogo ideale per chi ama la natura e le escursioni. Nel cuore di questa regione, abitata sin dal tempo degli Etruschi che la veneravano come zona sacra, si trova il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, un area di quasi 37.000 ettari che presenta una eccezionale biodiversità, con le sue quote che variano dai 400 mt ai 1658 mt del Monte Falco, montagna più alta del Parco.

La seconda vetta, in ordine di altezza, è rappresentata dal Monte Falterona (1654 mt), che diventa però la più importante della zona se consideriamo che dalle sue rocce nasce il fiume Arno. Difatti, una delle escursioni più gettonate (e anche più semplici) è proprio quella che permette di raggiungere Capo d’Arno, senza però prima aver fatto una sosta rigenerante sulle rive del Lago degli Idoli.

Scheda Tecnica

  • Punto di partenza: Oratorio della Madonna di Montalto – Stia (AR) (900 mt)
  • Punto d’arrivo: Oratorio della Madonna di Montalto – Stia (AR) (900 mt)
  • Lunghezza: 11,3 km
  • Dislivello di salita: 560 mt
  • Tempo di percorrenza: 5 h
  • Difficoltà: intermedia – E (Escursionisti) – percorso ad anello
  • Periodo dell’anno: da primavera inoltrata agli inizi di autunno

Itinerario

Il punto di accesso del nostro itinerario

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Il nostro percorso nelle Foreste Casentinesi inizia appena raggiunto l’abitato di Stia e prosegue sulla SS310 in direzione Santo Stefano. All’interno di questo lasceremo la strada statale per immetterci nella strada comunale che conduce a Papiano. Supereremo quindi anche questo Borgo e seguiremo le indicazioni per la Madonna di Montalto.
Poco prima dell’Oratorio troveremo l’area di parcheggio. Prima di iniziare l’escursione vera e propria, è consigliabile una visita alla chiesa dedicata alla Madonna, risalente alla fine del XVII secolo ed eretta in luogo di una piccola Maestà già presente dal secolo precedente. 

Fino al Lago degli Idoli, il cuore delle Foreste Casentinesi

Da qui, inizierà quindi la nostra escursione che ci porterà, come prima tappa, verso il Lago degli Idoli, a quota 1380 mt, percorrendo le pendici del Monte Falterona. Per prima cosa entreremo nel sentiero CAI 2, a sinistra della chiesetta.  Da qui raggiungeremo il passo di Bocca Pecorina a quota 1085 mt; sfruttatela come sosta, anche per riposarvi dallo strappo necessario per raggiungere il passo. Qualora voleste raggiungerlo più comodamente potrete arrivarci dalla strada forestale (ingresso a destra della chiesetta), occasione anche per attraversare l’antico Castagneto di Montalto.

Proseguiremo poi verso il Bivacco Vivareta, a quota 1130 mt, che raggiungeremo percorrendo il sentiero CT4. Subito dopo ricordatevi di tenere la destra al bivio; un sentiero ombreggiato ci condurrà all’interno di una faggeta facendoci guadagnare quota, per poi farci immettere nel sentiero CAI 3 e raggiungere quindi il lago degli Idoli a 1380 mt di quota.

La valenza culturale dell’area del Lago

Il Lago degli Idoli, oltre ad essere una meta escursionistica accattivante, rappresenta senza ombra di dubbio uno dei siti archeologici più importanti del Casentino. Negli anni sono infatti state raccolte importanti testimonianze archeologiche circa la sua frequentazione sin dal tempo in cui gli Etruschi regnavano su queste terre. Punto centrale di raccordo fra l’Appennino Toscano e il ramo Emiliano-Romagnolo, è ormai storicamente accertato che gli Etruschi consideravano sacra tutta l’area e, in particolare, il Monte Falterona. Invero, sin dal 1838, anno in cui venne ritrovata la prima statuetta votiva etrusca, tutta la zona è stata oggetto di diverse campagne di scavo che hanno permesso il ritrovamento di numerosi reperti risalenti a quell’epoca.

Le Sorgenti del fiume Arno

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Dopo una necessaria sosta ristoratrice, cercando anche di fare il pieno di quell’energia positiva che la terra ci offre, continueremo il nostro cammino verso le Sorgenti dell’Arno, comunemente denominate Capo d’Arno, il fiume che attraversa sul suo percorso città come Pisa e Firenze, citato più e più volte dal Sommo Poeta Dante e dove lo stesso Manzoni andò “a sciacquare i panni”.

Intraprenderemo quindi il sentiero nella stessa direzione dalla quale siamo arrivati, sino a incrociare, non molto avanti, il Sentiero 2 che ci condurrà velocemente alle Sorgenti, ove sarà possibile dissetarsi e fare rifornimento della pura acqua dell’Arno. Ci accorgeremo di essere arrivati grazie alla lapide di marmo con su inciso “Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona, e cento miglia di corso nol sazia…“. Il verso è tratto dalla Divina Commedia, XIV Canto del Purgatorio ed è, ovviamente, dedicato alle sorgenti sul Monte Falterona.

La discesa verso la fine del percorso

Avete riempito le borracce con le fresche acque casentinesi? Bene, ora quindi possiamo ripartire e concludere la nostra escursione. Riprenderemo quindi il sentiero da cui siamo arrivati e, una volta giunti al primo bivio, ignoreremo le indicazioni per il Lago degli Idoli e terremo la nostra destra, addentrandoci in una fitta faggeta, luogo di particolare ristoro nei mesi estivi, tramite il sentiero CAI 2.

Dopo poco meno di 2 km, il percorso attraverso le Foreste Casentinesi si chiude ad anello riportandoci sul sentiero già percorso all’andata che ci condurrà direttamente all’Oratorio della Madonna di Montalto e quindi al parcheggio.

Qualche avvertenza sul tragitto delle Foreste Casentinesi

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Il percorso è tecnicamente semplice, molto ombreggiato e senza particolari pendenze, se non giusto due tratti, piuttosto brevi, con pendenze attorno al 20%. Tuttavia, è necessario avere un buon allenamento per poter percorrere serenamente gli 11 km del percorso e godersi appieno le peculiarità di questa escursione, che permette di coniugare la passione per il trekking con quella per la cultura.

Consigli sull’attrezzatura

Questa escursione richiede un normale grado di attenzione, in parole povere l’attenzione minima nel praticare il trekking; non avremo infatti a che fare con passaggi esposti o particolarmente tecnici. Gli scarponi, a mio avviso, fanno sempre parte dell’attrezzatura base per ogni uscita e quindi, anche in questo caso, sarà bene indossarli, come sempre facendo attenzione che siano ben allacciati per aderire correttamente al piede.
Portate anche i vostri bastoncini, al massimo resteranno nello zaino ma è comunque bene averli con sé. Obbligatorio nel proprio equipaggiamento standard un capo caldo e un capo antipioggia. Non è mai bello subire gli improvvisi cambiamenti climatici della montagna senza avere appresso la giusta attrezzatura.

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi


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