Tra boschi di fate e santuari misteriosi, questo percorso ti condurrà nel lato più mistico delle Foreste Casentinesi

Leonardo Anchesi  | 23 Dic 2024
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Esistono luoghi che grazie alla loro natura fanno mutare il semplice trekking in una esperienza spirituale unica. Uno di questi luoghi è, senza ombra di dubbio, il santuario della Verna, un complesso mistico nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi. La sacralità del luogo è accentuata anche dal percorso necessario per raggiungerlo, un itinerario immerso in una foresta lussureggiante che, non a caso, si è meritata la denominazione di Bosco delle Fate. Tutto questo, se non bastasse di per sé a classificarlo a buon diritto tra i posti da visitare almeno una volta nella vita, è arricchito da una lunga serie di leggende nate proprio come diretta conseguenza di questa aura sacra che circonda questo luogo meraviglioso dalla notte dei tempi.

Scheda Tecnica

  • Punto di partenza: Chiusi della Verna (AR) (920 mt)
  • Punto d’arrivo: Chiusi della Verna (AR) (920 mt)
  • Lunghezza: 4,3 km
  • Dislivello di salita: 210 mt
  • Tempo di percorrenza: 1 h e 30 min. circa
  • Difficoltà: Intermedio – E (Escursionisti)
  • Periodo dell’anno: tutto l’anno

Raggiungere Chiusi della Verna

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Partendo da Arezzo, capoluogo di provincia, si dovrà prendere la strada regionale 142 verso Bibbiena. Raggiunto il piccolo centro abitato di Rassina si dovrà svoltare a destra sulla strada provinciale 60; dopo aver attraversato Chitignano, la strada si inerpica su per il monte raggiungendo, dopo una serie di stretti tornanti, l’abitato di Chiusi della Verna.

Il paese non nasconde le sue origini di stazione climatica di un tempo, quei luoghi dove il clima aveva caratteristiche terapeutiche. Di quel glorioso passato, oggi rimangono i numerosi alberghi, decisamente più grandi e in numero maggiore rispetto alle attuali esigenze. Grazie al vicino Santuario il paese è comunque rimasto vivo, rappresentando un ottimo punto di partenza per le numerose escursioni che offrono i monti circostanti.

L’inizio della salita: sino al bivio del sentiero 51

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Punto ideale per la partenza è sicuramente la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, un piccolo edificio sacro dall’aspetto tanto rustico quanto grazioso, fondato nel 1338 per volere della contessa Giovanna Tarlati, come recita la lapide che adorna la facciata. Di fronte è possibile visitare anche le rovine del castello del conte Orlando Cattani, altro luogo di grande interesse storico. Si dovrà quindi attraversare l’abitato sino a giungere nei pressi del centro, subito dopo la caserma dei Carabinieri, da dove parte il sentiero per il santuario.

Il percorso inizia subito a salire, ma con una pendenza delicata, che permette di limitare la fatica e concentrarsi di più sulla natura e la meditazione. Dopo pochi minuti, si incontrerà un bivio: entrambe le strade portano al santuario ma il sentiero 51, quello sulla destra, permette di attraversare il Bosco delle Fate; vale decisamente la pena allungare di poco il tragitto e godere di questo spettacolo offerto dalla natura.

Sino al Santuario della Verna

Il sentiero 51 si inoltra all’interno della fitta foresta di faggi altissimi e disseminata di grandi massi ricoperti di soffice muschio verde che, alcune volte si tramutano in grotte; le radici degli alberi maestosi formano balzi e trincee naturali che rendono la salita ancora più avvincente. A mano a mano che si sale, si comprende sempre di più il perché di questa denominazione così magica: i giochi creati dalla luce che filtra a fatica fra il fitto fogliame e i profumi intensi che inebriano al passaggio non possono che essere frutto di una qualche magia a opera di fate e folletti.

La lenta camminata permette di apprezzare ogni singolo istante di connessione con la natura circostante, all’interno della quale si può già percepire tutta la sacralità del luogo. In circa mezz’ora si raggiungerà il parcheggio della struttura per poi proseguire nei vicoli interni.

Visitare il Santuario della Verna

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Tutto il complesso merita una visita approfondita. Superata la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, nucleo originario del cenobio ove sono conservati diversi capolavori dei Della Robbia, sarà possibile raggiungere il Quadrante, la piazza dalla quale è possibile accedere a tutti i principali punti d’interesse del Santuario, primo fra tutti la Basilica Maggiore.

L’edificio sacro venne iniziato nel 1348 e terminato nel 1509 grazie al contributo dell’Arte della Lana di Firenze. La chiesa, a pianta longitudinale con transetto e navata unica, conserva diverse opere d’arte di pregio e alcuni oggetti appartenuti a San Francesco, che qui, secondo la tradizione, ricevette le stimmate nel 1224, due anni prima della morte. Altro luogo di grande interesse è il Corridoio delle Stimmate, realizzato tra il 1578 e il 1582 come copertura per il percorso che i frati compivano in processione sino al luogo ove il Santo assisiate aveva ricevuto le stimmate.

Tornare a Chiusi della Verna

Terminato la visita al Santuario, a cui è bene dedicare un certo lasso di tempo vista la massiccia presenza di luoghi d’interesse, si potrà intraprendere la discesa dal sentiero 50, quello che più rapidamente raggiunge nuovamente Chiusi della Verna. Il tracciato, in parte lastricato, ha una grande valenza storica essendo il medesimo che i pellegrini hanno solcato da otto secoli a questa parte. Con passo lento, così da godere ancora degli ultimi scampoli di pace e spiritualità, si raggiungerà il paese in poco meno di mezz’ora.

Istruzioni per l’uso e consigli sull’outfit

L’escursione è adatta a tutti e, con un po’ di pazienza, la si può affrontare anche con bambini piccoli. Il percorso non necessita di particolare attrezzatura ma è comunque sempre consigliato usare scarpe da trekking e abbigliamento comodo; da prevedere sempre un indumento un po’ più pensate, considerato che, anche in estate, l’aria può essere frizzantina, soprattutto la mattina presto e al calar del sole. Da portare con sé acqua e un po’ di cibo, ma non è comunque una camminata che affatica, anzi, tutt’altro: questo cammino, o forse sarebbe meglio dire pellegrinaggio, si potrebbe definire ristoratore; è innegabile, infatti, al di là di ogni personale e sacrosanta convinzione religiosa, che il Santuario della Verna lasci qualcosa dentro di confortante.

Il Santuario della Verna, uno scrigno di leggende della cristianità e non solo

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Un luogo così profondamente mistico non poteva che essere avvolto da un alone di mistero che si è tramutato, nei secoli, nella produzione di numerose leggende, a partire dal nome, che deriva dalla antica dea pagana Laverna, ambigua protettrice dei ladri e dei furfanti. Proprio per questo, la foresta, fitta tanto e più di oggi, era stata per diversi secoli un luogo infestato di briganti, inavvicinabile ai più; questo sino al 1213, anno in cui il conte Orlandi, signore di Chiusi, decise di provare a pacificare le genti con l’aiuto di San Francesco, che già al tempo godeva di grande fama. L’arrivo del Santo assisiate cambiò drasticamente la storia di questo luogo che da luogo dimenticato da Dio divenne uno dei fulcri principali della cristianità.

Una delle leggende narra che Francesco e i suoi compagni iniziarono a conquistare pacificamente la zona, tanto che il Diavolo in persona, un tempo unico padrone del monte e infastidito dalla loro presenza, provasse a scacciarli, mettendo in atto trucchi ed espedienti che il buon Francesco rispediva sempre al mittente, fino al giorno che il Demonio, esasperato da cotanta bonaria caparbietà, diede un calcio a una roccia formando un crepaccio che tutt’oggi viene chiamato Calcio del Diavolo.

La Legenda Maior, racconto agiografico ufficiale sul Santo scritta da Bonaventura da Bagno Regio, racconta che proprio qui, nel 1224, il giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, un Serafino con sei ali infuocate donò all’Uomo di Dio le stimmate.

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